fra Damiano Angelucci, "Perfetta unità e semplice Trinità

Santissima Trinità - 22 Maggio 2016 - anno C
Perfetta unità e semplice Trinità.
Dal Vangelo di Giovanni (16, 12-15) 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Commento
Di tanto in tanto rifletto sulle parole di un mio confratello sacerdote, insegnante di teologia, il quale sostiene che tra tutti i misteri della fede cristiana, cioè delle cose da credere per un cristiano, la Santissima Trinità è la realtà di fede più semplice, anzi semplicissima. Dio perfetta unità nella semplice Trinità.
Non sarebbe neppure il primo a sostenerlo se è vero che Sant’Agostino d’Ippona, uno dei padri più importanti della storia della Chiesa, ha sintetizzato in tre parole questo dogma: l’Amante, l’amato e l’amore. Sarebbe a dire che nell’eternità di Dio, ancor prima della creazione, il Padre ama generando il Figlio; il Figlio accoglie docilmente l’Amore, lo Spirito Santo è la relazione d’amore tra Padre e Figlio.
Personalmente, nonostante queste attestazioni di assoluta semplicità, continuo a pensare che la Trinità resti ben al di sopra delle nostre capacità umane di comprensione, ma forse proprio qui dobbiamo prendere atto della necessità di lasciarci comprendere noi da Dio e di non voler sempre tutto comprendere noi.
Queste parole del testo del Vangelo e altre pronunciate da Gesù ci illuminano quanto basta per capire che Gesù non è una presenza solitaria , ma rivelazione di un Dio Padre pieno e ricco di misericordia. Gesù dice anche in un altro brano “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Anzi sappiamo che tra le cause scatenanti dell’odio giudeo di quel tempo ci fu l’accusa che lui uomo, si era fatto uguale a Dio.
Tutto ciò che Gesù ci dona, viene dal Padre ma Gesù aggiunge anche: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”.
In ogni frangente della storia, dal giorno di Pentecoste fino all’ultimo giorno in cui Gesù salvatore tornerà a tutto ricapitolare, lo Spirito Santo ci rende presente attraverso la Grazia dei sacramenti e l’umanità, pur fragile, della Chiesa, la presenza di Cristo Signore, rivelatore dell’amore di un Dio che è Padre.
Significativo allora il segno di croce con cui tracciamo il mistero della Trinità sul nostro volto. Sembra significare che non noi dobbiamo prendere e comprendere la grandezza e l’ineffabilità dell’unico Dio in tre persone, quanto lasciarci avvolgere e abbracciare dal suo essere comunione. Dio è Comunione di persone, e in essa siamo introdotti anche noi attraverso l’unica porta d’accesso che è Cristo Gesù, asceso al Cielo con la nostra umanità.

Fonte:http://fradamiano.blogspot.it/

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