Don Paolo Zamengo, "Dipendere da una stella"

Epifania del Signore (06/01/2017)
Dipendere da una stella      Mt 2, 1-12
Mentre il Natale celebra il viaggio di Dio verso gli uomini, l’Epifania celebra il cammino degli
uomini verso Dio. E un’ansia di universalità percorre la festa di oggi. È il sogno di Dio che tutti gli uomini possano incontrare Gesù.

“Abbiamo visto la sua  stella e siamo venuti per adorarlo” dicono i magi a Erode.  I magi sono ricchi e sapienti e vengono da lontano per adorare. Il vangelo non dice da quale paese erano partiti né la loro identità né il numero. Ma da sempre rappresentano l’umanità intera che precede la gente di Gerusalemme e soprattutto i sommi sacerdoti nel riconoscere Gesù e nell’adorarlo.

A Natale Gesù si manifesta ai pastori, nell’Epifania Gesù si rivela ai Magi rappresentanti di tutti i popoli della terra. I pastori e i magi, pur così diversi, hanno in comune il cielo.

I pastori si mossero perché alzarono gli occhi al cielo e videro gli angeli, ascoltarono il loro annuncio e si misero in cammino. Così fecero i Magi. Non si misero in cammino per sete di avventura ma perché scrutarono il cielo e incontrarono una stella più luminosa delle altre e la seguirono.

Per incontrare Gesù è necessario guardare in alto, oltre il perimetro del muretto di casa. Per i pastori e per i magi non fu subito un cielo limpido. La stella scomparve ma quei pellegrini non erano uomini superficiali.

Resistono alle false promesse di Erode e, poiché Dio non è avaro di segni, all’uscita da Gerusalemme riappare la stella e provarono una grande gioia. Si sentono accompagnati da questa stella. Ma non pretendono di fare la strada da soli ma cercano insieme senza dimenticare il cielo. I Magi ci esortano a scoprire la gioia di dipendere da una stella.

Il viaggio dei Magi termina quando la stella si ferma e “videro il Bambino con Maria sua madre e prostratisi lo adorarono”. Il luogo dove incontrano Gesù diventa una specie di santuario ed essi, che pure sono re, si inginocchiano. Forse per la prima volta si prostrarono davanti a un bambino. Avevano imparato a guardare oltre se stessi e avevano incontrato Dio.

Diversa è la reazione di Erode e di tutta Gerusalemme. Disagio e una grande amarezza per quella nascita. Erode ne fu infastidito al punto di pensare e di organizzare la morte di quel Bambino. E Gerusalemme, città sonnacchiosa, non voleva essere svegliata. Così nessuno di loro alzò gli occhi e nessuno vide la stella. Già era scritta la fatica di Dio  a trovare casa soprattutto nel cuore degli uomini.

I magi per un’altra strada fecero ritorno. Quando si è data ospitalità a Dio nel proprio cuore non si teme di percorrere strade nuove. Così i Magi raccontano la gioia dei pellegrini di ogni tempo che non cessano di mettersi in cammino e di viaggiare anche a lungo incontro a Dio, vestiti di umiltà, di provvisorietà ma anche di infinita tenerezza.


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