Don Bruno FERRERO sdb"LA STRANA SCELTA DI DIO"

25 dicembre 2016 | Natale di Gesù - A | Omelia
LA STRANA SCELTA DI DIO
Un bambino. Tutto qui?
È questo il segno di Dio?
Guardiamo a questo segno, chiniamoci su questo bambino. Non ci costa difficoltà. Non è difficile. E
ci sembra veramente che in questi giorni l'umanità si fermi un momento con il fiato sospeso. Molti di noi forse vorrebbero che non fosse una finzione un qualcosa che dura una notte, pochi giorni… e poi tutto torna come prima.

Fermiamoci a pensare.
Pensiamo alle migliaia di secoli trascorsi nei fiumi del tempo, questa storia che abbiamo ereditato: dai primi balletti delle stelle e dei pianeti, ai giardini creati dagli uomini, le guerre, le civiltà, le conquiste, i carri dei vincitori che trascinavano i vinti.

E Abramo, Mosè e tutta quella gente che testardamente continuava a parlare di Dio, di un Dio diverso dalle statue, dal sole, dai mostri creati dalla fantasia umana.
Gli uomini restavano lontani da Dio. Camminavano nelle tenebre, lo rifiutavano. In un certo senso, Dio è inutile. E i fiumi del tempo inghiottivano generazioni di uomini senza Dio.

È stato Lui a muoversi, a farsi conoscere. E nelle tenebre è scoppiata la luce. Quella che noi celebriamo, quella che ci illumina stanotte. Non vuole più che facciamo errori, che lo scambiamo con qualche altro. L'Onnipotente, il Creatore si è messo nelle mani degli uomini. È venuto tra noi. Non è incredibile questa notizia?

Come dice Isaia: "Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia".

La storia ha avuto una svolta. È cambiato tutto. Eppure è cambiato niente. I fiumi dei secoli, duemila anni, sono trascorsi. E quante tenebre ci sono ancora e come sono profonde!
C'è gente che muore, che si odia, che si combatte. Il colore della pelle o il paese di nascita dividono ancora, il denaro e il potere calpestano, opprimono, succhiano le forze di uomini e donne stanchi, delusi. Vivere assomiglia ancora tanto ad una lotta.

Le persone, a causa della povertà, anche nell'Europa e nel subcontinente indiano, vendono i reni per 90.000 euro. Una figlia ha acconsentito a dare un rene a sua madre in cambio di una pelliccia. Una coppia ha cercato di scambiare il figlio con una macchina di seconda mano da 8.800 euro. II proprietario dell'autosalone e stato tentato di accettare, perché aveva perso la sua famiglia in un incendio. "Il primo impulso fu di accettare lo scambio. Ma pochi secondi dopo ho capito che non sarebbe stato giusto, non tanto per me o per il prezzo, ma perché che cosa avrebbe fatto il bambino quando fosse diventato grande? Come avrebbe potuto farcela nella vita, sapendo che era stato barattato con una macchina?"
Ci sono bambini abbandonati nei bidoni della spazzatura o nelle scatole delle scarpe, ci sono matrimoni a pezzi dopo pochi anni che lasciano le persone piene di odio e di rancore.
C'è un bambino che scrive: "Caro signor sindaco, io ho un nonno molto vecchio e malato e siccome all'ospedale non c'era posto l'hanno messo nell'ospedale psichiatrico. Per farlo sembrare matto lo fanno cantare e lo mandano a letto con un cane di stoffa. Ieri sono andato a trovarlo e mi ha detto di scriverti che lui canta, ma poi piange perché non è matto. Tu che ne pensi?"

Quanti anziani sono abbandonati, in casa loro magari, ma scartati, rifiutati, appena tollerati forse solo a Natale…
Chi ha il coraggio di guardare in faccia un giovane che ha vent'anni e non trova lavoro ed è costretto a bighellonare tutto il giorno o un giovane che frequenta una scuola che non gli insegna nulla, che non gli dà nulla per la vita?

Conosco una bambina di 11 anni, Tre giorni fa un medico ha detto ai suoi genitori che ha una grave forma di leucemia. Questo è probabilmente il suo ultimo Natale. Noi abbiamo strumenti da milioni e milioni per ammazzare la gente, parliamo di scudi stellari, abbiamo portaerei ed portaelicotteri, costruiamo torri nello spazio. Davvero è una fatalità se non riusciamo a salvare una bambina di 11 anni?

Quante tenebre ci sono ancora.
Ma Dio è qui. È venuto.

È la strada che ha scelto che forse ci riempie di interrogativi: non è venuto con la bacchetta magica, non è venuto con il pugno di ferro…
È arrivato come un bambino piccolo, indifeso. Era appena nato e già lo volevano ammazzare. È venuto nell'indifferenza, come tutti quelli che non contano. Solo bestie e povera gente. Nient'altro che se stesso.
È un'altra strada quella scelta da Dio: la strada dell'amore, la strada della tenerezza. Perché noi riscoprissimo la forza che può vincere le tenebre, perché è lui che l'ha messo dentro di noi.
Perché ci ricordassimo che la forza dell'uomo non viene dall'esterno, ma dal di dentro di lui.

È grande la tenerezza dell'uomo e della donna: di quanti eroismi, gioie e dolori si nutre..
È grande la tenerezza dei genitori per i figli quando li stringono, li curano, li vegliano, piangono per loro.
È grande la tenerezza dei figli per i genitori (è così bello vedere dei bambini che corrono ad abbracciare il loro papà anche quando arriva con le mani vuote…).
È grande la tenerezza di un amico per un amico.
Gli uomini hanno bisogno di tenerezza come gli alberi d'acqua e di luce. Altrimenti diventano come tronchi rinsecchiti e morti.

Questa notte celebriamo la tenerezza di Dio, che è venuto a cercarci come compagni, che ha voluto fare il suo cammino con noi, partendo dalle tenebre come noi. Fino a quel grido terribile sulla croce: "Dio mio , Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
Non un superuomo, ma un essere fragile, piccolo, indifeso come noi.
Per dirci: ripartiamo da questo, ripartiamo dalla tenerezza. Guardiamoci negli occhi e riscopriamo la vita identica che pulsa in noi.

Agli occhi di un certo mondo può sembrare una cosa ridicola, calpestabile, eliminabile, ma noi sappiamo di possedere una forza che può sconvolgere le tenebre.
Gesù è la piccola luce che ci è stata affidata.
Ora tocca a noi.

Non mettete questa luce "sotto il moggio", non soffocatela con la scorza dura dell'affermazione personale. Non ci sono mezzi esterni: è tutto dentro di noi. Basta farlo uscire, basta volerlo donare.
Ciascuno di noi può diventare il messaggero della luce di Dio. E della sua tenerezza.

David Maria Turoldo, in una sua composizione per il Natale, ha scritto:

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte
e dunque vieni sempre, Signore!

Vieni in silenzio;
noi non sappiamo più cosa dirci,
e dunque vieni sempre, Signore!

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo;
e dunque vieni sempre, Signore!

Vieni, Figlio della pace;
noi ignoriamo cosa sia la pace,
e dunque vieni sempre, Signore!

Vieni a consolarci;
noi siamo sempre più tristi,
e dunque vieni sempre, Signore!

Noi siamo tutti lontani, smarriti,
ne sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.

                      Vieni, Signore, vieni sempre, Signore!.

Don Bruno FERRERO sdb
Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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