padre Gian Franco Scarpitta "Noi e il vero Dio"

Noi e il vero Dio
padre Gian Franco Scarpitta  
Santissima Trinità (Anno A) (11/06/2017)
Vangelo: Gv 3,16-18 
Individualità e collettività sono le due dimensioni irrinunciabili della vita umana, senza l'una possa
sussistere in assenza dell'altra. La persona umana è infatti un individuo, con la sua singolarità precipua, con le sue risorse intellettuali e spirituali da coltivare, con i propri carismi che lo distinguono da tutti gli altri e con la sua personale intimità inviolabile. Ciò tuttavia non lo rende misantropo e recalcitrante verso tutti gli altri, perché appunto queste sue personali qualità non possono essere celate o custodite gelosamente, ma sono finalizzate ad edificare il mondo che lo circonda, per cui con la sua individualità unica e irripetibile ciascun uomo è chiamato ad interagire e a dare il proprio contributo alla società. La persona umana è in parole povere un soggetto individuale e collettivo, singolo e comunitario, personale e sociale allo stesso tempo, senza che una di queste due potenzialità prevalga sull'altra o peggio ancora escluda l'altra. E' importantissimo che l'uomo sia individuo ma anche soggetto di comunione. E questo non soltanto in ordine all'sociologia, ma anche in ordine alla rivelazione e alla grazia: anche nel progetto di Dio singolarità e collettività umana si conciliano e si armonizzano. E particolarmente nell'incarnazione di Cristo, Dio ci si manifesta egli stesso come Individualità assoluta e allo stesso tempo come Comunione e Socialità. Dio è in se stesso un Soggetto Individuale e Sociale allo stesso tempo, Uno Solo eppure in Tre Persone. Una sola sostanza (natura) e Tre Persone (Ipostasi), secondo un famoso appellativo introdotto da Tertulliano nel II secolo, che è la Trinità. Come si diceva, solo Solo Gesù Cristo poteva rivelarci il vero Dio. Essendo Gesù il Verbo, Dio fatto uomo, solo lui può dischiuderci la via al Padre perché vedendo lui si vede il Padre. A favorire questa comunione con il Padre è lo Spirito Santo, lo stesso che aveva condotto Gesù per tutto il ministero fino alla morte di croce e che da Questi era stato effuso sugli apostoli il giorno di Pentecoste. Nel brano del Vangelo di Matteo (28, 19) Gesù invita i suoi discepoli a battezzare "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", mentre Pietro, nel discorso di Pentecoste invita i Giudei ravveduti a farsi battezzare "nel nome di Gesù". Gesù stesso più volte manifesta la sua comunione e identità con il Padre (Io e il Padre siamo una cola sola Gv 10, 30; "Io sono nel Padre e il Padre e in me" (Gv 14, 10 - 11) e tale relazione di identità e d'intimità la si può realizzare solamente nello Spirito Santo, che Gesù chiama Avvocato e Paraclito, appellativi che vengono dati a lui stesso. Lo Spirito che scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cir 2, 10), non può essere anch'egli altro che Dio, pari alle altre due Persone. Dall'incarnazione di Gesù capiamo quindi che Dio oltre che Uno e Unico è allo stesso tempo una Trinità. Non nel senso di tre "modi di essere di un solo Dio"(modalismo), ma in quello molto più affascinante e grandioso di una comunione di Persone in un'unica natura o sostanza: ciascuna di queste tre Persone è Dio infinito, onnipotente, eterno, onnisciente, creatore e redentore e nel medesimo tempo questi Tre sono uguali e distinti. Una delle immagini che i teologi hanno adottato per spiegare questo insondabile Mistero è stata quella del fuoco, che pur essendo uno solo può suddividersi in molteplici fiamme che saranno ciascuna identiche alla prima. Oppure attraverso il pensiero e il prodotto pensato: quest'ultimo è differente dal pensiero in se stesso eppure è ad esso immediatamente collegato. Ciò nonostante l'essere Uno e Tre di Dio rimane in se stesso un Mistero che appartiene solo alla categoria del Trascendente. E del resto non possiamo pretendere di conoscere a fondo ciò che appartiene a chi è comunque Altro da noi, poiché se così fosse Dio non sarebbe più tale. Dio manifesta se stesso interamente all'uomo, si autocomunica e si concede a lui come amore e misericordia, ma ciò non smentisce che egli rimanga pur sempre Dio, assolutamente impenetrabile alle nostre congetture.
Ciò che della Trinità possiamo comprendere è semplicemente la certezza che Essa non sussiste nella sua sfera di irraggiungibilità e di lontananza, ma che "si fa per noi" e che a nostro riguardo si caratterizza come amore di triplice infinità: " Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica." (Ratzinger). Dio ama nella misura in cui egli si ama in se stesso e ci invita a prendere parte della sua stessa vita, affinché anche noi possiamo vivere la medesima comunione intima fra Padre, Figlio e Spirito. Attraverso la seconda Persona Incarnata (il Verbo), nel disporci fedelmente alla sua sequela e nell'esercizio delle Tre Virtù Teologali di fede, speranza, carità siamo immessi nella stessa vita di Dio e la nostra vocazione principale è appunto la vita divina, la comunione medesima che intercorre fra i Tre. L'esercizio della preghiera, quando questa non si configuri come una pratica avulsa e distaccata è la sperimentazione della presenza della Trinità in noi; la vita sacramentale, particolarmente nell'assunzione del Corpo e del vero Sangue di Cristo, è esperienza diretta dell'inabitazione della Trinità in noi; l'esercizio della carità sincera e disinvolta con la quale ci dona senza riserve al prossimo è anch'essa un dispiegamento della comunione della Trinità che agisce nostro tramite verso gli altri. La comunione e la condivisione che sussiste in qualsiasi gruppo o comunità umana, soprattutto nella dimensione domestica, è un riflesso dell'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il nostro stesso agire nella vita quotidiana all'insegna del Vangelo e degli insegnamenti di Cristo è un procedere che scaturisce in noi dall'iniziativa del Padre per mezzo del Figlio per opera dello Spirito Santo. Non soltanto noi abbiamo dunque accesso alla Trinità, ma lo stesso mistero di amore fra Padre, Figlio e Spirito Santo contrassegna appieno la nostra vita.

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