Paolo Curtaz,"Sul lago


III Domenica del Tempo di Pasqua
At 5, 27-32. 40-41; Sal 29; Ap 5, 11-14; Gv 21, 1-19
Sul lago
In questo anno dedicato alla misericordia, in cui papa Francesco chiede all’intera Chiesa di fuggire le
immagini deformanti e demoniache che abbiamo di Dio siamo invitati a meditare diverse pagine dei vangeli.
La parabola del buon samaritano, o del padre misericordioso, quella del buon pastore, ad esempio.
Ma il vangelo di questa domenica di Pasqua rivela più di ogni altro cosa intendiamo quando parliamo di misericordia.
Perché Gesù risorto esprime definitivamente e senza possibilità di equivoci chi è Dio.
E chi è lui.
E per farlo prende un altro didimo, un altro gemello, un altro discepolo che ci assomiglia: Pietro.
Lui chiamato ad essere primo fra i fratelli. E che, invece, dopo la resurrezione si ritrova ad essere ultimo. Sì, certo, Gesù è risorto. Ma il suo cuore è ancora chiuso nel sepolcro.
Pietro non è ancora riuscito a perdonarsi.
E Gesù lo raggiunge alla fine della sua infinita tristezza.
Manifestando il suo immenso amore per Pietro. E per noi.
Non fa per me
Gesù è risorto. Ed è apparso ai discepoli; Pietro, insieme a Giovanni, è stato il primo a correre alla tomba, ed è presente al Cenacolo alla sera di Pasqua, diversamente da Tommaso; Luca accenna anche ad una apparizione privata a Pietro di cui non abbiamo alcuna traccia. Probabilmente non era andata granché bene…
Pietro è stato il più presente alle apparizioni del Risorto.
Ma nulla è accaduto, in lui, il suo cuore è rimasto duro e arido.
Gesù è vivo certo, ma non per lui.
Gesù è risorto e glorioso, vivo, ma lui, Pietro, è rimasto in quel cortile.
Pietro crede, certo. Ma la sua fede non riesce a superare il suo fallimento.
È Pasqua, evviva. Ma la mia vita resta sepolta dai miei sbagli o dalla fortuna. Da un lutto o da un dolore, da una malattia o da mille ombre.
È festa per gli altri, non per me.
Spiagge
L’inizio del vangelo di oggi, descrive uno dei più tristi momenti del cristianesimo: Pietro torna a pescare. L’ultima volta, tre anni prima, aveva incontrato sulla riva quel perdigiorno che parlava del Regno di Dio.
Torna a pescare; come a dire: fine dell’avventura, della parentesi mistica, si torna alla dura realtà. Gli altri apostoli – teneri! – lo accompagnano sperando di risollevargli il morale.
E invece nulla, pesca infruttuosa: il sordo dolore di Pietro allontana anche i pesci.
Ma Gesù, come spesso accade, aspetta Pietro alla fine della notte.
Gesù ci aspetta sempre alla fine della notte. Di ogni notte.
Camperisti
Il clima è pesante. Nessuno fiata mentre riassettano le reti.
Un silenzio rotto solo da quel rompiscatole che si avvicina per attaccare bottone e chiede notizie sulla pesca. Nessuno ha voglia di parlare la schiena curva, il capo chino, il cuore asciutto e sanguinante.
Ma questo perditempo insiste, proprio la persona sbagliata al momento sbagliato.
Finché.
«Riprendete il largo e gettate le reti»
Tutti si fermano. Andrea guarda Giovanni che guarda Tommaso che guarda Pietro.
Come scusa? Cos’ha detto? Cosa?
Nessuno fiata, riprendono il largo, gettano le reti dalla parte debole e accade.
Nessuno osa parlare. Ma sanno. Sanno. Sanno.
È lui.
Amami, Pietro
Il silenzio, ora, è gravido.
Gesù si comporta con naturalezza, scherza, ride, mangia con loro.
Poi tenta il tutto per tutto e prende da parte Pietro.
L’ultima volta che si erano visti era stato al sinedrio.
«Mi ami, Simone?»
«Come faccio ad amarti, Rabbì, come oso ancora dirtelo, come faccio?» pensa Pietro.
«Ti voglio bene» risponde Simone.
«Mi ami, Simone?»
«Basta, basta Signore, lo sai che non sono capace, piantala!» pensa Pietro.
«Ti voglio bene» risponde Simone.
«Mi vuoi bene, Simone?»
Pietro tace, ora. È scosso, ancora una volta. È Gesù che abbassa il tiro, è lui che si adegua alle nostre esigenze. Pietro ha un groppo in gola. A Gesù non importa nulla della fragilità di Pietro, né del suo tradimento, non gli importa se non è all’altezza, non gli importa se non sarà capace.
Chiede a Pietro solo di amarlo come riesce.
«Cosa vuoi che ti dica, Maestro? Tu sai tutto, tu mi conosci, sai quanto ti voglio bene»
Sorride, ora, il Signore.
Sorride. Pietro è pronto: saprà aiutare i fratelli poveri ora che ha accettato la sua povertà, sarà un buon Papa.
Sorride il Signore e gli dice:
«Seguimi».

Fonte:"Ti racconto la Parola"


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