Don Severino GALLO sdb "L'INCARNAZIONE DELLO SPIRITO SANTO"

15 maggio 2016 | 8a Domenica di Pasqua: Pentecoste - Anno C | Omelia
L'INCARNAZIONE DELLO SPIRITO SANTO
Pentecoste! Trionfo dello Spirito Santo!
Dio, nella lontananza dei tempi, alitò il suo spirito su una massa inerte di fango, e il genere umano
iniziò la sua meravigliosa avventura.
Nella pienezza dei tempi, Gesù fece piovere il suo Spirito sugli Apostoli e la Chiesa diede il suo primo palpito di vita: la "nuova umanità" iniziò la sua presenza in mezzo agli uomini.
Grazie a questo Spirito, Gesù si rende presente nella nostra vita quotidiana. E' lo Spirito che permette a Gesù di donarsi a noi come luce, forza, cibo e bevanda per le nostre anime assetate d'infinito.

Si deve allo Spirito Santo la radicale trasformazione degli Apostoli nell'intelletto, nella volontà, nelle capacità, nel coraggio, in tutto. L'opera iniziata da Gesù comincia ad aver successo proprio con la venuta dello Spirito Santo.
La Pentecoste è la festa dell'irruzione dello Spirito sulla terra, nella Chiesa. Ma non è soltanto festa di quei fortunati Apostoli, è la nostra festa.

Nelle pagine del Vangelo Gesù promette il dono dello Spirito agli Apostoli, non come prerogativa occasionale, ma come fatto permanente della Chiesa: "In verità ti dico, se uno non sarà rinato dall'acqua e dallo Spirito Santo, non potrà entrare nel regno di Dio" (Gv. 3,5). La nuova nascita dell'uomo (allusione al Battesimo) deve avvenire dunque nell'acqua e nello Spirito Santo: non è questione di carismi straordinari, ma di un dono promesso a tutti i credenti.

Anche il discorso dell'Eucaristia si conclude con un significativo accenno allo Spirito: "E' lo Spirito che vivifica: la carne non giova a nulla. Le parole che io vi dico sono Spirito e vita" (Gv. 6,64). Nel dono del corpo e del sangue di Gesù lo Spirito determina la comprensione e l'uso: o tutto si riceve nello Spirito o non si capisce nulla.
L'importanza che Gesù attribuisce allo Spirito, dimostra che si tratta di un dono duraturo.
Lo Spirito è presente nella Chiesa come continuatore dell'opera di Gesù: "Egli vi guiderà verso tutta la verità, perché non vi parlerà da se stesso; ma dirà tutto quello che ascolta e vi farà conoscere l'avvenire" (Gv. 16,13 ss).

Non dubitiamo di questa presenza nella Chiesa e nei singoli cristiani. La Pentecoste non èsolo un episodio storico: è un accadimento di tutti i giorni e di tutti i discepoli di Gesù.
Lo Spirito Santo si mescola all'uomo: lo riscalda, come fa il fuoco con l'acqua sino a portarla all'ebollizione, o col ferro sino a renderlo incandescente, senza aggiungere particelle speciali.
L'uomo può sempre sottrarsi a questa azione o ritardarla con la sua resistenza: ha la capacità di opporsi, di rifiutare, di accettare solo parzialmente.

Stiamo attenti a non mortificare la Spirito Santo in noi!
Lo Spirito è per ogni cristiano. Infatti per ogni cristiano ogni giorno è Pentecoste, perché ogni giorno - se il peccato non vi si oppone - il cristiano riceve la grazia dello Spirito Santo. Per questo Egli è "il dolce Ospite dell'anima" (SEQUENZA)

Quello che accadde allora, si ripete silenziosamente in ciascuno di noi: non c'è la cornice, ma il quadre rimane ed è lo stesso. Il Vescovo nell'Ordinazione dei Sacerdoti ripete le parole della Pentecoste di Giovanni: "Ricevete lo Spirito : a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete saranno ritenuti". Sulla bocca di Gesù il soffio dello Spirito è connesso col dono della pace, con la remissione dei peccati e la consegna missionaria: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi".

Tutta la Chiesa dipende dallo Spirito Santo. Con lo Spirito tutto si capisce e si accetta. Senza Spirito calano dubbi e nubi da ogni parte. Senza lo Spirito non si è capaci né di pregare né di credere. "Nessuno può dire Signore Gesù, se non nello Spirito Santo (1 Cor. 12,3).

E' tale l'importanza della Pentecoste, a volerne far senza, non si capirebbe neppure il Cristianesimo. Se la storia della salvezza si fosse fermata all'Ascensione, non avremmo la Chiesa, perché non ci sarebbe stata la predicazione degli Apostoli, l'evangelizzazione e la conversione del mondo.
Senza lo Spirito Santo non ci sarebbero stati la fortezza dei Martiri, né l'olocausto della verginità, né le profonde intuizioni dei Padri della Chiesa. E' Lui che illumina, assiste e fortifica i legittimi pastori, n rende infallibile il Magistero. E' Lui che con l'effusione dei suoi doni produce sempre nuove meraviglie di santità e di grazia.

