Mons.Tommaso Stenico,"Gli ultimi desideri di Gesù"





















 Omelia nella VI domenica di Pasqua 
Vangelo: Gv 14,23-29
Gesù stava dicendo addio ai suoi discepoli. Li osservava tristi e malinconici. Tutti sapevano che
stavano vivendo le ultime ore con il loro Maestro.
Cosa sarebbe successo quando egli sarebbe venuto a mancare? Chi lo avrebbe sostituito? Chi li avrebbe difesi?
Gesù volle infondere loro coraggio manifestando apertamente le sue ultime volontà.
Tre essenzialmente che sorprendentemente evocano il Padre:

1.      «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà».
È il primo desiderio di Gesù. Che la buona novella di Dio non sia dimentica. E assicura che il Padre ama coloro che osservano la Parola di Gesù e la mettono in pratica. Anzi: insieme con Gesù, il Padre dimora nei fedeli che amano e ascoltano la sua parola.
Ma suoi seguaci avrebbero dovuto mantenere sempre vivo il ricordo del progetto del Padre: il "regno di Dio" di cui il Maestro aveva parlato loro molte volte. Il Padre, infatti, si fa conoscere attraverso la parola che Gesù comunica.
Questa è la prima cosa di cui deve avere la cura colui che ama Gesù: «se uno mi ama, osserverà la mia parola … Chi non mi ama, non osserva le mie parole».
Dopo venti secoli che cosa abbiamo fatto del Vangelo di Gesù?
Ne leggiamo e meditiamo ogni giorno un breve passo?
Lo custodiamo fedelmente o lo manipoliamo secondo i nostri interessi?
Lo accogliamo nel nostro cuore o lo abbiamo dimenticato?
Lo presentiamo con autenticità o lo mescoliamo con le nostre presunte teorie saccenti?

2.  «Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
È questa la promessa di Gesù. Egli non vuole che i suoi rimangano orfani. Non dovranno soffrire a causa della sua assenza. Nel nome di Gesù, il Padre manderà ai discepoli il Consolatore, lo Spirito Santo. E lo Spirito Santo li difenderà dal rischio di deviare dall’insegnamento del Maestro. Questo Spirito che i discepoli hanno visto operante nel loro Signore e Maestro sospingerà anch’essi nella medesima direzione.
Lo Spirito "insegnerà" a capire meglio tutto ciò che è stato loro insegnato. Esso contribuirà ad approfondire sempre più la Buona Novella. "Ricorderà" a loro ciò che hanno ascoltato dalla viva voce del loro Signore. Li educherà nel suo stile di vita.
Dopo venti secoli, quale spirito regna tra i cristiani?
Ci lasciamo veramente guidare dallo Spirito di Gesù?
Sappiamo attualizzare la sua buona notizia?
Dove ci sospinge il suo respiro rinnovatore?
Intensifichiamo la nostra preghiera: “Manda il tuo Spirito Signore a rinnovare la terra”!

3. «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».
Gesù vuole che noi viviamo con la stessa pace che abbiamo visto in lui, frutto della sua unione con il Padre. «Il Padre è più grande di me». Egli dona ai suoi discepoli la sua pace. Non è come quella che può offrire il mondo. È differente. Fiorirà nel nostro cuore se sapremo accogliere lo Spirito di Gesù.
È questa la pace da diffondere ogni qualvolta si raggiunge un luogo. Gesù insiste: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore».
Dopo venti secoli di cristianesimo perché ci paralizza la paura per il futuro? Perché tanta diffidenza della società moderna?
Tutto ci invita a conversione profonda e sincera verso una Chiesa più fedele a Gesù e il suo Vangelo.
Non possiamo rimanere passivi!
Ricorda Papa Francesco in Evangelii gaudium: “La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria” (21).

Sono questi gli ultimi desideri di Gesù risorto che ha lasciato ai suoi prima di tronare dal Padre.
Li affida oggi a noi perché sempre e dovunque siamo i testimoni del Risorto.


Commenti

Post più popolari