Don Paolo Zamengo, "Oggi sarai con me "

20 novembre 2016 | 34a Domenica: Cristo RE - T. Ordinario - Anno C | Omelia
Oggi sarai con me     Lc 23, 35-43 

Non possiamo ingannarci sulla regalità di Cristo, sul Calvario. Regnare da una croce è decisamente
poco trionfale e il corteo è composto solo da un ladrone condannato.  Decisamente Gesù sceglie un protocollo poco regale.

Gesù è re perché muore crocifisso.  Gesù è re perché ha donato la sua vita; la sua regalità è il suo sacrificio; esercita la sua regalità facendosi servo. Cristo  regna là dove vive ogni uomo. E continuerà a regnare  finché esisteranno uomini e donne capaci di mettere a servizio degli altri la loro vita perché gli  altri non perdono la loro.

Fu un malfattore il primo cittadino del regno. Le autorità che si burlavano di Gesù, i curiosi che guardavano lo spettacolo, gli amici, i discepoli che lo avevano abbandonato, i soldati, tutti persero la loro opportunità; non si credevano abbastanza bisognosi da meritare la sua misericordia.

Invece quell’ uomo che ammetteva la sua colpa, quel condannato che, casualmente, divideva la sua sorte con Gesù, questo sconosciuto seppe approfittare e guadagnarsi un posto in paradiso. Per accompagnare Cristo in paradiso bisogna riconoscere il proprio peccato e bisogna pregare Gesù di non dimenticarsi di noi.

Noi che oggi ci rallegriamo di avere un simile re, che arriva ad esserlo perché muore per noi, dobbiamo essere cauti e vedere se veramente lo stiamo seguendo come merita. Desiderare di averlo come Re e Signore e continuare a cercare il successo, il potere, il denaro, il piacere, come ragione della vita e, a volte, causare la morte di altri, non è possibile.

Perché il potere dell'amore è l'amore senza potere.
Perché l'amore del potere porta ad avere potere ma non amore.
Perché il potere dell'amore conduce ad avere amore ma non potere. Vogliamo appartenere a questo Re?

Se vogliamo appartenere a Gesù dobbiamo passare la nostra vita al servizio degli altri, giorno per giorno, senza grandi gesti forse, ma con perseveranza. E avremo più vita, più futuro, più speranza, e costruiremo una comunità di uomini disposti a dare la vita prima che a toglierla. Il nostro mondo abbonda di cattive persone; mancano i buoni, i cristiani, imitatori di un re crocifisso per amore.

Cristo continua ad avere bisogno di cristiani che, nonostante i loro tanti difetti, non rinnegano il Signore.  Dobbiamo essere disposti a condividere con lui i nostri dolori e le nostre solitudini, comunicargli le nostre lacrime, per non perderlo per sempre.  Cristo regna dalla croce perché tutti possano contare su di lui.

La promessa che Gesù  ha fatto quel venerdì santo non è mai stata cancellata. Anche questa promessa è entrata in paradiso e si rinnova fortunatamente  oggi per noi.  Il buon ladrone, compagno di Gesù crocifisso, può stare tranquillo.  Anche se gli altri lo condanneranno, Dio  si ricorderà di lui e lo libererà dal suo dolore e dalla sua morte.  Un re così merita la nostra preghiera: Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno!

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