dom Luigi Gioia "Chi hai visto sulla via?"

Chi hai visto sulla via?
dom Luigi Gioia  
Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (16/04/2017)
Vangelo: At 10:34a.37-43; Sal 118; Col 3:1-4 o 1 Cor 5,6b-8; Gv 20:1-9 
  Visualizza Gv 20,1-9
Raccontaci Maria chi hai visto sulla via. Questa frase della sequenza pasquale Victimae pascali
laudes, ‘Alla vittima pasquale', attira poeticamente la nostra l'attenzione su una delle parole più importanti del Vangelo del giorno di Pasqua, il verbo vedere. Ci invita a riflettere su cosa vediamo in questo giorno decisivo per la nostra vita di fede.
Ci è noto quello che celebriamo il giorno di Pasqua. Questo Gesù che era venuto per liberarci dall'esistenza vuota e senza senso che conducevamo lontano dal Signore, per rivelarci l'amore del Padre, per insegnarci l'amore fraterno; questo Gesù che era passato ovunque beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, come dice la prima lettura, cioè che ha ridonato speranza a chi era triste, chiuso in se stesso, oppresso; questo Gesù che ci ha rivelato il nostro peccato nel momento stesso nel quale ce lo ha perdonato; questo Gesù che ha parlato di pace, che ha cercato di insegnarci la via della luce, della vita, il segreto della gioia vera: questo Gesù lo abbiamo rifiutato. Non abbiamo creduto in lui, abbiamo avuto paura di lui, paura delle sue esigenze, come il giovane ricco che se ne andò triste, perché troppo legato ai suoi beni. Come Erode, lo abbiamo forse ascoltato, ma lo scetticismo ha prevalso. Con o senza Gesù il mondo non cambia, tutto resta uguale, e ad un certo punto, quando il potere istituzionale ha visto in lui un pericolo per l'ordine pubblico e ha deciso di eliminarlo, noi - come Giuda - lo abbiamo tradito, come gli apostoli lo abbiamo abbandonato, come Pietro, lo abbiamo rinnegato, come Pilato ci siamo lavati le mani.
Il mistero pasquale è prima di tutto, purtroppo, il mistero del nostro rifiuto della salvezza di Dio, della resistenza misteriosa e tenace del nostro cuore. Anche quando crediamo in lui, continuiamo ad aver paura di lui, a dubitare di lui.
La morte di Gesù non è stata una messinscena: è stato realmente trafitto, ha perso il suo sangue, è spirato ed è stato adagiato in una tomba. I discepoli e Maria Maddalena si erano rassegnati a questa morte e non aspettavano altro. Il solo conforto che restava loro era potersi occupare della salma di Gesù, rendergli un ultimo omaggio e poi vivere di ricordi, ritornando ognuno alla vita di prima, come se nulla fosse successo.
Invece ecco che qualcosa avviene ed è qui che è ritorna il verbo vedere. Cosa è successo? Cosa hanno visto i discepoli? Cosa ha visto Maria, come lo chiede attonita la sequenza pasquale? Il vangelo di oggi ci disorienta, perché ci rivela che né Maria, né Giovanni, né Pietro vedono Gesù. Nel vangelo di oggi il Risorto non appare come farà nei giorni successivi. Eppure ci è detto alla fine di questo vangelo che l'altro discepolo, cioè Giovanni, vide e credette. Cosa vide? Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Vide i teli posati da una parte, il sudario avvolto in un luogo a parte, ma non vide Gesù. Eppure credette. Una certezza interiore improvvisamente lo invade, una gioia nuova: Gesù è vivo, è ancora con me. Non è finito tutto. Non è morta la speranza.
Quando la parola di Dio è proclamata, quando ci è detto che il Padre ha resuscitato Cristo dai morti, o ancora, quando sentiamo la sequenza affermare: Il Signore della vita era morto, ma ora vivo trionfa, allora anche nel nostro caso, se i nostri occhi di carne non vedono nulla, gli occhi del cuore riconoscono Cristo vivo e presente. Come conclude ancora la sequenza: Sì, ne siamo certi, Cristo è davvero risorto.
La nostra fede è un mistero grande, ma ancora di più lo è la nostra speranza in un Dio che non vediamo, lo è certezza che ci abita e ci consola. Non è un'illusione, non è un auto-convincimento, non è una semplice tradizione, altrimenti non avrebbe questo impatto, questa ostinazione, questa durata. Gli occhi del cuore davvero vedono colui che abita in noi per mezzo del suo Spirito. Cristo in voi speranza della gloria - come dice Paolo.
Certo oggi la nostra vita, la nostra fede, la nostra speranza sono- come dice la seconda lettura di oggi - nascoste con Cristo in Dio. Ma questo ci basta per cercare ancora - come dice Paolo - le cose di lassù, per rivolgere il pensiero a Dio e non restare avvinghiati al nostro punto di vista mondano. Questo ci basta per attendere con pazienza il giorno nel quale Cristo, nostra vita, sarà manifestato e noi appariremo nella gloria con lui.
Allora oggi lodiamo e ringraziamo il Signore per questa speranza. Riconosciamo nel Cristo presente nella nostra vita la causa della nostra gioia e della nostra pace, una gioia e una pace che niente e nessuno può toglierci. Come ce lo dice Gesù stesso: Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». E infine: Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Vi lascio la pace, vi do la mia pace.

Fonte:http://www.qumran2.net/

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