PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, ” Quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto”.

Omelia domenica 28 agosto 2016
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C 2016 
Gesù oggi ci parla della “dieta”. Domenica scorsa riportavo il paragone dello zaino che bisogna
togliere per poter entrare dalla porta stretta per il Paradiso. Occorre lasciare in questo mondo le sue ricchezze. Gesù ci riporta al valore dell’umiltà.
Questo il paragone del Vangelo di oggi.
Da una parte c’è chi vuole ingrassare, cioè, la ricchezza, la vanagloria, la superbia. ”Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto”.
Dall’altra parte c’è la dieta, l’umiltà.” Quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto”.
Il Signore ha una metodologia unica, cioè, contraria alla logica umana, fragile perché legata alla ricchezza e schiava anche degli affetti. Come ripeto in più occasioni, la carità non si fa in base alle simpatie o alle antipatie.
Dio è amore e, quindi, attento al cuore dell’uomo.
Egli non ha bisogno della foto e della pubblicità per ricordarsi della povertà in cui vive l’innocente.
Papa Francesco più volte ci ha insegnato a non diventare “indifferenti” di fronte alla povertà.
Ognuno di noi avrà vissuto un momento in cui si è sentito escluso. Ora che siamo adulti riusciamo a capire cosa viveva l’altro. I più anziani che hanno vissuto la povertà e la fame riescono a comprendere maggiormente determinate situazioni. San Giovanni Polo II, in occasione della 2^ guerra del Golfo, diceva:”Noi che abbiamo vissuto la guerra, sappiamo a cosa porta”.
Ecco ora il secondo passo del Vangelo che, sinceramente, non vorremmo ascoltare.”Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché a loro volta ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”.
Ma Gesù non poteva stare zitto? Stavamo tanto comodi!
Qualche anno fa, nell’omelia di Natale, riportavo l’esperienza di San Vincenzo de Paoli quando s’incontrò col ministero francese. Questo lo rimproverava perché con il suo fare la carità aveva sconvolto la fede dei cristiani che prima si limitavano all’elemosina e stavano più contenti con la propria coscienza.
Il peccato della superbia è un ostacolo alla visione che Dio ha dell’uomo.
Il superbo è colui che non si confronta e che cerca solo adulatori.
Ognuno di noi vuole sentirsi dire:”Tu sei perfetto. Ciò che fai è sempre giusto, il peccato è altro…”
La paura di confrontarsi sta nel fatto che l’uomo non vuole cambiare.
Se vogliano fare la differenza, dobbiamo vivere quello che il Vangelo ci insegna: Invita chi non ti può ricambiare.

Fonte:http://www.guardavalle.net/

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