Mons. Nunzio Galantino, "IL TUO AMORE SPEZZI LE CATENE"
IL TUO AMORE SPEZZI LE CATENE
XIII Domenica del Tempo Ordinario, 2 luglio 2017
In questa domenica, la liturgia della Parola fa risuonare con forza l’invito a vivere in pienezza e senza
tentennamenti la nostra adesione al Signore. E’ proprio Gesù (Vangelo) a chiederci di prendere sul serio le esigenze evangeliche, anche quando ciò richieda sacrificio e fatica.
Ma di fronte alla radicalità di tali richieste, possono nascere reazioni diverse. Posso dire “Non è per me!”, illudendomi così di trovare giustificazione immediata alla mia chiusura o alla paura. Posso anche dire “Comprendo e accetto quest’invito”, ma poi non far niente per tradurlo in pratica. Oppure posso dire dal profondo del cuore “Signore, fammi comprendere in che modo posso concretamente tradurre la tua Parola nella mia vita”, aprendomi ad un reale cammino di discernimento. I primi due atteggiamenti sembrano più “comodi” e, forse, sono anche i più frequenti. Di certo, richiede più fatica e impegno scegliere di stare dinanzi al Signore, con cuore disponibile, lasciando che la sua Parola giudichi i nostri comportamenti e le nostre scelte. Ma è proprio questo che Gesù vuole da noi. In quest’ottica dunque dobbiamo intendere gli insegnamenti del Vangelo di oggi.
Anzitutto, la necessità di seguire la volontà di Dio, vivendo i propri affetti più cari nella verità, senza mai permettere che si trasformino in un rallentamento o, addirittura, in un ostacolo alla nostra vita cristiana. Del resto, che amore verso i propri cari sarebbe quello basato su scelte contrarie al Vangelo stesso?
C’è poi la richiesta di Gesù di “prendere la propria croce”, ogni giorno, e seguirlo sulla via che Egli stesso percorre. Certo, a volte la croce può far paura, ma con Lui non dobbiamo temere nulla.
Neanche serve affannarsi tutta la vita a lottare per “conservare” la propria vita, con un atteggiamento timoroso ed egoistico: la pienezza di senso della nostra esistenza, infatti, sta nel donare se stessi con generosità e gioia, per il Vangelo e per il bene comune; ecco il senso profondo delle parole di Gesù: “Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”.
L’esperienza del profeta Eliseo (prima lettura) ci richiama poi al valore dell’ospitalità in nome di Dio, mettendo in evidenza come tutto ciò che è dono gratuito abbia in sé una particolare fecondità. La donna di Sunem, ad esempio, per la sua accoglienza generosa dell’uomo di Dio, ottiene una ricompensa stupenda, ciò che non avrebbe mai potuto neanche comprare: un figlio.
L’amore di Dio verso di noi è forte, fedele, fecondo, e dunque è anche esigente, perché chiede di essere ricambiato con la stessa intensità e dedizione. Sta a noi accoglierlo e metterci in cammino, vivendo ogni giorno la Sua volontà; così la nostra vita diventerà un riflesso incarnato di questo amore, e sarà motivo di speranza anche per tanti altri nostri fratelli e sorelle.
Fonte:http://www.nunziogalantino.it
XIII Domenica del Tempo Ordinario, 2 luglio 2017
In questa domenica, la liturgia della Parola fa risuonare con forza l’invito a vivere in pienezza e senza
tentennamenti la nostra adesione al Signore. E’ proprio Gesù (Vangelo) a chiederci di prendere sul serio le esigenze evangeliche, anche quando ciò richieda sacrificio e fatica.
Ma di fronte alla radicalità di tali richieste, possono nascere reazioni diverse. Posso dire “Non è per me!”, illudendomi così di trovare giustificazione immediata alla mia chiusura o alla paura. Posso anche dire “Comprendo e accetto quest’invito”, ma poi non far niente per tradurlo in pratica. Oppure posso dire dal profondo del cuore “Signore, fammi comprendere in che modo posso concretamente tradurre la tua Parola nella mia vita”, aprendomi ad un reale cammino di discernimento. I primi due atteggiamenti sembrano più “comodi” e, forse, sono anche i più frequenti. Di certo, richiede più fatica e impegno scegliere di stare dinanzi al Signore, con cuore disponibile, lasciando che la sua Parola giudichi i nostri comportamenti e le nostre scelte. Ma è proprio questo che Gesù vuole da noi. In quest’ottica dunque dobbiamo intendere gli insegnamenti del Vangelo di oggi.
Anzitutto, la necessità di seguire la volontà di Dio, vivendo i propri affetti più cari nella verità, senza mai permettere che si trasformino in un rallentamento o, addirittura, in un ostacolo alla nostra vita cristiana. Del resto, che amore verso i propri cari sarebbe quello basato su scelte contrarie al Vangelo stesso?
C’è poi la richiesta di Gesù di “prendere la propria croce”, ogni giorno, e seguirlo sulla via che Egli stesso percorre. Certo, a volte la croce può far paura, ma con Lui non dobbiamo temere nulla.
Neanche serve affannarsi tutta la vita a lottare per “conservare” la propria vita, con un atteggiamento timoroso ed egoistico: la pienezza di senso della nostra esistenza, infatti, sta nel donare se stessi con generosità e gioia, per il Vangelo e per il bene comune; ecco il senso profondo delle parole di Gesù: “Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”.
L’esperienza del profeta Eliseo (prima lettura) ci richiama poi al valore dell’ospitalità in nome di Dio, mettendo in evidenza come tutto ciò che è dono gratuito abbia in sé una particolare fecondità. La donna di Sunem, ad esempio, per la sua accoglienza generosa dell’uomo di Dio, ottiene una ricompensa stupenda, ciò che non avrebbe mai potuto neanche comprare: un figlio.
L’amore di Dio verso di noi è forte, fedele, fecondo, e dunque è anche esigente, perché chiede di essere ricambiato con la stessa intensità e dedizione. Sta a noi accoglierlo e metterci in cammino, vivendo ogni giorno la Sua volontà; così la nostra vita diventerà un riflesso incarnato di questo amore, e sarà motivo di speranza anche per tanti altri nostri fratelli e sorelle.
Fonte:http://www.nunziogalantino.it
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