ORDINE DEI CARMELITANI,#LectioDivina "Essere preparati sempre"

Lectio:  Domenica, 27 Novembre, 2016
Essere preparati sempre
Dio può giungere in qualsiasi momento
Matteo 24, 37-44
1. Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il
quale l’ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Chiave di lettura:
Nella liturgia della prima domenica di Avvento, la Chiesa ci pone dinanzi uno stralcio del discorso di Gesù sulla fine del mondo. Avvento significa Venuta. E’ il tempo della preparazione per la venuta del Figlio dell’Uomo nella nostra vita. Gesù ci esorta ad essere vigilanti. Ci chiede di essere attenti agli avvenimenti per scoprire in essi l’ora della venuta del Figlio dell’Uomo.
In questo inizio di Avvento, è importante purificare lo sguardo ed imparare di nuovo a leggere gli avvenimenti alla luce della Parola di Dio. E questo per non essere sorpresi, perché Dio viene senza avvisare, quando meno ce lo aspettiamo. Per illustrare come dobbiamo essere attenti agli avvenimenti, Gesù ricorre all’episodio del diluvio al tempo di Noè.
Nel corso della lettura del testo, prestiamo attenzione ai paragoni di cui si serve Gesù per trasmettere il suo messaggio.
b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Matteo 24, 37-39: La venuta del Figlio dell’Uomo avverrà come nei giorni di Noè
Matteo 24, 40-41: Gesù applica il paragone a coloro che ascoltano
Matteo 24, 42: La conclusione: “Vigilate!”
Matteo 24,43-44: Un paragone per raccomandare la vigilanza
c) Il testo:
Matteo 24, 37-4437Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
3. Un momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
i) Quale è la parte del testo che più ti ha colpito? Perché?
ii) Dove, quando e perché Gesù ha pronunciato questo discorso?
iii) In cosa consiste esattamente la vigilanza a cui ci esorta Gesù?
iv) “Una persona sarà presa e l’altra lasciata” Cosa vuole insegnare Gesù con questa affermazione?
v) Al tempo di Matteo, le comunità cristiane aspettavano la venuta del Figlio dell’Uomo in un certo modo. Ed oggi quale è il nostro modo di aspettare la venuta di Gesù?
vi) Quale è secondo te il centro o la radice di questo insegnamento di Gesù?
5. Per coloro che desiderano approfondire il tema
a) Contesto del discorso di Gesù:
Il Vangelo di Matteo - Nel Vangelo di Matteo ci sono cinque grandi discorsi, come se fosse una nuova edizione dei cinque libri della Legge di Mosè. Il testo che meditiamo in questa domenica forma parte del quinto Discorso di questa Nuova Legge. Ognuno dei quattro discorsi precedenti illumina un determinato aspetto del Regno di Dio annunciato da Gesù. Il primo: la giustizia del Regno e le condizioni per entrare nel Regno (Mt da 5 a 7). Il secondo: la missione dei cittadini del Regno (Mt 10). Il terzo: la presenza misteriosa del Regno nella vita della gente (Mt 13). Il quarto: vivere il Regno in comunità (Mt 18). Il quinto Sermone parla della vigilanza in vista della venuta definitiva del Regno. In questo ultimo discorso, Matteo continua lo schema di Marco (cf. Mc 13,5-37), ma aggiunge alcune parabole che parlano della necessità della vigilanza e del servizio, della solidarietà e della fraternità.
L’attesa della venuta del Figlio dell’Uomo - Alla fine del primo secolo, le comunità vivevano nell’attesa della venuta immediata di Gesù (1 Tes 5,1-11). Basandosi su alcune frasi di Paolo (1 Tes 4,15-18), c’erano delle persone che avevano cessato di lavorare pensando che Gesù stesse per arrivare (2 Tes 2,1-2; 3,11-12). Loro si chiedevano: Quando venga Gesù, sarà che saremo innalzati in cielo come lui? (cfr. 1 Tes 4,17). Saremo presi o lasciati? (cfr. Mt 24,40-41). C’era un clima simile a quello di oggi, in cui molti si chiedono: “Questo terrorismo è segno che si avvicina la fine del mondo! Cosa fare per non essere sorpresi?” Una risposta a queste domande e preoccupazioni ci viene dalle parole di Gesù che Matteo ci trasmette nel vangelo di questa domenica.
b) Commento del testo
Matteo 24,37-39: Gesù paragona la venuta del Figlio dell’Uomo ai giorni del diluvio
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo”. Qui, per chiarire il suo richiamo alla vigilanza, Gesù ricorre a due episodi dell’Antico Testamento: Noè ed il Figlio dell’Uomo. I “giorni di Noè” si riferiscono alla descrizione del diluvio (Gen 6,5 a 8,14). L’immagine del “Figlio dell’Uomo” viene da una visione del profeta Daniele (Dan 7,13). Ai giorni di Noè la maggioranza delle persone viveva senza preoccupazioni, senza rendersi conto che negli avvenimenti si avvicinava l’ora di Dio. La vita continuava “e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti”. E Gesù conclude: “Così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo”. Nella visione di Daniele, il Figlio dell’Uomo verrà all’improvviso sulle nuvole e la sua venuta decreterà la fine degli imperi oppressori, che non avranno futuro.
