MACHETTA Domenico SDB, Ma "chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà".

19 giugno 2016 | 12a Domenica T. Ordinario Anno C | Appunti per Lectio
1ª LETTURA: Zc 12,10-11; 13,1
Sarà un "Trafitto" la speranza del mondo. Questo misterioso annuncio è una delle perle del libro che
va sotto il nome di Zaccaria profeta. Nella seconda parte di questo libro, dal cap. 9 al 14, si parla di speranza, di attesa d'un re, di un messia di pace, umile, che cavalca un asino; si annuncia un tempo in cui gli archi da guerra saranno spezzati. Sono centrali i versetti che vengono proposti in questa prima lettura, i 10 e 11 del cap. 12: "Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto".
La morte del "Trafitto" diventa necessaria per la salvezza. Sarà salvo chi guarderà questo Trafitto. Dirà Gesù a Nicodemo: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede abbia la vita eterna". Chiunque crede, cioè chiunque si attacca a lui, chiunque volgerà lo sguardo a lui. Sarà soprattutto Giovanni che riprenderà questo tema e dimostrerà come la morte di Gesù sarà il compimento di questa profezia. "Riverserò uno spirito di grazia e di consolazione". "E, chinato il capo, riversò lo Spirito": così ci fa intendere Giovanni, descrivendo la morte di Gesù. Dal "Trafitto" uscirà il fiume d'acqua viva.

VANGELO: Lc 9,18-24

La confessione di Pietro è messa da Luca nel clima di preghiera, come è suo solito. I grandi momenti della vita di Gesù avvengono nell'atmosfera della preghiera.
"Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare". È importante anche la scelta del luogo per la preghiera. Mentre pregava dunque pose loro una domanda: "Le folle, chi dicono che io sia?". "Ma voi, chi dite che io sia?". Queste domande bisogna farle stando in preghiera. Sembra che Luca voglia ripeterci: È mai possibile conoscere qualcosa di Gesù fuori della preghiera?
Pietro risponde: "Tu sei il Cristo di Dio". Poi Gesù incomincia a dire delle cose... È come se dicesse: ma sapete cosa significa essere il Cristo di Dio? Ecco, ve lo spiego io. Il Figlio dell'uomo deve soffrire molte cose. Deve. Attenzione: è una "necessitas". Deve soffrire molte cose, più che "molto": "pollà", "multa". Significa ogni genere di sofferenze. Luca tralascia il particolare della ribellione di Pietro, che Marco sottolinea bene. È uno scandalo parlare di necessità della sofferenza e della morte. Sono termini che l'uomo vorrebbe radiare dal suo vocabolario. Del resto non siamo stati creati per la morte. Sofferenza e morte non erano nei programmi di Dio. Acquistano un senso misterioso per la sofferenza del Figlio di Dio. Cristo è l'unica risposta al dramma del dolore e della morte. Accettare Cristo significa dare un senso al problema più scottante dell'uomo: quello del dolore e della morte.
"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso...". Rinnegare se stessi significa dire a se stessi quello che Pietro nella Passione ha detto di Gesù quando l'ha rinnegato: Non conosco quell'uomo. Rinnegare me stesso significa dire di me stesso: Non mi conosco più. Non vivo più per i miei interessi egoistici, vivo per Gesù.

"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". Ogni giorno: è un particolare di Luca. Prendere la croce che cosa vuol dire? La propria croce è il proprio strumento di esecuzione, lo strumento di morte: dunque significa morire, perdere a tutti i livelli. La grandezza si misura dalla perdita. È lo scandalum crucis: amare è perdere!
Ma "chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà".

Don Domenico MACHETTA
Fonte: Fonte:  www.donbosco-torino.it

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