Umberto DE VANNA sdb,"Tu sei il Cristo di Dio"

19 giugno 2016 | 12a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
Per cominciare
Chi è Gesù? La domanda è molto importante ieri come oggi. Ed è una domanda che coinvolge la
storia e ogni persona nei suoi orientamenti di fondo. Gesù sorprende gli apostoli con le parole che rivelano la sua identità. È il "messia sofferente", che realizza la parola dei profeti.

La parola di Dio

Zaccaria 12,10-11. Pochi versetti dedicati al messia sofferente, discendente di Davide. Altri profeti descriveranno le sue sofferenze in modo ben più dettagliato. Zaccaria viene citato da Giovanni, quando vede morire Gesù sulla croce (19,37).
Galati 3,26-29. In Gesù, dice Paolo, vengono abolite tutte le distinzioni ed è riconosciuta a ogni persona la piena dignità, quella unica e identica dei figli di Dio.
Luca 9,18-24. Gesù mette gli apostoli di fronte a una domanda che li costringe a schierarsi: dovranno dire quale opinione si sono fatta finora di lui. È Pietro a rispondere per tutti, ma la sua risposta non ha lo stesso significato per lui e per Gesù.

Riflettere

"Chi è Gesù?" è una delle domande più impegnative a livello personale, ma è anche una di quelle domande che può cambiare il senso della storia. Se la sono posta miliardi di persone negli ultimi duemila anni. Una domanda che non è nuova e che era già sulla bocca di tanti durante la sua vita pubblica. La domanda la si trova nei tre vangeli sinottici e viene fatta agli apostoli da Gesù stesso.
Da sempre Gesù fa discutere. C'è chi ha scelto di vivere come lui ed è disposto a dare la vita per lui. C'è chi vuole difenderlo e mette la sua cultura a servizio delle proprie convinzioni. Montagne di libri hanno analizzato e meditato ogni episodio della sua vita.
Qualche tempo fa una rivista underground ha fatto circolare un manifesto con l'identikit di Gesù. Presentava Gesù come un ricercato a piede libero: in alto la scritta Wanted, al fondo l'elenco delle sue scelte controcorrente e libere.
Perché Gesù è stato insieme un profeta itinerante, apparentemente un po' anarchico, ma anche il Figlio di Dio che parla con autorità, affascina e manda in crisi. "Mai un uomo ha parlato così!" (Gv 7,46). Perdona i peccati come solo Dio può fare e fa miracoli.
Alla domanda di Gesù seguono le risposte degli apostoli: la gente lo considera un grande profeta, il Battista o Elia ritornati in vita. Gesù però li incalza e rende personalissima la sua domanda: "Ma voi, chi dite che io sia?".
Pietro esprime il suo atto di fede pieno a nome di tutti: "Tu sei il Cristo di Dio".
Altrove Gesù fa l'elogio delle parole di Pietro, qui invece, l'evangelista Luca precisa che Gesù immediatamente corregge l'idea che Pietro e gli altri potevano avere del messia: "Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno".
La parola di Gesù scende su di loro come una doccia fredda. Morivano qui le loro ambizioni, anche se l'idea di un messia glorioso e vittorioso rimarrà ancora in loro ben radicata. Lo scandalo della croce rivelerà la fragilità della loro fede. Si riveleranno delusi, traditori e codardi.
Eppure alla fine, nonostante tutto, gli apostoli lo seguiranno e conosceranno anch'essi il travaglio e l'umiliazione del martirio.

