Don Severino GALLO sdb "SOLO L'AMORE CI FA RICONOSCERE GESU'"

10 aprile 2016 | 3a Domenica di Pasqua - Anno C | Omelia
SOLO L'AMORE CI FA RICONOSCERE GESU'
Nelle letture di oggi troviamo un verbo che conviene mettere subito in evidenza. Il verbo è:
VEDERE. Il testimone non può tacere, non può dire: "Io non ho visto".

* Così PIETRO: "... di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui" (ATTI).

* Così GIOVANNI: "Io, Giovanni, vidi e intesi voci di molti angeli intorno al trono"...
(APOCALISSE).

* Così GIOVANNI E PIETRO: "::: i discepoli non si erano accorti che era Gesù...Allora Giovanni, quel discepolo che Gesù amava, disse a Pietro: - E' il Signore!" (VANGELO).

VEDERE: è il primo passo verso la conversione.

La Quaresima è terminata, Pasqua è stata celebrata; ma il dovere della conversione continua. Senza la conversione è impossibile la vocazione e la missione: cioè la pesca miracolosa di ogni giorno. Il protagonista della liturgia di oggi è Pietro, modello di conversione.
La vocazione può giungere anche a più riprese, la conversione una volta per sempre. Pietro era già stato chiamato all'inizio della divina avventura del Vangelo: "Mentre camminava lungo il mare di Galilea (Gesù) vide due fratelli: Simone, chiamato Pietro, e Andrea... che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: - Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Mt. 4,18-19). "Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono" (Mt. 4,20).
Eppure, per tre anni Simon Pietro "non sa di che spirito è", non capisce la sua vocazione-missione apostolica.
Nel dramma della passione di Gesù infatti, tradisce la propria vocazione. Ma proprio a lui Gesù, nel Vangelo di oggi, rivolge di nuovo la domanda definitiva: "Mi ami?". E' una seconda e ultima ripresa, un secondo e ultimo comando: "Seguimi!".

1. Dice PIETRO : "Vado a pescare".

Ogni mattina ognuno di noi ripete il gesto di Simon Pietro: andiamo a lavorare. C'è chi esce di casa, prende il treno, il pullman, chi viaggia a piedi e si reca sul posto di lavoro... Come noi, tanti altri.
Per alcuni la giornata va bene; per altri si risolve in lavoro sprecato; altri non hanno addirittura il lavoro...
*Gesù, il Risorto, è con noi, anche se - come i discepoli - non ci accorgiamo di Lui. Egli si interessa delle nostre cose: "Figlioli, non avete nulla da mangiare? (...). Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete (VANG.).
* Le difficoltà della vita, i rovesci possono farci perdere il contatto col Signore Gesù. I discepoli avevano subito lo scacco della sconfitta del Maestro.
Questa è la grande tentazione dell'uomo!
* Solo l'amore ci può far riconoscere Gesù, anche nell'incerta luce dell'alba, lontano, mentre l'instabilità dell'acqua ci circonda: "Quel discepolo che Gesù amava, disse a Pietro: "E' il Signore!".
Questo ci dà una certezza incrollabile in Lui, senza bisogno di ulteriori domande: "Nessuno dei discepoli osava domandargli: - Chi sei? - Poiché sapevano bene che era il Signore" (VANG.).

2. GESÙ' DOMANDA A PIETRO: "MI AMI TU?"

E' proprio sull'amore che Gesù ci interpella.
"Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?".
* Simone non era stato certo esente da colpe! Nell'ora del potere delle tenebre aveva addirittura giurato di non conoscere "quell'uomo". Eppure può dire, perché lo sente ed è vero: "Certo, Signore, tu lo sai che ti amo"... tu sai tutto; sai che ti amo!".
* Debolezze, infedeltà, colpe,... possono essere riscattate nell'amore. Noi non siamo stati certamente migliori di Simon Pietro nel peccato; imitiamolo nell'amore.

3. "PASCI LE MIE PECORELLE (...). SEGUIMI!".

