PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, "Compassione, amore che nasce da dentro"

Omelia domenica 05 giugno 2016
X DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO C 2016 
Il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato è ricco di una tenerezza davvero unica..

Gustiamo, innanzitutto, la vicinanza di Gesù al dramma di quella madre:” Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!».
Come si può dire”Non piangere” ad una madre che sta vivendo questo dramma? Ma Gesù propone, anzi, offre la speranza. Questo è il miracolo vero e proprio che mediteremo tra poco.
La compassione di Gesù, come più volte è stato spiegato, non vuol dire pietismo o compassione nel senso che spesso noi diamo a questi termini. Non significa , cioè, ”Mi dispiace, tanto a me non tocca”. Benedetto XVI, in riferimento alla parabola del Buon Samaritano, spiegava bene: ”Compassione significa che gli si spezzò il cuore”, amore che nasce da dentro, dalle viscere che costituiscono anche la radice del significato di Misericordia.
Gesù accoglie il dramma di questa madre non perché coinvolge una vedova con un unico figlio. Per una madre, come abbiamo meditato martedì nella catechesi del mattino, non esiste dolore più grande della morte di un figlio. Gesù vive con lei questo dolore.
Avviene il miracolo. Il figlio della vedova di Nain risorge:” Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre”.
Come dicevo prima,”Il miracolo è la sconfitta della morte”. Non si tratta solo della morte di quel momento, di quel giovane, ma della morte vera, di quella che chiude tutto. Gesù offre la speranza della resurrezione. “E il giovane si sedette sulla bara”, segno della sconfitta della morte che era avvenuta prima.
Domenica della SS. Trinità vi dicevo che la nostra fede è basata sul Mistero di Dio, sulla certezza che Egli va oltre a tutto ciò che è di questo mondo. Mi domandavo allora e mi chiedo anche oggi:”Di fronte ad alcuni eventi drammatici, come la morte dei due giovani nell’incidente di qualche giorno fa e di altri avvenuti precedentemente o che potranno avvenire in seguito, cosa rispondere?
Non credo in Dio e non mi rifugio in questa idea perché ho paura di ciò che avverrà dopo. Credo in Lui e mi sforzo di farlo perché il vero amore comporta una corrispondenza unica.
Il mondo in cui viviamo è la strada su cui camminare per ritrovare la casa del Padre.
Dernot Bolger scriveva:”La propria casa non è quella dove si nasce, ma bisogna trovarla. Neanche un pollo passa la sua vita accovacciato sui frammenti del proprio guscio”.

Fonte:guardavalle.net

Commenti

Post più popolari