Bruno FERRERO sdb,"NOI SAPPIAMO COM'E' FATTO DIO"

22 maggio 2016  | 8a Domenica: Ss. Trinità- Anno C   |  Omelia
NOI SAPPIAMO COM'E' FATTO DIO

Com'è fatto veramente Dio? È la domanda delle domande che ha percorso i secoli e sollecitato la
mente delle creatura umane: dai grandi pensatori alle persone più umili.
La questione è importante. Il nostro modo di credere e di pensare Dio, influenza totalmente il nostro modo di essere, la nostra maniera di comportarci, il nostro modo di vedere noi stessi, il mondo e i nostri simili..

Per questo da sempre gli esseri umani si sono interrogati su Dio, ben sapendo di non essere in grado di avere una risposta semplice. Un filosofo, André Comte-Sponville, sintetizza così il problema: "Veniamo alla parte più difficile, o più incerta. Due questioni, a proposito di Dio, si impongono prima di tutto: quella della sua definizione, e quella della sua esistenza. Nessuna scienza sa rispondervi, né lo saprà mai. Non è un motivo per rinunciare a pensarci. Nessuna scienza sa neppure dirci come vivere, né come morire. Non è una ragione per vivere o morire in un modo qualsiasi" (Lo spirito dell'ateismo, 62).

Una cosa però sappiamo: Dio non è un enigma e non gioca a nascondino con gli uomini. Vuole che noi lo conosciamo. Perché cercare la verità è un dovere. Gesù l'ha detto e ripetuto. Stando ai Vangeli, egli non si scandalizza quando chi lo ascolta e i suoi seguaci lo interrogano sull'identità sua e del Padre. Al contrario, è lui stesso a provocare le domande.

Conoscere Dio è l'essenziale. Gesù lo afferma chiaramente: "La vita eterna è questo: conoscere te, l'unico vero Dio e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Vangelo di Giovanni 17).
Gesù afferma un giorno: "C'è poi il Padre che mi ha mandato: anche lui ha testimoniato a mio favore, ma voi non avete mai ascoltato la sua voce e non avete mai visto il suo volto. La sua parola non è radicata in voi, perché voi non avete fede nel Figlio che egli ha mandato. A me non importa affatto di ricevere i complimenti degli uomini. D'altra parte io vi conosco: so bene che non amate Dio".
"Chi mi ha mandato dice la verità. Ma voi non lo conoscete" (Vangelo di Giovanni 7, 28).
Chi sono gli ascoltatori? Chi sono le persone a cui Gesù sbatte in faccia queste parole terribili? Sono brave persone. Gente di Dio dalla nascita.
Ma sono rimasti al sacerdozio di Aronne: "Gli Israeliti videro che Mosè tardava a scendere dalla montagna; allora si riunirono intorno ad Aronne e gli dissero: "Su, costruisci per noi un dio che ci guidi. Ormai non sappiamo che fine abbia fatto quel Mosè che ci ha portati fuori dell'Egitto". Aronne disse loro: "Raccogliete gli anelli d'oro che le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie portano agli orecchi e dateli a me".'Tutta la gente si tolse gli anelli e li portò da Aronne. Egli li prese, li fece fondere e fabbricò la statua di un vitello. Allora dissero: " O Israeliti, ecco il vostro Dio, che ci ha fatto uscire dall'Egitto!".Quando Aronne vide questo, costruì un altare davanti al vitello; poi proclamò: "Domani è festa in onore del Signore". Il giorno dopo, al mattino presto, gli Israeliti bruciarono sacrifici completi e ne offrirono
altri per il banchetto sacro. Poi si sedettero per mangiare e per bere: alla fine si misero a far festa" (Esodo 32, 1-6).

Un dio a nostro uso e consumo è certamente più comodo del Dio di Gesù.
Se l'avessimo inventato noi, Dio sarebbe di sicuro molto somigliante al vitello d'oro.
L'avessimo inventato noi, non saremmo qui a Parlare di Santissima Trinità.

Era il giorno della Cresima. I cresimandi erano allineati nella navata centrale della chiesa. Il vescovo si sedette e, come spesso succede, cominciò a dialogare con i ragazzi. Chiamò una bambina che si avvicinò.
"Come ti chiami?" domandò il vescovo.
"Manuela", rispose la bambina, molto emozionata.
"Dimmi, Manuela, cosa diciamo facendo il segno della croce?".
"...".
"Diciamo", l'aiutò il vescovo, sorridendo: "Nel nome del Padre, del Figlio e...".
"...e della Mamma!" concluse la bambina.

