Padre Tiziano SOFIA sdb"FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME"

29 maggio 2016 | 9a Domenica: Corpus Domini - Anno C | Omelia
"FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME"

Credo che Cristo mi perdonerà se mi permetto di aggiungere al suo ordine una parolina:

"Fate questo COME IO l'ho fatto"

Due termini di importanza somma: "questo" e "come".

Da come si fanno certe cose importanti si comprende la personalità di chi opera, come pure di chi assiste.

Intanto una premessa: Gesù ha celebrato un banchetto pasquale, durante il quale c'è stato un cambiamento radicale: sempre erbe amare, sempre un agnello. Cristo si è sostituito all'agnello. Egli è oggi "l'AGNELLO DI DIO", non di qualsiasi gregge o di una qualsiasi pecorella-madre. E' Agnello divino.

Altra premessa: perchè sminuire una celebrazione di importanza somma, portandola a livello "banale" chiamandola con un termine povero come "messa"? Si partecipa al grande banchetto pasquale, che non è come andare al bar a bersi un bicchiere con gli amici e fare una partita a carte. E poi via!

Dio Padre ci invita al matrimonio di suo Figlio con la sua sposa la CHIESA. Nessuno, invitato alla festa, al banchetto, va solo per osservare, senza sedersi a tavola e banchettare.
Da come celebriamo riveliamo il livello del nostro vivere in Cristo. Ma non è solo lo sposo (il sacerdote) che celebra. Tutti i presenti celebrano, ciascuno con la sua parte. Come in un'orchestra fatta di svariati strumenti musicali: tutti insieme fanno la "sinfonia". Celebriamo un banchetto sinfonico.

Celebriamo I'AMORE tra sposo e sposa: Cristo sposo, noi la sposa. II sacerdote dovrebbe avere la nobiltà, la ieraticità del Cristo, e il popolo di Dio una presenza "principesca" degna della nostra nobile vita divina ricevuta.

I momenti nevralgici della solenne celebrazione

Se la Chiesa nasce, cresce e matura con e nei sacramenti, in primis nel battesimo (che è immersione, non spruzzatina d'acqua spiritualizzata da Cristo!), poi nel banchetto eucaristico (che è MANGIARE E BERE IL CRISTO MORTO e RISORTO!) e finalmente nella "pentecoste-cresima" (ormai ridotta al lumicino come segno e come impegno!), c'è un fattore unico che li unisce: la PAROLA, quella di Dio, s'intende, non la nostra. I Sacramenti attuano la Parola, attuano il disegno di Dio Padre per l'umanità e per i singoli uomini.
Allora: -

ONORIAMO LA PAROLA, che è annuncio, non semplice lettura sbiascicata sovente da pseudo-lettori. La Parola chiede silenzio profondo e ascolto. Non quindi gente che disturba, o foglietti vari e messalini (riservati per i sordi, i muti, gli handycappati!). E coloro che annunciano siano vestiti dignitosamente, con un segno speciale del loro compito all'interno della celebrazione. Non imitiamo gli speakers della TV, che fan pena.
- Onoriamo il banchetto, dove Pane e Vino siano abbondanti, non "miseri". Offerti con eleganza processionale e ricevuti con premurosa umiltà dal sacer-dote, dicono il desiderio di partecipare bene.

E' una "chiesa" che celebra, un "solo corpo", non individui che svolgono le loro "pratiche di pietà" individuali.

MA SOPRATTUTTO è il POPOLO DI DIO...

... che banchetta: con Pane e Vino. Quest'ultimo tolto nei corso dei secoli, non da Cristo, (che disse: "prendete e BEVETE IL MIO SANGUE che sigilla la Nuova Alleanza!), ma da una certa svilita comprensione di ciò che celebriamo. Parliamo apertamente: meschinità sacerdotale!
Sono quel PANE e QUEL SANGUE che fanno CHIESA, come cibo e bevande nutrono il nostro corpo. Celebrare la festa di oggi solo con una solenne processione, ma lasciando il Pane nei piatto e il Vino nel calice, è una farsa difficile da sradicare. E poi... la meschina fretta, cosa inaccettabile in qualsiasi banchetto nuziale! Dov'è la "lex orandi = lex credendi"?

La CELEBRAZIONE carica d'AMORE ci carica d'AMORE

Dire messa (e per di più riservata a un defunto, perchè pagata) non ha niente a che fare con CELEBRARE IL CRISTO MORTO E RISORTO.
Allora accostiamoci al BANCHETTO DELL'AGNELLO PASQUALE

+ in bianche vesti candide, con cuore puro e sincero;
+ con profonda riconoscenza (da cui il termine "eucaristia), dimenticando ogni manifestazione di pigrizia fisica e spirituale; lasciamo da parte ogni individualismo.
+ Mangiamo quel Corpo Risorto, beviamo quel Vino santo che perpetua la NUOVA ALLEANZA tra Dio e l'uomo e tra tutti noi. Svegliamoci! Siamo nella Nuova Alleanza da 2000 anni!

Ma non saremmo cristiani se non portiamo nella vita quotidiana quel Cristo che ci ha assunti nel suo Essere, per cui viviamo con coerenza profonda l'AMORE che abbiamo celebrato.
Dovremmo dire e realizzare un "ANDATE CON GIOIA E PORTATE CRISTO nel mondo", da missionari a tempo pieno, continuando quindi una celebrazione unica: dentro-fuori chiesa. E' questa la VERA PROCESSIONE che Cristo vuole, non quelle folkloristiche magari con quale "inchino"! Inchiniamoci noi davanti al popolo che non conosce e non celebra la Pasqua, perchè SI ALZI! II cristiano è eucaristico per natura: celebra Cristo 24x24h...

 Padre Tiziano SOFIA sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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