Don Attilio GIOVANNINI sdb"La legge e la fede"

12 giugno 2016 | 11a Domenica T. Ordinario - Anno C | Spunti per la Lectio
La legge e la fede
La legge. Nel corso dei secoli gli uomini hanno sempre lottato per stabilire il dominio della legge,
come argine all'arbitrarietà, alle diseguaglianze, agli abusi, alle prepotenze.
La legge è alla base della giustizia e della pace. Perciò gli uomini che osservano la legge sono encomiati, quelli che non la osservano sono biasimati, eventualmente puniti.
Dio stesso mostra di apprezzare gli uomini che osservano la legge e di condannare quelli che non la osservano. Egli promette il premio ai giusti, il castigo ai peccatori. Tuttavia, se il peccatore si converte e torna a osservare la legge, sarà perdonato.
La legge dunque è sacrosanta, e in effetti è indispensabile per un vivere civile. Epperò forse non è sufficiente. Perché il cuore dell'uomo è un groviglio di passioni, un abisso di malizia e ribellioni, che gli impediscono di sottomettersi facilmente alla legge, lo spingono a manipolarla in mille modi a favore dei propri interessi, pulsioni, gusti e tornaconti, o ad adoperarla per colpire i concorrenti.
D'altra parte, quando l'uomo è sul lato sincero e della buona volontà, non ha bisogno della legge per fare il bene.
In ogni caso i buoni si devono tenere lontani dai cattivi, si devono guardare dai loro esempi e dalle loro manovre, per non compromettersi con loro e perdere la loro bontà. Si devono fissare sul premio che spetta a loro e andare avanti senza guardare agli altri.
D'accordo. Ma così... chi pensa ai cattivi?
I cattivi basta semplicemente eliminarli, o bisogna anche cercare di salvarli?
In genere noi arriviamo rapidamente a sentenziare che essi sono irrecuperabili, ma perché le nostre risorse redentive e ricostruttive sono insufficienti.
In effetti per salvare i cattivi ci vanno i miracoli. E solo uno è capace di fare i miracoli. Solo uno può guarire il cuore come il corpo.
La sua medicina infallibile non è la severità e la punizione. È il perdono.
Noi, offesi dal male, respingiamo con forza l'ingiusto e lo condanniamo senza remissione. Lui, mentre odia il peccato, ama il peccatore. Gli apre una nuova possibilità, gli offre un nuovo inizio. Mostrandogli la sua fedeltà, lo incoraggia a tornare al bene, ed il miracolo si compie.
Ciò che gli è difficile piuttosto è salvare i "buoni". Ha più problemi con gli osservanti, con quelli che si tengono lontani dai cattivi per non rovinare le loro belle immagini.
Non riesce a salvarli perché sono soddisfatti di sé e non cercano altro, mentre Dio ha un grandissimo dono da fare loro: il dono della sua vita. E questo esige che si svuotino di sé, per poter essere riempiti di lui. Ma non ci arrivano.
Dio vuole stabilire un'intimità personale con loro, e questo esige che escano da sé per incontrarlo. Devono lasciarsi trasportare in paesaggi sovrumani, impervi alle menti limitate della creatura. Devono consegnarsi a lui. Poi Dio darà loro capacità di fare cose che sono al di là delle capacità umane, come dare la vita per la verità, amare i nemici, apprezzare l'umiltà e gioire della povertà, servire gli ultimi, mettere la preghiera al di sopra ogni altro impegno...
Dio però ce ne ha dato un modello perfetto in Gesù, che si è svuotato, si è annullato, per fare la volontà del Padre, e per questo è stato innalzato fino alla destra del Padre.
E non solo un modello; Gesù è anche l'astronave che ci porta fino al Padre. Basta affidarsi a lui: lui ci fa una cosa sola con sé, ci incorpora a sé e ci infonde il suo stesso Spirito, che ci fa figli come lui, e così arriviamo anche noi al Padre.
Dopo di che la legge diventa facile, perché diventa amore.

Don Attilio GIOVANNINI sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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