Don Arnaldo SCAGLIONI sdb"Riscopriamo la solidaretà - I piccoli gesti, il distacco dalla ricchezza…"

18 settembre 2016  | 25a Domenica T. Ordinario - Anno C  |  Omelia
25a Domenica T. Ordinario - C / Lc 10,1-5
Riscopriamo la solidaretà - 
I piccoli gesti, il distacco dalla ricchezza…

Gesù quando parla colpisce sempre nel segno. Si serve della parabola, della provocazione, del
paradosso, della contra-immagine.
Il suo è sempre un insegnamento efficace, al passo con le situazioni e con i tempi. E' contem- poraneo perché attraverso i secoli arriva fino al nostro "oggi".
Per l'appunto:
si fa un gran parlare di trasparenza, di mani pulite, di abbattimento della povertà…
Nello stesso tempo terremoti, esondazioni, naufragi giornalieri nel Mediterraneo invocano aiuto, solidarietà, pronto intervento, compassione, umanità.

Se leggiamo "in filigrana" questa parabola lucana scopriamo che il secondo nome della miseri-cordia è SOLIDARIETA'.

1. La solidarietà è il carburante che alimenta la nostra vita.

"Grida di dolore" si alzano da ogni dove: terremoti, scosse a ripetizione, terrorismo sfrenato, gente in mare che annega, riempiono i nostri telegiornali.
Tanti S.O.S dal mattino alla sera.
Soccorrere, intervenire, muovere la macchina degli aiuti. Fanno parte dalla natura umana. Il cuore dell'uomo è di carne. In ognuno ci sono risorse da risvegliare.
Questa è la sfida.

Molti preferiscono non dare ascolto alle loro aspirazioni profonde e nascoste. Senza rendersene conto alzano "muri" e si difendono con un platonico "Mors Tua Vita Mea".
E' questa una delle cause dell'infelicità: la morte dei sentimenti. Viviamo in un'epoca di globale egoismo.
Ci agitiamo per possedere, per avere di più. Crediamo di "essere in", di valere di più perché abbiamo un conto in banca a crescita continua, una casa nuova….

2. Ma, non possiamo ingannare noi stessi.

Se non diamo ascolto alla voce dentro di noi che sollecita ad uscire, saremo eternamente prigionieri di noi stessi, insoddisfatti, infelici.
Per avere di più si rischia di essere di meno.
Essere o avere? Questo è il problema.
Chiudere le porte a chi bussa, o porgere la mano a chi chiede?
C'è un "rischio": il vuoto esistenziale, il deserto spirituale, la notte del sentimento.
Il rischio è vivere portando sulle spalle i pesi enormi dell'egoismo, dell'usura, della corruzione.

Quando invece:

Troviamo il coraggio di aprire il nostro portafoglio, di prelevare qualcosa dal nostro conto, ci accorgeremo di sentirci più ricchi e più fieri di noi stessi.
La soluzione dei problemi (sociali) non è negandoli.
Occorre costruire un ponte di generosità e non un muro di indifferenza.
Chiudersi in casa esaspera la nostra sensibilità fino a distruggerla.

Occorre FIDARSI e COGLIERE le occasioni che arrivano verso di noi:

- una persona senza casa da aiutare
- una sofferenza da condividere
- una parola di accoglienza.

Scrollarsi di dosso pregiudizi e slogan di piazze è il primo obiettivo che si raggiunge "uscendo" dai nostri steccati. Il filo spinato fa male al tuo cuore prima di difenderti dagli intrusi.

Ascolta il tuo cuore e ti sentirai fiero delle tue scelte, inarrestabile nei tuoi interventi e soprattutto felice di poter dire come Pietro alla Porta Bella:

Non ho oro né argento
Ma quel che SONO ti do.

3. Il cuore ti fa essere

ti fa esistere
ti fa felice di vivere non da solo e solo per te stesso
ti fa sentire "uomo"
ti fa sentire vivo come Padre, Madre, fratello.

E' una vittoria la generosità, la gratuità, la solidarietà. Hai la sensazione di tagliare il traguardo dei tuoi sogni, del tuo ideale.
Il motore si accende e si mette in moto quando mettiamo in essere le nostre migliori risorse.
La generosità è un'energia ad alto potenziale, è una spinta indispensabile per vivere in accelerazione.

Un consiglio:

- Non perdere il contatto con la parte migliore di noi stessi
- Riscoprire la voglia di arricchirsi spiritualmente, affettivamente, socialmente.
- Fare anche carte false pur di fare del bene.

Ricorda:

Oggi in tutte le Chiese si raccolgono le offerte per venire incontro ai disagi arrecati dal recente terremoto.
Poco o molto, metti una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio.

Don Arnaldo SCAGLIONI sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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