Di certo non si è offeso lo Spirito Santo. La bambina ha dato una definizione bellissima di Trinità, il modo con cui esprimiamo l'essenza di Dio.
Dio è come una famiglia in cui tutto è donarsi, vivere per, intreccio d'amore.
Dio è mistero, ma ha voluto farsi conoscere. Per questo ha usato dei nomi così semplici, così familiari: papà, figlio, soffio, fiato, respiro…

Una frase di Gesù ha cambiato la storia dell'umanità: "Chi vede me, vede il Padre" (Vangelo di Giovanni 14,9).
Finalmente sappiamo chi è Dio. È grazie a Gesù che Dio acquista ai nostri occhi un volto comprensibile. Quando guardiamo Gesù, non può venirci in mente un'immagine qualsiasi di Dio. Di certo non quell'immagine un po' astrusa e un po' ammuffita dei filosofi che hanno balbettato o con incredibile supponenza hanno discettato di Dio.
Gesù è la risposta.
Come abbiamo sentito,Gesù riconosce che per noi è difficile comprendere davvero il mistero di Dio:

"Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso".
Sarebbe buffo il contrario: Dio è immenso e infinito, come potrebbe entrare nella nostra piccola testa?

Nella vita di Sant'Agostino, uno dei più grandi pensatori del cristianesimo, c'è una piccola storia significativa, che è ricordata anche nello stemma del Papa Benedetto XVI, che porta al centro una conchiglia.
Il santo passeggia sulla spiaggia africana dov'è vescovo, meditando sul mistero di Dio. Da lontano scorge un bambino che corre avanti e indietro dal mare ad un punto fisso della spiaggia, a dieci metri dal bordo del mare. Il bambino porta un po' d'acqua di mare in una conchiglia e la rovescia in una buchetta che ha scavato nella sabbia.
Incuriosito, Sant'Agostino si avvicina e gli chiede che cosa sta facendo. Il bambino risponde: "Come vedi, voglio portare tutta l'acqua del mare nella buca che ho scavato".
Sant'Agostino sorride e gli fa notare che non ce la farà mai, perché è francamente impossibile.
Il bambino lo guarda negli occhi e risponde: "Anche tu, Agostino, non puoi pretendere di mettere i segreti di Dio nella buchetta della tua intelligenza. Dio è immenso! Molto più grande della terra, del mare e del cielo e di tulle le intelligenze degli uomini!"

Ma non dobbiamo scoraggiarci. Gesù ci ha rassicurati:

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà".
Pensare a Dio come a Trinità, significa allora pensare a Dio come ad un vortice d'amore che tutto attira e ingloba, noi compresi.
Così sappiamo bene che cosa proclamiamo, quando tracciamo su di noi il segno della croce dicendo: "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".
Iniziamo dalla conclusione della formula della nostra professione di fede, lo Spirito Santo. Incontriamo Dio in tutta la sua maestà, indiviso e inafferrabile, come Spirito Santo. Egli, infatti, è l'autore della prima e della nuova creazione, come Spirito ci libera dal peccato e rida vita ai morti. È la forza che ci fa adempiere alla Legge. E dunque è Dio che conferisce al mondo e agli esseri umani forma e vita, vitalità e ordine. Dio come Spirito Santo crea, forma ed è gioia.

E il Figlio è Dio, in lui il mistero di Dio si presenta al nostro sguardo pieno e indiviso. Era infatti proprio questa l'esperienza della gente davanti a Gesù: così amabile e così vincolante, così tenero e così severo, così serio nella solitaria preghiera notturna e così allegro nei banchetti, così sovranamente intransigente con i demoni e così fraterno con donne e bambini, così santo nell'eliminazione assoluta di ogni forma di sporcizia, così liberatorio nel perdono dei peccatori, così è soltanto Dio e così, sicuramente, è Dio. Perciò era una fortuna incontrare Gesù e sperimentare la fine di ogni blocco e di ogni malattia. Gesù combatte contro il regno di Satana come un condottiero, contro la malattia, la fame e la morte come un medico e contro le assurde divisioni tra gli uomini.
In ciò sta anche la promessa più essenziale.
Sin dai tempi del paradiso terrestre, il "Diventerete come Dio" domina le fantasie degli esseri umani. Qui - nel beato essere-figlio di Gesù nei confronti del Padre - si trasforma inaspettatamente in realtà. In Gesù abbiamo incontrato Dio come uomo e in maniera umana, affinché diventiamo come Dio, finalmente affrancati dall'onnipotenza della morte.
E Dio è presente come Padre, come origine, come grembo materno di tutto ciò che è e che sarà, L'Apocalisse di Giovanni lo dice nel modo più chiaro: "Io sono l'Alfa e l'Omega [l'ultima lettera dell'alfabeto greco], il Principio e la Fine".

Festeggiamo allora la magnifica ricchezza di Dio.
Facciamo il "segno della croce" pubblicamente e con fierezza.
Che diritto abbiamo noi cristiani di passare sotto silenzio, quasi con imbarazzo, il Dio di Gesù?
Noi sappiamo com'è fatto Dio.
Don Bruno FERRERO sdb
Fonte:  www.donbosco-torino.it

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