Attualizzare

"Una mattina di primavera dell'anno 30 circa dell'Era Volgare, tre uomini furono giustiziati in Giudea dalle autorità romane. Due erano briganti, cioè predoni, banditi o assassini interessati solo al profitto personale, o forse ribelli le cui azioni di brigantaggio avevano un fine politico. Il terzo fu giustiziato come criminale politico di altro tipo. Non si era reso responsabile di razzie, non aveva depredato, assassinato o magari accumulato armi. Era stato invece condannato per aver preteso di essere re dei Giudei" (E.P. Sanders).
In quella mattina di primavera, i Romani, senza saperlo, avevano messo in croce l'uomo più libero della storia. Un ebreo che si era consegnato alla morte per non rimangiarsi nessuna delle parole che aveva pronunciato nella sia vita.
"Chi è Gesù?" ci domandiamo ancora oggi, dopo duemila anni. Ma la domanda non è nuova ed era sulla bocca di tanti già durante la sua vita pubblica. È originario di Nazaret di Galilea (Mc 1, 9), a quel tempo poco più di un villaggio. Tutti si conoscono sin da bambini tra quelle case, dove non avviene mai niente di straordinario. Ma Gesù, raggiunti i trent'anni, cambia vita, si presenta in piena libertà e autorità, provoca tra i suoi compaesani sorpresa, scandalo e indignazione (Lc 4, 14 30).
Gesù porta con sé tutte le caratteristiche di chi è nato in campagna, in un ambiente agreste e famigliare, ed è probabile che non abbia mai avuto l'occasione di spingersi fuori dai confini della sua regione. Eppure dimostra di avere una conoscenza profonda delle persone e della storia, di conoscere le grandi culture del suo tempo.
Ha trent'anni, ma non ha messo su famiglia. Sceglie invece di darsi alla predicazione e alla vita itinerante, attirando l'attenzione di molte persone. E il suo modo di agire suscita reazioni divergenti. "C'è gioia per le aperture che offre, ma genera anche confusione. Per alcuni provoca addirittura scandalo perché non ha peli sulla lingua e perché si muove in ambienti ritenuti poco raccomandabili dalla gente osservante del suo tempo. Gesù dispone di poteri straordinari. I malati sono guariti e gli indemoniati sono liberati dagli spiriti che li tormentano. La gente lo ammira. Ma egli incontra anche opposizione ed entra in conflitto con i capi religiosi" (Cees J. den Heyer).
La vita di Gesù non finirà mai di sorprenderci. Risponde pienamente alle attese della storia e nello stesso tempo scandalizza chi lo avrebbe voluto diverso, e soprattutto chi non si è rassegnato a vederlo uomo indifeso, umanissimo, sconfitto. Inchiodato a una croce.
Carlo Carretto parlando di Gesù, dice che gli ebrei in lui si aspettavano "un Dio potente, un Dio che risolvesse tutti i problemi, un Dio che eliminasse i cattivi, che vincesse i nemici in modo visibile a tutti". Invece Gesù apparve come un bambino, fu un semplice artigiano, e non si servì dei suoi poteri per trovare il pane. Non si alleò coi potenti per dominare, non si buttò giù dal tempio per fare un miracolo e far crescere le nostre sicurezze. E quando venne la prova non scappò. "Come uomo, uomo vero, uomo uomo, accettò il processo e la condanna, prese la croce sulle spalle, marciò piangendo verso il luogo dei cranio dove sarebbe stato crocifisso".
Di fronte a questo Gesù così umano e così vicino a noi, difficilmente rimaniamo indifferenti. L'importante è metterci davanti a lui con una curiosità nuova, rifiutando l'idea che sono cose che conosciamo già fin dalla prima comunione.

Gesù è così

"Gesù è strano, perché non è farina dei nostro mulino… La fede è come l'amore. Ti incanti e ti butti senza avere la prova, la certezza matematica che ci stai azzeccando. Davvero Gesù è strano. Se avesse voluto che tutti credessero senza dubbio alla sua risurrezione, avrebbe potuto apparire sulla piazza di Gerusalemme, o nel palazzo di Pilato! Macché! Ha affidato la notizia della sua risurrezione alle donne, che erano ritenute bugiarde per natura…" (Tonino Lasconi)
Don Umberto DE VANNA sdb

Fonte:  Fonte:  www.donbosco-torino.it

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