PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, "Dove siamo diretti?"

omelia domenica 30 aprile 2017
III^ DOMENICA DI PASQUA - ANNO A
Abbiamo ascoltato il brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus, una delle pagine più belle di Luca
perché racconta di due uomini che svolgono un cammino a cui noi ci sentiamo più vicini, il cammino vero della fede, fatto di dubbi e, nello stesso tempo, di ricerca e che si conclude con il riconoscere Gesù come il Cristo.
Nel vivere questo passaggio, come già vi dicevo nell’omelia della domenica della resurrezione di Lazzaro, come Marta che vive questo dialogo con Gesù nel cercare una risposta al dramma della morte del fratello, i discepoli di Emmaus vivono il dramma del pensare o meno se il loro seguire Gesù sia stato produttivo o meno.
Gesù viene incontro alle nostre domande, ci spiega le scritture e si dona nell’Eucarestia, il viatico per il cammino della fede.
Senza questa esperienza sacramentale, non ci può essere un cammino di fede.
Finché vivremo una fede basata sulle nostre forze, essa crollerà così come lo è la nostra fragilità umana.
Non dobbiamo temere la mancanza della sua compagnia.
Diceva bene Holmes:”Ciò che importa, in questo mondo, non è tanto dove siamo arrivati, ma la direzione nella quale ci muoviamo”.
Dove siamo diretti?
Ci sentiamo smarriti, come i discepoli di Emmaus? Il nostro camminare sembra concluso e ritorniamo a casa, alla nostra comodità?
Cristo ci sveglia. La Resurrezione è l’inizio nuovo.
La maniera sicura per riuscire, è provare un’altra volta.
Rimettiamoci in gioco nella fede, con noi stessi, cioè, con Cristo che abbiamo accolto nella nostra vita!
In questi giorni vivremo insieme un nuovo cammino: Io da una parte e voi dall’altra, ma non pensiamo che ciò basterà per cambiare.
Ripeto a me stesso quello che diceva don Giussani:”La conversione non è cambiare realtà ma vivere diversamente la realtà”.
Io, da questa Santa Pasqua, cosa ho riscoperto?
Che l’amore di Cristo è unico, non perché migliore degli altri, non perché speciale, non perché particolare. Unico, perché è Cristo!
Si tratta di quella totalità che mi coinvolge nella più piccola, diremmo, nella più insignificante particella del mio essere.
Vi riporto un paragone particolare. Da piccoli, nel letto, senza volerlo ci muoviamo da una parte all’altra e la mamma, nel suo silenzio, ci copre”.
Questo per me è Cristo. È il dire di Papa Giovanni Paolo I: ”Dio è Padre ma, soprattutto, Madre”.
Ora capisco sempre di più.

Fonte:http://www.guardavalle.net

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