Don Domenico MACHETTA "E' una peccatrice"

12 giugno 2016 | 11a Domenica T. Ordinario Anno C | Appunti per Lectio
1ª LETTURA: 2 Sam 12,7-10.13
La Bibbia ci invita lungamente a riflettere su Davide peccatore, per farci capire qualcosa del cuore
umano. Davide, pur credendo in Dio, è un uomo criminale, adultero e omicida. Il successo "gli ha dato alla testa". Il fatto è descritto nei particolari con arte e con finezza psicologica: la genesi del peccato, il desiderio, la consumazione, fino all'epilogo di crudeltà verso Uria. Dall'adulterio all'omicidio premeditato.
Ma ecco che si affaccia sulla scena l'uomo di Dio. Dopo la delicatissima parabola del povero con la sua pecorella, strappata dal prepotente, il profeta Natan scarica su Davide il giudizio di Dio: "Tu sei quell'uomo!". Dice Dio:

Io ti ho unto re d'Israele,
ti ho liberato...,
ti ho dato...,
ho messo...,
tu hai disprezzato la parola del Signore.
Davide confessa il suo peccato senza fare un commento: "Ho peccato contro il Signore!". In realtà il colpito non è tanto Uria l'Ittita, ma Dio stesso, il difensore dei deboli.
L'autore del "Miserere" (Salmo 50/51) mette in bocca a Davide questo salmo, in seguito al suo grande peccato. È diventato il salmo dei secoli, forse il più cantato e il più meditato.

VANGELO: Lc 7,36-8,3

Una pagina tutta di Luca. Chi è questa peccatrice? Non è Maria di Betania, né la Maddalena. In fin dei conti non ci interessa neanche sapere chi sia, o, se vogliamo, sappiamo chi è: è la Chiesa. Siamo noi, quando siamo nella verità. Perché quando ci scostiamo dalla verità, diventiamo come il fariseo. La Chiesa, questa "casta-meretrice", come è stata chiamata, sta nella verità quando rimane in lacrime ai piedi di Gesù.
Una peccatrice lo tocca. È come lasciarsi toccare da un lebbroso: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e che specie di donna è colei che lo tocca; è una peccatrice". Così pensa tra sé il fariseo. Gesù legge il suo pensiero e incomincia a parlare: "Simone, ho una cosa da dirti". Allora qui non ci sono dubbi: Gesù vuol dirci una cosa chiara: quello a cui si perdona poco, ama poco. Hai pochi peccati da confessare? Sei un mezzo cristiano. Non hai peccati da confessare? Non sei cristiano. Tu ti autoescludi dalla Chiesa. Per questo c'erano dei santi che volevano confessarsi tutti i giorni. I santi si dichiaravano grandi peccatori, non per fare il teatro, ma perché erano convinti di esserlo. Più entra la luce in una stanza, più emergono le cose da ripulire; più una stanza è oscura, meno si nota la sporcizia. Uno dei più grandi doni da chiedere al Signore è questo: che possiamo vedere il nostro peccato. È più grande vedere il proprio peccato diceva S. Isacco il Siro che risuscitare un morto con la forza della preghiera. L'amore quindi è proporzionale al perdono. L'amore scatta quando ti accorgi della misericordia che Dio ha verso di te.

Don Domenico MACHETTA
  Fonte:  www.donbosco-torino.it    |

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