D. Arnaldo SCAGLIONI sdb, NEL NOME DELLA MISERICORDIA


30a Domenica T. O.-C | Lc 18,9-14 : NEL NOME DELLA MISERICORDIA
1 - "DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE"
E' più di una coincidenza: è una costante.
Quando nella Bibbia compare il numero due abbiamo a che fare con situazionid di ambivalenza (tra i
sì e il no), di conflittualità (Caino e Abele), di furbizia (Giacobbe ed Esau'), di gelosia (Marta e Maria), di rancore (il fratello maggiore nei confronti del fratello più piccolo).
Il due non si smentisce mai. Anche in questa parabola c'è un contrasto, un confronto fuori posto tra un fariseo ed un pubblicano. Indirettamente ti viene chiesto:

- da che parte stai?
La parabola presenta due attegiamenti di preghiera, due modi diversi di porsi davanti a Dio.
- Dei due "chi arriva fino alle nubi" (Siracide 35, 20).

2 - UNO ERA FARISEO (Lc 18,12).

Il fariseo pensa di avere tutte le carte in regola: ringrazia Dio perchè non è come gli altri, è più che osservante perchè digiuna due volte alla settimana, paga le decime. E' pieno di sè, non si postra, è Dio che deve prostrarsi, accampa diritti. E' lì per riscuotere un plauso, per riceve consenso e gratificazione.
Alza la voce: non solo nei confronti di Dio ma nei confronti di chi non si comporta come lui. Il fariseo è pieno di sè ad oltranza, si straccia le vesti, si scasndalizza, si auto esalta. Si proclama santo e giusto. E' parossistico: non attende nulla da Dio. Pretende. Non è oggettivo, e tanto meno autocritico. In una parola non prega: uscirà dal tempio con le ossa rotte. Era entrato senza colpe da dichiarare e ne uscirà senza Dio da manifestare.

- "Chi si esalta sarà umiliatro" (Lc 18,14).

Il fariseo fa la figura dello spaccone, del superbo, del prepotente. E' auto referenziale, sicuro di sè. E' pieno di sè fino al punto che Dio gli deve la ricompensa. E' Dio che deve saldare i conti. Si compiace e diventa l'idolo di se stesso. Dio è messo all'angolo, fuori dalla sua portata. Nella sua preghiera Dio non entra perchè non lo fa entrare.

3 - L'altro era un pubblicano (Lc 18,13-14).

Il pubblicano si lascia guidare dal cuore. Si sente e si riconosce peccatore. E' umile: mette in ordine il suoo rapporto con Dio. E' concentrato sulle sue colpe, e si consegna a Dio. E' la misericordia a guarirlo dalle sue compe:

- "O Dio, abbi pietà di me" (Lc 18,13).

Dio occupa il primo posto. E' la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto: l'alfa e l'omega della sua vita. L'umiltà del pubblicano permette a Dio di essere il regista della sua vita.
Come lui si espressero:

- San Benedetto: "Solo Dio"
- Santa Teresa d'Avila: "Dio mi basta".
- "Per la maggior gloria di Dio"
- San Paolo: "Il signore mi porterà in slavo" (Ef 4,10).
- Dio non è parziale, è tutto di tutti (Siracide 35).

L'umiltà guarisce dalla gelosia, dalla tentazione di giudicare, dalla competizione. Nel fariseo abitano troppe voci e quelle soffocano la voce di Dio. La sua mente è malata ed i suoi pensieri fuorvianti. L'umiltà ti fa scoprire Dio, ti fa conoscere il tuo vero io, ti cambia, ti aiuta e ti insegna a pregare. La preghiera è nel nostro DNA. E' un rapporto: una persona 'io' si rivolge ad un'altra persona 'Dio'. E' l'espressione più alta dell'uomo. Non è una banalità. Nell'invocazione del pubblicano Dio c'è e si fa sentire:

"O Dio, abbi pientà di me peccatore" (Lc 18,13).

Questa espressione è entrata negli scritti dei Padri, neglli autori sacri della Chiesa. La preghiera non è solitudine. Si fa in due: Dio ed io. Dio è dentro la storia di ognuno; non ci perde di vista. Siamo sua immagine. L'umiltà non è solo la prima delle virtù, è anche la madre di tutte le altre virtù. E' la chiave che apre la porta del perdono, della misericordia, della grazia e dell'amore.
Péotremmo formulare così un segno di croce come viene indicato dal pubblicano:

"Nel nome dell'Amore,
della Grazia,
del Perdono, e
della Misericordia.
Amen".

E' proprio vero:

"Chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18,14).

Rifletti con me:

"Cosa potresti desiderare che il Perdono non può dare?
Vuoi la Pace? Il perdono la offre.
Vuoi la Felicità, una mente tranquilla, la certezza di una scopo....?
Vuoi un benessere profondo e duraturo?
Il perdono ti offre tutto questo e altro ancora. Brilla nei tuoi occhi al risveglio; ti dona la gioia con la quale andare incontro alla giornata; ti accarezza il volto con il sorriso....
IL perdono è tutto questo e altro ancora" (Dave).

Un impegno: Sii portatore di perdono e missionario di misericordia.

Don Arnaldo SCAGLIONI sdb
  Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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