Mons.Antonio Riboldi, "Giovanni Battista testimone fedele e gioioso di Gesù"

Omelia del 15 Gennaio 2017
II Domenica del Tempo Ordinario
Giovanni Battista testimone fedele e gioioso di Gesù
Vi è un desiderio intenso, che la dice lunga sul come Dio bussi alla nostra porta, ed è quello di
conoscere più intimamente e personalmente Gesù. Vi sono tanti, anche non credenti, che hanno, soprattutto oggi, una gran voglia, leggendo le Sacre Scritture, di andare oltre le parole, per cogliere Chi le ha pronunciate nel Vangelo: Gesù.

Si percepisce, consapevolmente o meno, che senza di Lui cala nel cuore una grande oscurità, si crea un vuoto incolmabile, che nessuno e nulla possono colmare.

Il cuore dell’uomo sembra proprio contenga la nostalgia del Padre – anche quando non ne è consapevole – e si sente come orfano senza il Suo Amore, manifestatosi visibilmente nel Figlio, che ‘beneficava tutti’.

Ma è anche vero che a volte, ingannati dalla nostra stessa ignoranza, crediamo che basti possedere tanto, in ogni senso, per poi alla fine accorgersi che quel ‘tanto’ è davvero nulla.

Dopo duemila anni di cattolicesimo, in cui tutta la civiltà occidentale, e direi mondiale, è stata immersa nel cristianesimo, tanto da dettare persino una forte espressività nell’arte, nella cultura, pensando alla fatica che ciascuno prova nel credere, si ha come l’impressione che Gesù sia appena nato, e quindi tutto da cercare.

Ma questo non è un’assurdità: in ogni tempo e generazione di uomini, deve prendere atto che nel suo cuore vi è la nostalgia della ragione per cui vive: ognuno deve scoprire – in prima persona - Chi lo ama sinceramente, Gesù, fino al punto da ‘farsi come noi’ nel Natale e nella vita, fino alla morte in croce per noi. Davvero questa ricerca è la grandezza mai sopita di ciascuno.

Di questa ricerca del Volto del Padre nel Suo Messia ci dà testimonianza Giovanni il Battista nel Vangelo di oggi.

Giovanni Battista, dopo averLo cercato per anni, vivendo nel deserto, che è il luogo dove l’uomo trova la via per incontrarLo, mentre Lo annuncia, finalmente si trova a Tu per tu con il Maestro, all’inizio della Sua missione tra di noi.

Così narra Giovanni, l’evangelista:

“In quel tempo Giovanni Battista, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: ‘Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo! Ecco Colui del quale io dissi: ‘Dopo di me verrà un uomo che mi passa avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua, perché Egli fosse fatto conoscere a Israele’.

Giovanni rese testimonianza dicendo: ‘Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di Lui. Io non Lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: ‘L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è Colui che battezza in Spirito Santo. E io ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”. (Gv. 1, 29-34)

Il Figlio di Dio è il cugino che, quando Maria SS.ma ed Elisabetta, mamma di Giovanni il Battista, si erano incontrate, lo aveva ‘fatto esultare’: la prima chiamata di Giovanni!

Nel Giordano, pronunciando questo atto di fede o se vogliamo questa presentazione di Gesù al mondo, e quindi a noi, Giovanni ha provato la stessa intensa Gioia di chi, per dono di Dio, può contemplare il Volto del Padre, che è in Gesù, Suo Figlio.

Ed è la stessa Gioia, che si riflette sul volto di tanti fratelli nella fede, quando parlano di Gesù; spesso non è un discorso fatto di parole, ma la Sua Presenza in loro, attraverso gli occhi, i gesti, che sono il rosario della vita, li illumina e brilla attorno a loro.

Ma chi è davvero Gesù per noi?

E’ il Figlio di Dio fatto uomo, questo lo crediamo, ma davvero per lui sappiamo, come chiedeva il beato e caro Paolo VI ‘prendere una posizione spirituale e morale decisiva sul valore della nostra esistenza’ per Lui e con Lui?.

Gesù per l’uomo, per noi, è ‘la forza segreta che consola, che guarisce, che nobilita l’uomo, la sua nascita, il suo amore, il suo dolore, la sua morte … la costante energia a perseverare in ogni circostanza nella ricerca del bene e della pace; … lo spirito di pietà e di intelligenza, di santità, che solleverà a grandezza e pienezza le anime migliori di questa misera terra”?.

La nostra gioia non può essere veramente tale, se non si attinge a piene mani nella Gioia, unica, di Dio; le nostre mani rimangono vuote di fatti autentici, se non diventano mani di Gesù, e il nostro cuore è un baratro spaventoso, anche quando crede di amare, se il nostro amore non attinge la sua forza e non è continuamente generato e alimentato dal Suo Amore.

I nostri discorsi di pace sono un vuoto scorrere di parole, che si ripetono come un ritornello, se a riempirle non c’è Lui, Principe della Pace; la nostra stessa voglia di verità è un girare a vuoto nella nebbia del dubbio, se non ci lasciamo ‘possedere’ da Lui, che è la Verità.

Giovanni il Battista questo lo ha capito e lo ha testimoniato con tutta la sua vita.

Chiediamo nella preghiera umile e sincera che accada anche per noi di poterlo amare e testimoniare con gioia e verità: O Gesù, sei la nostra vita e, molte volte, Ti gridiamo che Tu sei il nostro Tutto, perché nulla può chiamarsi ‘qualcosa’, se non ci sei Tu a dargli senso. Eppure con tutto il desiderio che abbiamo di vivere di Te, a volte ci aggrappiamo a tanti piccoli ‘niente’ e alla fine abbiamo come l’impressione di una inutile corsa, che ci fa trovare sempre allo stesso posto. Grazie, Gesù, della tua infinita pazienza verso di noi. Grazie per averci amato donando la tua vita per ciascuno di noi. Realizza Tu, attraverso la nostra stessa miseria, il bene che vuoi per i nostri fratelli e continua a guidarci tutti insieme fino alle porte del Cielo.

Antonio Riboldi

Vescovo

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