Don Paolo Zamengo, "Parola che incendia."

Commento XX domenica tempo ordinario – anno C – 2016
Parola che incendia.        Luca 12,49-53
il vangelo di oggi trasuda malinconia, la malinconia di Gesù, che sembra dirci: ho portato fuoco sulla
terra, ho portato fuoco nei cuori. Ma non basta, occorre qualcuno che lo accenda, come capita per il sole. Non basta che splenda nel cielo, bisogna spalancare la finestra. C'è chi confonde il luccichio di un vetro con la sua luce. C’è chi arreda la cella della prigione come fosse la sua casa.

E Dio soffre e si tormenta.  Ma non arretra, non toglie né cancella neanche una virgola al suo vangelo. Dio non cede alle logiche del mercato, degli sconti, dei saldi di fine stagione pur di racimolare qualcosa o qualcuno.  Gesù proclama il suo messaggio intero, sempre, tutto, a tutti.

Le sue parole bruciano, anche a costo di metterci tutti contro tutti: “padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre…”. Sembra una guerra totale, senza quartiere. È la logica, anzi, la forza di quella Parola che chiede lealtà, fedeltà e un po’ di  follia.

Mi fa pensoso quell’interrogativo: “Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”. Come a dire: “Perché non ragioni con la tua testa?”. C'è gente, e non solo oggi, che dà in prestito la sua testa, in comodato d'uso, che mette in affitto il cuore, che lascia scoperte le serrature dell’ anima.

Ecco le parole, alcune, di Papa Francesco ai giovani radunati a Cracovia per la GMG: “C’è una paralisi pericolosa e spesso difficile da identificare e che ci costa riconoscere. Questa paralisi nasce quando si confonde la felicità con un divano! Un divano che ci aiuta a stare comodi, tranquilli, ben sicuri.

Un divano, come quelli moderni, anche con massaggi per dormire. Continua Papa Francesco: “Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre “oltre”. Gesù non è il Signore del confort e della comodità.

E ancora: Per seguire Gesù, bisogna avere coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un bel paio di scarpe che aiutano a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare e comunicare quella gioia che nasce dall’amore di Dio, la gioia che ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia lascia nel tuo cuore.

Questo è il segreto, cari amici, che tutti siamo chiamati a sperimentare. Dio aspetta qualcosa da te. Avete capito? Dio aspetta qualcosa da te, Dio vuole qualcosa da te, Dio aspetta te, vuole te.

Così Papa Francesco.

Concludo. Ciò che distingue un uomo da un altro è ciò che ognuno fa di ciò che ha ricevuto.

Ma il vangelo che tutti noi abbiamo ricevuto non è un ombrellone di ferragosto.

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