Matteo 24,40-41: Gesù applica il paragone a coloro che lo ascoltano
“Due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato”. Queste frasi non devono essere prese letteralmente. E’ un modo per indicare il destino diverso che le persone riceveranno secondo la giustizia delle opere da loro praticate. Alcuni saranno presi, cioè, riceveranno la salvezza, ed altri non la riceveranno. Così avvenne nel diluvio: “ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione” (Gen 7,1). E si salvarono Noè e la sua famiglia.
Matteo 24,42: Gesù trae la conclusione: “Vigilate!”
E’ Dio che determina l’ora della venuta del figlio. Ma il tempo di Dio non si misura con il nostro orologio o calendario. Per Dio, un giorno può essere uguale a mille anni, e mille anni uguali a un giorno (Sl 90,4; 2 Pt 3,8). Il tempo di Dio (kairos) è indipendente dal nostro tempo (cronos). Noi non possiamo interferire nel tempo di Dio, ma dobbiamo essere preparati per il momento in cui l’ora di Dio si fa presente nel nostro tempo. Può essere oggi, può essere da qui a mille anni.
Matteo 24,43-44: Paragone: Il Figlio dell’Uomo viene quando meno si aspetta.
Dio viene quando meno si aspetta. Può anche succedere che Lui venga e la gente non si renda conto dell’ora del suo arrivo. Gesù chiede due cose: la vigilanza sempre attenta e nello stesso tempo, la dedicazione tranquilla di colui che è in pace. Questo atteggiamento è segnale di molta maturità, in cui si mescolano la preoccupazione vigilante e la tranquillità serena. Maturità che riesce a combinare la serietà del momento con la consapevolezza della relatività di tutto.
c) Ampliando le informazioni per poter capire meglio il testo:
Come vigilare per prepararsi? - Il nostro testo è preceduto dalla parabola del fico (Mt 24,32-33). Il fico era un simbolo del popolo di Israele (Os 9,10; Mt 21,18). Nel chiedere di guardare il fico, Gesù chiede di guardare ed analizzare i fatti che stanno occorrendo. E’ come se Gesù dicesse anche a noi: “Voi dovete imparare dal fico a leggere i segni dei tempi, e così scoprirete dove e quando Dio irrompe nella vostra storia!”
La certezza che ci viene comunicata da Gesù - Gesù ci lascia una duplice certezza per orientare il nostro cammino nella vita: (1) sicuramente giungerà la fine; (2) nessuno certamente sa nulla circa il giorno o l’ora della fine del mondo. “Quanto a quella ora e a quel giorno, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre!” (Mt 24,36). Malgrado tutti i calcoli che gli uomini possano fare sulla data della fine del mondo, nessun calcolo dà certezza. Ciò che dà sicurezza non è la conoscenza dell’ora della fine, ma la Parola di Gesù presente nella vita. Il mondo passerà ma la sua parola non passerà mai (cfr. Is 40,7-8).
Quando avverrà la fine del mondo? - Quando la Bibbia parla della “fine del Mondo”, si riferisce non alla fine del mondo, ma alla fine di un mondo. Si riferisce alla fine di questo mondo, dove regnano l’ingiustizia ed il potere del male che amareggiano la vita. Questo mondo di ingiustizia avrà fine ed al suo posto ci saranno “un cielo nuovo ed una terra nuova”, annunciati da Isaia (Is 65, 15-17) e previsti dall’Apocalisse (Ap 21,1). Nessuno sa quando né come sarà la fine di questo mondo (Mt 24,36), poiché nessuno può immaginare ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano (1 Cor 2,9). Il mondo nuovo della vita senza morte supera tutto, come l’albero supera il suo seme (1 Cor 15,35-38). I primi cristiani erano ansiosi di assistere a questa fine (2 Tes 2,2). Continuavano a guardare il cielo, sperando nella venuta di Cristo (Atti 1,11). Alcuni non lavoravano più (2 Tes 3,11). Ma “non spetta a noi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta” (Atti 1,7). L’unico modo per contribuire all’avvento della fine “così che possano giungere i tempi della consolazione” (Atti 3,20), è rendere testimonianza del vangelo in ogni luogo, fino agli estremi confini della terra (Atti 1,8).
6. Preghiera: Salmo 46 (45)
“Dio è con noi! Non temiamo!”
Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque,
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero;
egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà con il fuoco gli scudi.
Fermatevi e sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
7. Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Fonte:http://ocarm.org/it

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