Questa è la Chiesa. Questa la sua perenne Pentecoste. Noi dobbiamo sentire tutta la fierezza di appartenere a questo corpo. Dobbiamo però sforzarci di esserne sempre delle membra vive, che contribuiscono efficacemente allo sviluppo di tutto l'insieme. Dobbiamo preoccuparci di crescere sempre nella vita che circola in questo Corpo, per opera dello Spirito Santo.
Viviamo in un momento ed in una società, in cui si sentono tante lamentele. Secondo alcuni non c'è più nulla che vada bene: nella Chiesa, nella vita politica, nella vita sociale, nei costumi, nella stampa, negli spettacoli, nella moda.

E' stato giustamente detto: "E meglio accendere un fiammifero che maledire le tenebre".
La società siamo noi, la Chiesa siamo noi. Invece di piangere sulle piaghe della società, dobbiamo chiederci se lavoriamo decisamente per migliorarla. Dobbiamo aver fiducia nello Spirito Santo, che opera in questo mondo, se trova anime aperte ai suoi doni.

La festa odierna è opportuna per prendere coscienza degli intimi rapporti che legano ciascuno di noi allo Spirito Santo.
"Egli è l'origine e il principio dell'incarnazione di Gesù in ogni cristiano, come fu l'origine e il principio dell'incarnazione di Gesù nel seno della Vergine Maria. L'abitazione dello Spirito Santo in noi è verità di fede come l'Incarnazione.

L'incarnazione storica continua e si compie in una spiritualizzazione dell'umanità intera.
La Pentecoste ha rivelato che Dio si era incarnato, non per trentatré anni, ma per sempre. Che aveva condiviso con noi la sostanza della sua vita (cioè il suo Spirito d'amore) per sempre. La Pentecoste è l'inizio di una presenza irrevocabile di Gesù, senza fine, nel mondo. Dove?
Nell'umanità di ciascuno di no. E' là che adesso continua il lavoro d'Incarnazione, di Redenzione. Incarnazione di Dio, Redenzione del mondo.

Sotto certi aspetti l'inabitazione dello Spirito di Gesù nei cuori è qualcosa di più importante dell'Incarnazione storica. La Pentecoste è un avvenimento più formidabile del Natale. L'Incarnazione è Dio che diventa uomo, un uomo. La Pentecoste è gli uomini che sono chiamati a diventare Dio. Dio non soltanto si è curvato verso di noi, ma ci vuole sollevare fino a Lui.
La manifestazione dello Spirito è assai più strepitosa di quella del Figlio. L'Incarnazione infatti si compì oscuramente, di notte, in una stalla. La Pentecoste invece esplose in pieno giorno, di fronte a centinaia di persone che furono testimoni della trasformazione.

Non era più Dio che, nella sofferenza, diventava uomo, era un intero gruppo di uomini che, nella luce e nella gioia, diventavano Dio! "Farete cose più grandi di me": l'annuncio di Gesù alludeva alla Chiesa (LOUIS EVELY).
Nonostante tutte queste meravigliose realtà, lo Spirito Santo continua - purtroppo - ad essere il grande sconosciuto, il grande dimenticato da tanti cristiani, ma anche da molti religiosi.
Se vogliamo raggiungere presto la santità, stiamo attenti a non sbagliare indirizzo... Non rivolgiamoci, per esempio, a... Santa Zita o ad altri Santi... ma rivolgiamoci al Santo per eccellenza, allo Spirito Santo...
Un giorno Sant' ANGELA MERICI pregava fervidamente sulla tomba di San Francesco d'Assisi chiedendo di vincere i tanti ostacoli che vede frapporsi alla sua santità.
Udì una voce: - Tu hai fatto ricorso al mio servo Francesco; ma ti indico un altro mezzo più efficace.
- Chi sei tu? - chiese Angela.
- Io sono lo Spirito Santo. Sono venuto per darti la gioia che non hai, e la santità di cui hai bisogno. Sappi che io ti amo, e ho stabilito in te la mia dimora; perciò cerca in me solo il tuo riposo.
Pensando ai suoi peccati, la Santa si sentì indegna della visita divina, e credette che fosse una sua illusione: - Se foste veramente lo Spirito Santo - disse, riavendosi dallo stupore - non mi parlereste così, perché sono indegna; e poi io dovrei provare una gioia tale, da morirne...
- Non sono io padrone dei miei doni? - replicò soavemente la voce misteriosa. - Io dò la mia grazia e i miei doni a chi voglio....
Sant' ANGELA sentì una ineffabile effusione della grazia, e non ebbe più alcun dubbio.
Cari Fratelli e Sorelle, per ottenere la santità, non sbagliamo indirizzo: rivolgiamoci allo Spirito Santo. Ma il segreto per attirare in noi lo Spirito Santo è sempre la devozione alla Madonna: Ella infatti è la Sua Sposa Immacolata. Perciò la Madonna è come la divina calamita dello Spirito Santo.
"Ubi Maria, ibi Spiritus:
dove c'è la Madonna, ivi c'è lo Spirito Santo".
E quindi sappiamoci regolare! Rivolgiamoci a Lei!
Don Severino GALLO sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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