padre Paul Devreux"Vi do un comandamento nuovo"

Commento su Giovanni 13,31-35
padre Paul Devreux
V Domenica di Pasqua (Anno C) (24/04/2016)
Vangelo: Gv 13,31-35 
Oggi leggiamo il testamento di Gesù. Lui lo dice durante l'ultima cena, ma noi lo leggiamo dopo la
sua morte, come tutti i testamenti.
Prima Giuda esce dal cenacolo. Gesù avrebbe potuto denunciarlo, fermarlo, legarlo. No: è importante notare che è Gesù stesso ad aiutarlo ad uscire. Praticamente lo aiuta a denunciarsi perché a deciso di amarlo. E se questo è il suo desiderio, lo aiuta anche in questo. Gesù, con la croce, sta per rivelare un amore così, una capacità di amare nuova, che non si era mai vista.
Infatti dice: "Ora sarò glorificato", sarò una luce nuova, che si rivela servendo, con la lavanda dei piedi e con la croce.
Poi dice: "Vi do un comandamento nuovo". Vi do; quindi è un dono, non una legge. Un comandamento nuovo; non un nuovo comandamento, non uno in più. E' un comandamento unico, che supera tutti gli altri, che sarà sempre una novità da scoprire, attuare e rilanciare ogni giorno.
"Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Come io ho dedicato la mia vita a voi, come io ve l'ho donata, come io vi ho amato gratuitamente, così fate anche voi.
Amare fa parte della nostra natura. Tutti abbiamo bisogno e piacere ad amare. Direi che è anche la base di tutte le nostre vocazioni o attività lavorative. Amare è servire. Il problema è chi comincia, e soprattutto chi ricomincia dopo che c'è stato un conflitto.
Gesù lava i piedi a Giuda e poi lo aiuta ad uscire. Così rivela l'amore incondizionato di Dio. I discepoli ascoltano e poi annunceranno questo Vangelo in un mondo che gli è ostile. E saranno perseguitati e uccisi. Anche noi viviamo in un mondo che guarda con diffidenza al vangelo, anche se tutti applaudono il Papa quando passa, ma poi prevale la legge della giungla.
Come faccio io a dare fiducia a questa parola, a considerarla un dono?
Contemplando l'amore di Dio per Giuda, e anche per me, ricevo la forza e la libertà per amare e perdonare. E' l'amore ricevuto che mi dona la capacità di amare. Così vivo la mia vocazione di cristiano e di uomo. Non c'è nulla di più bello. E' Gesù che comincia. Io mi limito a provare a seguirlo, sintonizzando la mia vita sulla sua per portare avanti la sua rivoluzione.
Il cielo nuovo e la terra nuova, la città santa, la Gerusalemme nuova che scende dal cielo sono quel mondo, quel villaggio, quella comunità dove qualcuno accoglie il dono di questo comandamento e lo mette in pratica. "Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio."


Fonte:qumran2.net

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