fr. Massimo Rossi,Commento I Domenica di Avvento (Anno A)

Commento su Matteo 24,37-44
fr. Massimo Rossi  
I Domenica di Avvento (Anno A) (27/11/2016)
Vangelo: Mt 24,37-44 
Prima domenica di Avvento, prima domenica del nuovo anno liturgico. Vangelo di riferimento è
quello di Matteo: ogni domenica ne leggeremo una pagina. Cominciamo con un brano tratto dal capitolo 24: si parla di un termine che sta per scadere.... ma non si sa quando.
Evidentemente Gesù amava i paradossi, visto che paragona il ritorno del Figlio di Dio alla visita di un ladro... Un ladro non si aspetta mai; anzi, si spera che non arrivi mai... Invece il Figlio di Dio si invoca, ci auguriamo che venga presto... Salvo poi stupirci quando arriva, e nessuno lo aspettava... Al volgere del secondo millennio, si diffuse il timore di un sovvertimento generale della realtà...a cominciare dai computers, il famigerato millennium bug; invece non è successo niente di particolare. Del resto, non è una novità: anche l'Europa dell'anno 1000 era in preda alla paura della fine del mondo... E invece siamo ancora qui a raccontarlo.
Ma finirà il mondo? No, cioè sì! Bisogna precisare quale mondo... È chiaro che non possiamo neppure immaginare i tempi e i modi in cui la terra scomparirà dalla faccia della terra...
E, già che ci siamo, se si ipotizza che il pianeta possa in qualche modo finire, perché non immaginare addirittura che l'universo finisca? In fondo l'universo è ciò che la Genesi chiama creazione, il creato. L'esistenza di tutto ciò che è creato non è eterna. Dunque finirà. Logico, no?
Appunto, logico! Appena si comincia a disquisire sulle realtà ultime, non si può far altro che ragionare... ragionare in termini logici, dal momento che non abbiamo elementi reali che facciano presagire indizi a favore... etc. etc.
Insomma, dalla fisica si passa alla metafisica; dalla pratica, alla teoria; dal fatto, al concetto; dal concreto, all'astratto... Parliamo di dogmi di fede, i quali si accettano per fede, appunto, ma non si discutono e non ci si ragiona neppure sopra... I dogmi sono ragionevoli, perché gli articoli di fede sono sempre ragionevoli; la fede stessa è ragionevole in quanto non va contro la ragione, né lo potrebbe... Ma ci fermiamo lì! Non facciamo domande...tanto, a certe domande non c'è risposta, non ci può essere risposta; la Bibbia, neppure quella, può rispondere.
Però il quesito se il mondo finirà resta... e il Vangelo di oggi vi insiste senza troppi mezzi termini. Beh, vista la vitalità dell'universo, e della natura che prospera sul nostro pianeta - è bastato qualche aminoacido... e qualche milione di anni... ed ecco il capolavoro che possiamo ammirare oggi! -, forse, il Signore non si riferiva né all'universo, né al pianeta-terra... almeno non nel caso citato da Matteo. Gesù si riferisce al mondo degli uomini, all'umanità. Anche in questo caso sto facendo delle supposizioni... Ciò che interessa noi, comuni mortali, forse un po' egoisti, è la sorte dell'umanità: e a questo proposito Gesù di Nazareth risponde da par suo.
Ma poi, perché il Signore fa questo annuncio sconvolgente? Che gli salta in mente? Tutto comincia dall'apprezzamento fatto da uno dei Dodici, a proposito del tempio di Gerusalemme. E Gesù reagisce così: "In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata.".
E comincia ad elencare sciagure naturali, sovvertimenti politici, invasioni di popoli stranieri, persecuzioni religiose; nuovi messia che tenteranno di sviare la vera fede e sedurranno la gente: "Sono io il vero Messia! quelli che sono venuti prima di me, erano tutti dei ciarlatani, dei bugiardi...!", e altre espressioni simili.
Facciamo l'appello:
- Sciagure naturali? Presenti!
- Sovvertimenti politici? Presenti!
- Invasione degli stranieri? Presente!
- Persecuzioni religiose? Presenti!
- Nuovi Messia? sempre presenti!
C'è di che star tranquilli, oppure dormir preoccupati... Ciascuno decida per sé.
Curiosa la postilla che Gesù inserisce tratteggiando l'affresco della fine del mondo: "Pregate perché non accada d'inverno, o di sabato." (v.20).
Che senso ha parlare della venuta ultima del Figlio di Dio oggi, prima domenica di Avvento?
Il tema di questo tempo forte è l'attesa: l'Avvento di Gesù costituisce la vera novità, il grande passo avanti della Salvezza, un vero e proprio salto, che nessuno avrebbe potuto prevedere.
Rispetto all'Antico, il Nuovo Testamento rappresenta molto più che un naturale sviluppo: il mistero dell'Incarnazione è un'autentica novità, una vera e propria sorpresa, alla quale nessuno potrà mai abituarsi; nessuno potrà mai dire: "Me l'aspettavo...".
Israele attendeva, certo, la venuta del Messia; ma le profezie annunciavano la venuta del Messia, alla fine dei tempi. (Le profezie) Non davano ad intendere il natale del Signore, la Sua prima venuta, nella fragilità della nostra carne mortale... Ecco perché questa (prima) venuta non fu riconosciuta.
O forse, coloro che vivevano ai tempi di Gesù, non capirono che le profezie si riferivano proprio a Lui, al Figlio di Maria, a Gesù di Nazareth; e che, prima dell'Avvento ultimo e definitivo del Cristo glorioso, un altro avvento, il primo, era necessario... se non altro, per dare agli uomini qualche indicazione utile su come vivere l'attesa del giudizio finale.
Comunque sia, previsto o non previsto, ormai è andata.
La passione di Cristo, questa sì, fu annunciata e descritta nei minimi particolari dalle SS.Scritture; leggetevi il Salmo 21 (22).
Parlando, dunque, di Avvento non si può non parlare dell'atteggiamento che deve "accompagnare" l'avvento del Signore, sul versante umano... appunto, l'ATTESA.
La venuta dipende da Dio, bontà Sua. La qualità dell'attesa dipende invece da noi!
"Ma Gesù è già venuto, non c'è più nessuno da attendere... solo la fine, che tutti ci auguriamo non sia imminente"...
Siamo proprio sicuri che la venuta del Signore sia un fatto passato, dal quale ci separano ormai venti secoli di storia, più o meno sacra? Altro è la venuta storica di Gesù, collocata appunto nell'anno zero della cosiddetta Era cristiana. Altro è la venuta per me, per ciascuno di noi, la quale coincide con la scelta di aderire alla fede. Infine c'è la venuta eucaristica del Signore.
Sulla scelta di aderire alla fede, e sugli appuntamenti settimanali con l'Eucaristia, possiamo e dobbiamo interrogarci. Davvero attendiamo ogni domenica la venuta di Gesù nel nostro cuore? Davvero lo desideriamo più d'ogni altra cosa al mondo?
Fonte:http://www.qumran2.net/

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