ORDINE DEI CARMELITANI,LectioDivina"L’inizio dell'annuncio della Buona Notizia e la chiamata dei primi discepoli"

Lectio:  Domenica, 22 Gennaio, 2017
L’inizio dell'annuncio della Buona Notizia 
e la chiamata dei primi discepoli
Matteo 4,12-23
1. PREGHIERA INIZIALE

 Nel buio di una notte senza stelle,
la notte del non senso,
tu, Verbo della vita,
come lampo nella tempesta della dimenticanza
sei entrato nei limiti del dubbio
a riparo dei confini della precarietà
per nascondere la luce.
Parole fatte di silenzio e di quotidianità
le tue parole umane, foriere dei segreti dell’Altissimo:
come ami lanciati nelle acque della morte
per ritrovare l’uomo, inabissato nelle sue ansiose follie,
e riaverlo, predato, per l’attraente fulgore del perdono.
A te, Oceano di Pace e ombra dell’eterna Gloria, io rendo grazie:
mare calmo alla mia riva che aspetta l’onda, che io ti cerchi!
E l’amicizia dei fratelli mi protegga
quando la sera scenderà sul mio desiderio di te. Amen.
2. LETTURA
a) Il testo:
12 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13 e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, 14 perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15 Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; 16 il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». 18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. 19 E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. 23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
b) Momento di silenzio:
Lasciamo che la voce del Verbo risuoni in noi.
3. MEDITAZIONE
a) Domande per la riflessione:
- Gesù venne ad abitare presso il mare: il Figlio di Dio viene ad abitare presso l’uomo. Il mare, questo mondo così misterioso e sconfinato, immenso all’orizzonte quanto è immenso il cielo. L’uno riflesso nell’altro, confinanti, distinti, riflesso vicendevole di pacatezza e di pace. Gesù, terra di Dio, viene ad abitare presso il mare, si fa terra dell’uomo. E noi andremo ad abitare presso Dio come era il Verbo prima di venire a noi? Oppure ci basta la nostra fragile vita di carne?
- Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce: immerso nel buio, l’uomo vive i suoi giorni con rassegnato dolore e senza la speranza che qualcosa cambi per lui. Il mondo in cui la fede non declina le sue parole è un mondo immerso nelle tenebre finché la luce non viene ad abitarlo. Cristo, luce dei popoli, è venuto nel mondo e le tenebre si sono diradate per far splendere la luce. Ma le tenebre si sono diradate per noi?
- Subito, lasciate le reti, lo seguirono. Subito. Lasciare. Seguire. Parole difficili al nostro stile di vita. Rispondere a Dio: sì, ma con calma. Lasciare ciò che si fa per il Signore: sì, ma con calma. Seguire il Signore: sì, ma prima bisogna pensarci bene. Chissà se provassimo a fare come gli apostoli: subito, lasciato tutto, andarono con Lui?
b) Chiave di lettura:
Il Dio dell’universo che ha creato il cielo e la terra con la sola sua Parola lascia la sua dimora e viene ad abitare presso il mare in terra straniera a pronunciare parole di terra che sappiano di cielo. E anche il Figlio dell’uomo, il maestro di Nazareth, lascia la casa della sua giovinezza per andare nella Galilea delle genti, al di là del Giordano. Le tenebre della non conoscenza che si scambiano bagliori nel passare dei secoli vengono trafitte da una grande luce. Le ombre della morte odono parole che aprono vie di novità e di vita: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Cambiare itinerario, avvicinarsi alla luce non è scontato per chi ha familiarità con la presenza dell’Altissimo. Perché gli occhi si abituano alla presenza e facilmente il cuore umano dimentica il passato di tenebre, quando gode di splendore. Convertirsi. E come? La relazione umana diventa il cammino nuovo presso il mare. Ci sono dei fratelli lungo le rive, coppie di fratelli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Dio non viene a separare i vincoli più sacri, ma li assume per pescare in una vita più luminosa, la sua vita, il suo mare.
Mentre camminava… Il cammino è un grande segreto della vita spirituale. Non siamo chiamati a star fermi, ma ad andare anche noi presso il mare, il mare del mondo dove gli uomini sono come pesci, immersi in un’acqua amara della salsedine del non umano. Pescatori di uomini. Non si può pescare senza la rete dell’amore, senza un padre che custodisce la barca, senza una barca con cui prendere il largo. La rete delle relazioni umane è l’unica arma possibile agli evangelizzatori, perché con l’amore si fa grande pesca, e l’amore non deve essere solo annunciato ma portato. Essere chiamati in due vuol dire proprio questo portare un amore visibile, concreto, l’amore di fratelli che godono della stessa paternità, l’amore di persone nelle cui vene scorre lo stesso sangue, la stessa vita.
Seguitemi… chiamare altri a camminare, a pescare, a testimoniare. Le reti si rompono ma ogni pescatore è in grado di riassettare una rete che si rompe. L’amore non è un soprammobile, usandone si rompe! L’arte dell’accomodare rende prezioso ogni tessuto possibile tra gli uomini. Ciò che conta è andare, fidarsi di quel nome nuovo che si chiama sempre e ancora VITA.
I chiamati vanno, seguono Gesù. Ma dove va Gesù? Cammina per tutta la Galilea, insegna nelle sinagoghe, predica la buona novella del regno, cura ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Ogni uomo di mare, apostolo del Regno, farà come Gesù: camminerà per le vie del mondo e sosterà nelle piazze degli uomini, narrerà le buone notizie di Dio e si prenderà cura dei malati e degli infermi, renderà visibile la premura del Padre per ognuno dei suoi figli.
4. PREGHIERA (Is 43,1-21)
Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare;
poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele,
il tuo salvatore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo,
do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita.

Non temere, perché io sono con te;
Voi siete i miei testimoni,
oracolo del Signore,
miei servi, che io mi sono scelto
perché mi conosciate
e crediate in me
e comprendiate che sono io.
Io, io sono il Signore, fuori di me non v'è salvatore.
Così dice il Signore che offrì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti
Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche!
Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.
Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.
5. CONTEMPLAZIONE
Le acque del mare che ricoprono la terra mi narrano il fluire della tua vita, Signore. Quando all’orizzonte cielo e mare si confondono mi sembra di veder trasbordare tutto ciò che sei nel nostro esistere. Un fluire che è un’onda tenera di presenza e una inenarrabile storia di amore, fatta di nomi, di fatti, di età, di segreti, di emozioni placide e di turbamenti improvvisi, una storia fatta di luci e di passaggi grigi, di entusiasmi e di pacato sopore. Questo mare che è l’umanità invasa dalla tua pace contiene parole senza fine, le parole del tuo Verbo che fino in fondo ha voluto assumere la veste di sabbia del tempo. Quante parole sulle sponde e nei fondali che vengono silenziosamente raccolte se solo mi dispongo ad ascoltare, le tue parole che le onde della vita portano a riva e che sono strade per i naviganti, parole antiche e parole nuove, parole mai dimenticate e parole fasciate di mistero. Signore, che le onde dell’umanità non mi travolgano, ma diventino scie di comunione alla fragile barca del mio andare. Che io impari da te a prendere il largo per la pesca nelle notti buie della storia umana, quando i pesci sono più disposti a farsi prendere. Sulla tua parola getterò le reti, mio Dio, e tirate le barche a terra continuerò a camminare sulle orme che hai lasciato sulle rive della storia quando hai scelto di vestire i nostri panni intrisi di fango.

Fonte:http://ocarm.org/

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