GIOVANNINI Attilio sdb, "Il Regno e la croce"

26 giugno 2016 | 13a Domenica T. Ordinario - Anno C | Spunti per la Lectio
Il Regno e la croce
Il Regno: la grande promessa, l'attesa liberazione, la giustizia finalmente, il riscatto dei poveri...

Un profeta potente in parola e miracoli è sorto ad annunciare che è arrivato, sta già addirittura in mezzo a noi.
Gli animi si accendono, l'euforia dilaga. Ma quando il profeta potente spiega le esigenze e i tempi del Regno, l'entusiasmo si smorza. Le autorità ne approfittano per riprendere il controllo. I discepoli si fanno incerti e pesanti... Il risorgere della nazione si profila un fallimento.
Almeno, così pare. Ma il profeta potente non si abbatte. La sua convinzione sull'arrivo del Regno rimane salda. Per quanto lo riguarda, egli è sicuro che è ormai sulla strada del ritorno: la missione è quasi compiuta. E allora

*prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
"Indurì la faccia", dice letteralmente il testo. Va diritto, senza guardare né a destra né a sinistra. Ormai il tempo si sta compiendo.
Non importa se trova ostacoli, se lo respingono. Per es., i samaritani gli negano la sosta per la notte sul loro territorio? Non c'è da prendersela. Presto anche loro saranno raggiunti dal Regno e il loro cuore cambierà.
Viceversa ci sono di quelli che ancora credono in lui e vogliono seguirlo? Bene, ma li avvisa che si va all'avventura: non si aspettino nemmeno loro accoglienze ed ospitalità. Quel che conta è l'obiettivo che sta davanti, che è assoluto.
Addirittura non calcolino neanche i rapporti umani più sacri. Il funerale di tuo padre? Sarebbe sacrosanto, se qui non ci fosse in gioco qualcosa di assolutamente più grande. Di fronte all'offerta estrema e definitiva di Dio, quale è il Regno, non ci sono "se e ma". È troppo urgente fa sapere alle persone che Dio li sta visitando, come è urgente indicare a uno che sta affogando dov'è la scialuppa.
Quel Dio che ha chiesto a Ezechiele di non far lutto per la morte della moglie, ed ha chiesto a Geremia di nemmeno sposarsi, può chiedere anche a te di dare il segnale che la morte non è più un problema se viene il Regno.
Insomma, se volete seguire Gesù e partecipare alla sua missione, dovete essere decisi, più decisi e generosi di Elia ed Eliseo, perché Elia ed Eliseo erano gli inizi, Gesù è il compimento.
La missione esige radicalità e coraggio. Lo hanno capito gli apostoli. Lo hanno capito i missionari itineranti del tempo di Luca evangelista, che andavano di città in città allo sbaraglio, armati solo di fede. Lo sanno i missionari di ogni tempo, che lasciano tutto e portano con sé solo l'immensa ricchezza del Regno.
Ma ogni discepolo sa di dover lasciare tutto di fronte alla infinita grandezza del Regno. E lo fa non per fanatismo paranoico, ma per amore. Quell'amore riversato dentro lui dallo Spirito di Gesù.
Infatti, come Eliseo rispondendo alla chiamata di Elia ne ha raccolto la missione e lo spirito, così chi risponde a Gesù ne riceve la missione e lo Spirito. E allora comprende che è bello affrontare fatiche e pene per la signoria di Dio, che solo la croce è gioia, e che staccarsi dagli oggetti è l'unico modo per non perderli.
Don Attilio GIOVANNINI sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

Commenti

Post più popolari