Monsignor Nunzio Galantino"CON FIDUCIA E PERSEVERANZA INCONTRO AL SIGNORE CHE VIENE"

CON FIDUCIA E PERSEVERANZA INCONTRO AL SIGNORE CHE VIENE
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, 13 novembre 2016
Anche oggi la Liturgia della Parola ci guida a riflettere sulle realtà ultime (i Novissimi), ad alzare lo
sguardo verso ciò che ci attende dopo questa esistenza mortale. E’ la stessa amorevole preoccupazione di Gesù nel richiamare l’attenzione dei suoi discepoli verso “la fine dei tempi”, contro ogni tentazione di appiattirsi sul presente e sul contingente. Un’espressione questa (“la fine dei tempi”) che rischia di essere banalizzata in un duplice senso: o riducendo l’attesa del Signore e “del mondo che verrà” ad uno sterile ed ingiustificato atteggiamento di ansia e paura, oppure riducendo tutto ad un semplice modo di dire. Le letture ci aiutano a superare questi due atteggiamenti e a cogliere la forza dell’insegnamento di Gesù.

Il punto è che il Signore ci prende sul serio. Dà peso alle nostre azioni e alle nostre decisioni; davanti a Lui, non è vero che un’azione vale l’altra. Ogni nostra scelta e i gesti che ne derivano saranno valutati da Dio: positivamente, se collocati al servizio del Regno di Dio, negativamente se finalizzati solo al proprio tornaconto (1ª lettura). Nel Vangelo, a questo proposito, si parla di “sole di giustizia” che splende sulle azioni positive e di “forno ardente” che meritano invece gli empi. C’è grande differenza tra il “sole di giustizia” e la “fornace ardente”! Non si può ridurre tutto a una questione di sfumature. Né è questione di sfumature la differenza tra “i superbi… che commettono ingiustizia” e “i cultori del mio nome”. E’ qui, nella tappa terrena della nostra esistenza, che dobbiamo scegliere chi essere davanti a Dio e al prossimo; dopo sarà troppo tardi.

Il Vangelo oggi ci presenta due immagini apparentemente contrastanti: una, carica di violenza (guerre, terremoti, tradimenti); l’altra rassicurante (“neppure un capello del vostro capo andrà perduto”). La prima immagine è uno sguardo molto realistico sulla storia, spesso fatta di violenza, in tutte le sue forme, che distrugge non solo le cose, ma anche e soprattutto le persone. La seconda immagine – racchiusa nella rassicurazione di Gesù – ci dice quale atteggiamento deve avere il cristiano nel vivere questa storia, caratterizzata da violenza, ma anche da gesti di grande generosità; da arroganza, ma anche da atteggiamenti di forte solidarietà.

Il credente, dunque, non può restare schiavo di paure e di angosce. Egli deve invece abitare la storia, impegnato ad arginare la forza distruttrice del male, con la certezza che ad accompagnare la sua azione leale c’è sempre l’attenta e rassicurante tenerezza del Signore. Questo è il vero ed eloquente segno che il Regno di Dio viene a noi, cioè che si sta avvicinando la realizzazione del mondo come Dio lo sogna e vuole. Sia questa speranza ad animare il nostro cammino di fede quotidiano, incontro al Signore che viene.

 Fonte:http://www.nunziogalantino.it/

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