padre Gian Franco Scarpitta "Tutti preziosi agli occhi di Dio"

Tutti preziosi agli occhi di Dio
padre Gian Franco Scarpitta  
XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/10/2016)
Vangelo: Lc 19,1-10
Uno dei procedimenti teologici con i quali in passato si tentava di comprendere Dio era la cosiddetta
Teologia Apofatica o Negativa. Essa suggeriva che, essendo Dio Ineffabile e incomprensibile in se stesso, non è possibile a raggiungersi da parte dell'intelligenza umana e questa di fronte al suo Mistero non può fare altro che chinare il capo in silenzio. Contemplare, meditare e riflettere, ecco il procedimento più appropriato che noi possiamo usare con Dio. Sempre questo pensiero teologico (che ebbe fra i suoi propugnatori anche S. Agostino) afferma proprio per questo che tuttavia vi è pur sempre un modo per arrivare a comprendere il nostro Dio Infinito e Onnipotente: la via negativa. Occorre cioè elencare tutto ciò che Dio "non" è per poter giungere a capire ciò che Egli è. Dio non è il male, non è la bruttura, non è odio .. Dio non è il peccato. Quindi è la Bellezza e la Perfezione in assoluto. La proma Lettura di oggi, tratta dal Libro della Sapienza, senbra volersi avvicinare a questo genere di pensiero, perché invita innanzitutto alla contemplazione del cosmo e delle realtà creaturali, accentua il fascino del divino negli enti contingenti e nelle cose, ma soprattutto ci ragguaglia sul fatto che "se Tu avessi odiato una cosa, essa non esisterebbe; non l'avresti creata. La perfezione delle cose ci dice che Dio non ha creato nulla a casaccio e nulla sussiste che non rientri nel suo amore. Una vecchia canzone di Modugno esclamava: "Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso." Certamente il modo risolutivo per raggiungere Dio è quello della fede e dell'innalzamento del cuore e la sola intelligenza non è sufficiente in relazione a Lui, ciononostante la natura e il cosmo ci rimandano all'Idea Intelligente Ordinatrice. Diceva qualcuno, commentando la vita di San Feancesco d'Assisi, che il Poverello ha percorso all'incontrario la via tracciata da Dio nel creare il cismo e le cose, soprattutto quando guarda con predilezione e attenzione cuascuna delle realtà creaturali: fratello sole, sorella luna, fratello fuoco...
Dio non è il male, non è egli stesso il peccato ma piuttosto il peccato e la morte sono entrati nel mondo per invidia del diavolo e per negligenza degli uomini. Poiché nulla è stato concesso da Dio se non per amore, Dio per amore dell'uomo sovverte e distrugge il peccato, tende a salvare l'uomo salla nequizia di questo malessere accattivante e pertanto cerca di recuperare l'uomo alla vita e alla salvezza. È dunque ingiustificato il commentoo sommessamente esternato dagli astanti di Gesu mentre quesri, presasi confidenza con Zaccheo, si autoinvita a casa sua. "Va a casa di un peccatore!" esclamano tutti meravigliati, forse concependo che, trovandosi Zaccheo in una condizione di impurità peccaminosa, non avrebbe dovuto Gesù rischiare di contaminarsi e di restare impuro a sua volta. Ma Gesù, che come sempre non si lascia fuorviare da quelle che di fatto sono solo consuetudini e illazioni pregiudiziali, non esita ad avvicinare questo peccatore "capo dei pubblicani e ricco", poiché anch'egli entra nel novero della creazione pura e incontaminatave nrl disegno originale di amore da parte di Dio. È anch'egli un figlio di Abramo e appunto perché peccatore va recuperato nella sua integrità. Zaccheo ricco materialmente parlando lo era, ma l'incontro con Gesù Figlio di Dio lo qualifica e lo esalta poiché gli accorda fiducia e gli fa credere di avere grande importanza agli occhi di Dio e questo è tutto. L'invito dato da Gesù per inciso è quello di esternare la gioia per un solo peccatore che si converte, perché se Dio non venisse a salvare chi è smarrito e perduto, si comporterebbe come chiunque non voglua andare a cercare un importante oggetto di valore.


Fonte:http://www.qumran2.net/

Commenti

Post più popolari