Chiesa del Gesù - Roma, Commento I Domenica di Quaresima [A]

Gen 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
La prima domenica di Quaresima ci introduce nel deserto, dietro Gesù, solidale con il suo popolo, che
nel deserto ha camminato per 40 anni per scoprire di essere un popolo libero chiamato a una relazione di amore con il Signore.

Seguiamo Gesù nel suo tempo di deserto per capire come muoverci, per provare a leggere la storia che stiamo vivendo.

Gesù ha voluto mettersi in fila con i penitenti per farsi battezzare, come segno evidente della sua totale condivisione con noi.

Il deserto può essere un momento di grazia e di comunione, oppure un luogo di morte e di solitudine; ed è lì che Gesù deve affrontare la tentazione e sperimentare la fatica di scegliere.

Scegliere è il nostro impegno più grande e la nostra maggiore difficoltà.

Nel deserto incontriamo Dio, ma anche il diavolo, cioè colui che divide.

Oggi si parla male e a sproposito del divisore. Spaventa, attira, inquieta. E soprattutto tranquillizza le coscienze.

Non considerarlo, come dargli eccessiva attenzione, paradossalmente lo favorisce e, spesso, stravolge la visione biblica sulla tentazione.

Caricando di eccessiva importanza il male a scapito del bene, rischiamo di deresponsabilizzare la coscienza e la scelta personale!

Non siamo marionette, né nelle mani di Dio, tantomeno in quelle del nemico: siamo uomini dotati di intelligenza e volontà e perciò capaci di scegliere.

L’opera del Maligno consiste esattamente nell’intorbidire le acque, nell’ingigantire il particolare a scapito della visione d’insieme, nello sminuire o offuscare le conseguenze delle nostre scelte.

Gesù, all’inizio del suo ministero, deve scegliere quale Messia diventare, scegliere lo stile con cui iniziare la sua opera pastorale, scegliere quale modo utilizzare per incontrare le persone e annunciare il Regno di Dio.

Gesù ha davanti a sé una grande prospettiva e anche numerose attese circa il tipo di Messia che potrebbe essere, e decide di andare controcorrente.

È davanti a questo orizzonte decisionale che il demonio lo tenta, invitandolo a scegliere e aprendo una vera e propria disputa combattuta a partire dalla Parola di Dio e dal buon senso.

La prima tentazione è quella del pane: bisogna pensare anzitutto a sopravvivere.

Ora, i consigli del demonio sono sensati; non sono incredibili o assurdi!

In fondo ha ragione: nessuno può affrontare una sfida così impegnativa se non pensa un po’ a se stessi.

Ma, qui sta l’inganno, per nutrirsi deve trasformare le pietre in pane. Ostentare un miracolo, prendere la scorciatoia.

L’essere Figlio, dal punto di vista del demonio, è un bel privilegio, perché non approfittarne?

Essere Figlio, nella logica di Gesù, è imitare il Padre e mettersi a servizio.

Il pane, qui, diventa un idolo, un obiettivo da raggiungere con ogni mezzo.

Gesù il pane vuole guadagnarselo, per poi condividerlo.

C’è una dimensione spirituale che non va trascurata.

La seconda tentazione verte sul manipolare Dio con il miracolismo.

Il diavolo non mette in discussione la sua esistenza, né la sua presenza o la sua bontà.

Propone solo a Gesù di chiedere un segno della sua vicinanza.

Se è Figlio, il Padre non rifiuterà. Se ha scelto la strada dell’onestà, dell’autenticità senza cavalcare il potere, Dio approverà e manifesterà certamente la sua benevolenza.

Gesù sceglie di non manipolare Dio: il vero volto del Padre non si manifesta con la forza, ma con la prossimità; la fede in lui non si suscita con il miracolo, ma con l’amore.

La terza tentazione che Gesù deve affrontare durante la sua vita è la manipolazione delle relazioni – l’uso degli altri – per il proprio interesse.

Il diavolo dice ancora parole di buon senso: nella vita bisogna fare certi compromessi, ci si deve alleare con il potere per ottenere qualcosa di buono.

Questa tentazione nasconde, nuovamente, la logica della bramosia, del tornaconto. Il demonio insinua l’idea che il fine giustifica i mezzi.

Perché non usare le relazioni, le amicizie, le logiche dei favori ricevuti e da restituire, avendone la possibilità?

I regni di questo mondo cercano sempre di meravigliare, di ammaliare, di convincere.

Gesù invece vuole dei fratelli, non persone di cui approfittare, neppure per uno scopo buono.

Se il mondo è sempre tentato di porre l’altro al proprio servizio, il vero cristiano sceglie di mettersi a servizio del prossimo, per condividere e non per prendere o pretendere.

Gesù sceglie e decide di essere un uomo libero che usa bene della propria libertà… noi che credenti vogliamo essere, che uomini e donne vogliamo diventare, come scegliamo di affrontare le crisi del nostro mondo; quali valori di umanità vogliamo vivere e testimoniare?

Questa è la sfida del deserto quaresimale!
Fonte:http://www.chiesadelgesu.org

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