E' l'amore che portiamo a Gesù quello che ci abilita nella Chiesa a svolgere anche i compiti più alti e più ardui.:
* "Pasci i miei agnelli (...). Pasci le mie pecorelle".
Custodire, nutrire, guidare, difendere il gregge di Gesù, come il "buon Pastore", fino a dare la vita, non è possibile se non si ama immensamente Gesù.
* Se in tanti luoghi il gregge di Gesù è abbandonato a se stesso, se non è adeguatamente difeso contro le infiltrazioni del male, delle eresie, da parte di chi dovrebbe... è perché non si ama sufficientemente Gesù, al punto che si teme di più l'ultimo contestatore di turno o il teologastro "avanzato" , piuttosto che amare Gesù e il suo insegnamento.
*"Seguimi!". Se non si ama Gesù più della propria vita, non lo si può seguire, rinnegando se stessi e prendendo la propria croce.

Gesù dice a Pietro: "Quando eri più giovane, ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".
- Pietro segue Gesù fino al martirio: "Questo li disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio".
- Tanti seguiranno Pietro: fino al martirio come lui.
Tanti altri nel martirio quotidiano della solitudine, in una vecchiaia abbandonata.

E' il problema di tutti i vecchi, oggi; è il problema particolare dei sacerdoti anziani, che dopo aver speso la vita per i fedeli, sono gettati in un angolo per attendere la morte. Lo debbono ricordare i fedeli e anche il Clero più giovani.

4. "BISOGNA OBBEDIRE A DIO".

Sta in questa affermazione di Simon Pietro la chiave della sua vita e di quanti - come lui - vogliono seguire Gesù.
E' qui la grandezza e la tragedia del vivere cristiano. Dio viene prima degli uomini, e in caso di conflitto tra gli ordini degli uomini e quelli di Dio, "bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini". Costi quello che costi!
a) C'è un messaggio di Dio ( I LETT:). Bisogna annunciarlo.
b) I nemici faranno di tutto per soffocare tale messaggio: ieri il Sinedrio, poi l'Impero Romano, poi la Rivoluzione Francese, poi il liberalismo, poi il nazismo, poi comunismo, poi la massoneria, poi il materialismo... poi... quello che volete voi...
Tutti questi movimenti non andranno troppo per il sottile, quando si tratta di cristiani.
c) Ma tutti i tiranni della storia troveranno sui loro passi sempre uomini inermi che diranno - con le parole o con i fatti: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini".

5. "SE NE ANDARONO DAL SINEDRIO LIETI DI ESSERE STATI OLTRAGGIATI PER AMORE DEL NOME DI GESÙ'".

Così fecero gli Apostoli. Ma perché prima di loro, "l'Agnello fu immolato", dice la seconda Lettura di oggi.
Il cristiano non è un masochista (= uno che gode di tormentare se stesso), non cerca la sofferenza per la sofferenza, ma se le persecuzioni e la morte lo colpiscono per causa di Gesù, trova in Lui la forza e la gioia.
E' ciò che stupiva i pagani di un tempo, ciò che ha colpito anche gli uomini del nostro tempo che nei campi di concentramento hanno trovato nei cristiani autentici, una forza e una pace umanamente impensabili. Basta che pensiamo a San Massimiliano Kolbe

, che dona la propria vita per un padre di famiglia. Come si può giungere a tanto eroismo? Soltanto se il nostro cuore è divorato dall'amore per Gesù.
"Pietro, mi ami tu più di costoro?".
Che cosa rispondiamo noi a una simile domanda di Gesù? I Santi non avevano esitazione.
In una visione Santa Gemma Galgani si vide tra le braccia della Madonna, che le domandò: "Gemma, ami qualcuno più di me?".
"Sì, buona Mamma: amo uno più di te".
"Dimmi chi è!".
"Non te lo dirò: se tu fossi stata qui ieri sera, l'avresti visto; è uno che ti somiglia perfettamente".
"Gemma, non mi nascondere chi sia".
"E' Gesù, il tuo caro Figlio!".
"Oh, sì, Gemma: ama Gesù, amaLo più che puoi!".
Sono parole di una Mamma: amiamo Gesù divinamente, e saremo sempre lieti, anche noi, di "essere oltraggiati per amore del nome di Gesù".      
Don Severino GALLO sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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