PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, OMELIA CORPUS DOMINI

OMELIA CORPUS DOMINI 29 MAGGIO 2016 
Oggi ci prepariamo a vivere ciò che per noi è necessario, la fede,”Il dono dell’Eucarestia”.

E’ necessario comprendere questo dono e, quindi, l’efficacia che ogni Sacramento possiede. Dobbiamo, innanzitutto, avvertire il bisogno di Lui. Nel nostro cuore deve nascere e crescere il Suo desiderio . A tal proposito voglio leggervi questa breve preghiera
Signore ho bisogno di te. Ho bisogno di parlarti. Vengo per sostare solo dinnanzi a te a bocca chiusa, come Maria Riempi il vuoto che mi schiaccia. Sazia la fame che mi divora. Rischiara il buio che mi acceca. Fortifica la debolezza che mi sfibra. Dammi la tua luce che non si vede; la tua parola che non si sente il tuo amore che non si gusta. Adesso, Signore, non sono più solo.
Cosa fare dopo l’adorazione? Come vivere, cioè, il dono di essersi incontrati con Lui? Perché la fede non sia il limitarsi ad uno sguardo, perché ci sia un vero incontro e si svolga poi un cammino, occorre conoscere e realizzare concretamente e positivamente quanto richiede il termine ”Sequela”.
Riporto un breve dialogo tra un catechista e suoi ragazzi:
Un catechista chiese un giorno a un gruppo di giovani in preparazione per la Cresima: "Qual è la parte più importante della Messa?"
La maggioranza rispose: "La Consacrazione". Ma uno disse: "La parte più importante è il rito di congedo".
Il catechista stupito chiese: "Perché dici questo?" Egli rispose: "La Messa serve a nutrirci con la Parola, il Corpo e il Sangue del Signore. Però la messa inizia quando termina, quando usciamo nelle strade per andare a fare e a dire quello che hanno detto i discepoli di Emmaus: ” Abbiamo riconosciuto il Signore nella frazione del pane. E’ vivo e vive per sempre e per noi".
Più sentiremo vivo Gesù nella nostra vita, più vivremo e comunicheremo l’amore che Egli ha per noi. Questa è la vera grazia che dobbiamo chiedere nella preghiera.
Riguardo al mistero della SS.Trinità riporto questo breve paragone:”Più noi vivremo e sentiremo in loro l’amore dei genitori, più vivremo in comunione con i nostri fratelli e le nostre sorelle”. Questo amore sarà sempre più grande e diventerà sempre più contagioso se non sarà limitato solo a chi conosciamo. Come insegna il Vangelo”Amare il prossimo” significa amare”colui che hai di fronte” colui che incontri ogni giorno.
Facciamo in modo che il mondo ci riconosca dalle nostre opere! Solo allora lo miglioreremo veramente.
Come rileviamo dalla pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, Gesù invita anche noi , come gli apostoli, ”Voi stessi date loro da mangiare”.
Siamo qui per vivere la grazia dell’Eucarestia, per vivere, cioè, la comunione di Dio con l’uomo e far sì che ogni individuo, anche se straniero, diventi un mio nuovo amico.

Fonte:guardavalle.net

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