PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, “Il Buon Pastore”

Omelia IV DOMENICA DI PASQUA ANNO C 17 aprile 2016
 Gv 10,27-30
Il Vangelo di oggi, chiamato anche “Il Buon Pastore”, è tratto dal 10° capitolo del Vangelo di
Giovanni. Oggi ricorre anche la 53^ giornata mondiale di preghiera per le vocazioni e la Chiesa è invitata a pregare per le vocazioni alla vita consacrata, per i giovani che cercano in Cristo la Via per vivere la vocazione alla vita consacrata, come sacerdoti, suore o frati. Perché è necessaria la nostra preghiera? Perché in ogni uomo, la difficoltà maggiore è sempre la “scelta”, il cosa fare. A chi si prepara a vivere il Sacramento del matrimonio, ripeto spesso:”Se una persona affronta il matrimonio con troppa tranquillità, vuol dire che non ha compreso quello che sta per vivere”. È sempre più difficile scegliere, soprattutto oggi. Ci si ritrova a dover affrontare difficoltà sempre maggiori. Penso ai tanti ragazzi che si vergognano di essere cristiani, ai tanti giovani che in alcuni paesi non salutano il parroco per non essere poi presi in giro dai propri compagni. Magari la sera prima sono stati anche insieme ad una festa. Qualche settimana fa vedevo il film “Cristiada” la storia dei martiri messicani del 1917, la storia di un fanciullo che, appena adolescente, di fronte ai genitori, decide di morire martire al grido di “Viva Cristo Re” e che, proclamato beato nel 2005 da Benedetto XVI, verrà canonizzato il 16 ottobre di quest’anno: Josè Sanchez del Rio. Di fronte a qualsiasi persecuzione, non bisogna disperarsi perché questo brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato mette in risalto un fatto essenziale: ”Le mie pecore conoscono la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Seguire Cristo vuol dire iniziare un cammino con la certezza che Egli è sempre presente. Come abbiamo pregato nel salmo: ”Riconoscete che solo il Signore è Dio. Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo”. Siamo suoi. L’altro giorno vedevo un film con i sottotitoli in spagnolo. Alla parola “paese” corrispondeva il termine “pueblo”, cioè, popolo. Effettivamente c’è una differenza fondamentale perché il termine “paese” può rappresentare semplicemente il significato geografico, quello di “popolo”, invece, rappresenta un insieme di persone, un’appartenenza. Noi, appunto, siamo il “popolo di Dio” e preghiamo perché questo popolo ha sempre più bisogno di guide che indicano la via a ciò che è vero e a ciò che vale. Così testimonia la bellissima statua ad Ars, dove è rappresentato il santo Curato D’Ars che indica il cielo ad un fanciullo. La storia racconta che un fanciullo appena arrivato all’inizio del paese dove si trovava Ars, subito dopo gli disse:”Tu mi hai indicato dov’è Ars, io t’indicherò dov’è il cielo”.

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