Don Attilio GIOVANNINI SDB"Il Regno vale la spesa"
30 luglio 2017 | 17a Domenica T. Ordinario - A | Omelia
Il Regno vale la spesa
...va, vende tutto con gioia.
Le parabole del Regno ci hanno informato che il Regno è nascosto ma attivo e in espansione; che il
Regno è fatto per tutti, anche i più piccoli, anzi proprio per loro, e non è fatto per i perfetti; che il Regno è una cosa seria da non snobbare, ecc. Ma la cosa da capire al di sopra di tutte è che il Regno vale un tesoro!
Lo vale perché mi fa star bene, mi risolve tutti i problemi, mi garantisce una posizione alta...?
Non è questo, anzi, non mi garantisce niente di questo. Il Regno mi dona la cosa assolutamente più grande di tutte, l'unica che mi fa veramente realizzato: l'amore!
Non è vero che quando si ha l'amore, tutto il resto non ha più importanza? Sì, l'amore è impagabile. Dice bene il Cantico (87):
*Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore,
non ne avrebbe che disprezzo.
Certo. Solo che questo lo capiamo... quando lo proviamo.
All'inizio della nostra carriera spirituale sentiamo anzitutto il bisogno di essere amati e cerchiamo sempre qualcuno che ci dia amore. E più lo cerchiamo, più siamo incontentabili, ci sentiamo sempre amati troppo poco.
Poi succede per caso di dare amore, di incontrare qualcuno che ha bisogno del nostro amore e di darglielo generosamente, ed è allora che scopriamo di essere già amati, già ricchi. E così scopriamo che più amiamo, più siamo felici.
Fatta questa esperienza, capiamo d'improvviso anche l'amore di Dio: amore puro, amore donato per pura benevolenza. Amore che ci precede, ci seduce, ma a cui dobbiamo corrispondere con amore. Infatti
*non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi.
Noi amiamo perché lui ci ha amati per primo (1Gv 410. 19)
e tuttavia il suo amore ci arriva nella misura in cui amiamo lui. Se uno mi invia un messaggio, ma io non mi connetto, non arriva nulla! Se uno mi ama, e io non lo ignoro, a cosa serve tutto il suo amore?
Devo amare Dio per lasciarmi amare e sperimentare la pienezza. Devo occuparmi di lui, per scoprire che lui si occupa di me. Devo consegnarmi a lui, per permettergli di darsi tutto a me.
Quando io ho dato tutto a lui, allora la mia vita si trasforma e si unifica. Gli altri amori, pur legittimi, si relativizzano e si gerarchizzano. Man mano che il mio amore per lui si potenzia, tutti gli altri affetti si purificano e si ordinano all'unico amore. Di più: è l'amore per lui che mi abilita ad amare gli altri; è stare in solitudine con lui che cambia il mio cuore e mi fa capace di amare tutti in lui e come lui.
E questo è precisamente il Regno! È là dove tutti si possono riconoscere come fratelli perché appartenenti allo stesso amoroso Padre; là dove tutti sono impegnati a far trionfare l'unico bene, è lì che c'è il paradiso. Condividere la gioia di sentirsi amati infinitamente e amare di un amore soprannaturale è più di una festa. È il senso della vita. È ciò per cui vale la spesa di gettare tutto. Proprio come diceva san Paolo:
*tutto ormai io considero una perdita di fronte alla sublimità dell'intimo amore di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutto... (Fil 38).
Lascio tutto perché ho trovato il tutto, e non lo lascio più.
Don Attilio GIOVANNINI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
Il Regno vale la spesa
...va, vende tutto con gioia.
Le parabole del Regno ci hanno informato che il Regno è nascosto ma attivo e in espansione; che il
Regno è fatto per tutti, anche i più piccoli, anzi proprio per loro, e non è fatto per i perfetti; che il Regno è una cosa seria da non snobbare, ecc. Ma la cosa da capire al di sopra di tutte è che il Regno vale un tesoro!
Lo vale perché mi fa star bene, mi risolve tutti i problemi, mi garantisce una posizione alta...?
Non è questo, anzi, non mi garantisce niente di questo. Il Regno mi dona la cosa assolutamente più grande di tutte, l'unica che mi fa veramente realizzato: l'amore!
Non è vero che quando si ha l'amore, tutto il resto non ha più importanza? Sì, l'amore è impagabile. Dice bene il Cantico (87):
*Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore,
non ne avrebbe che disprezzo.
Certo. Solo che questo lo capiamo... quando lo proviamo.
All'inizio della nostra carriera spirituale sentiamo anzitutto il bisogno di essere amati e cerchiamo sempre qualcuno che ci dia amore. E più lo cerchiamo, più siamo incontentabili, ci sentiamo sempre amati troppo poco.
Poi succede per caso di dare amore, di incontrare qualcuno che ha bisogno del nostro amore e di darglielo generosamente, ed è allora che scopriamo di essere già amati, già ricchi. E così scopriamo che più amiamo, più siamo felici.
Fatta questa esperienza, capiamo d'improvviso anche l'amore di Dio: amore puro, amore donato per pura benevolenza. Amore che ci precede, ci seduce, ma a cui dobbiamo corrispondere con amore. Infatti
*non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi.
Noi amiamo perché lui ci ha amati per primo (1Gv 410. 19)
e tuttavia il suo amore ci arriva nella misura in cui amiamo lui. Se uno mi invia un messaggio, ma io non mi connetto, non arriva nulla! Se uno mi ama, e io non lo ignoro, a cosa serve tutto il suo amore?
Devo amare Dio per lasciarmi amare e sperimentare la pienezza. Devo occuparmi di lui, per scoprire che lui si occupa di me. Devo consegnarmi a lui, per permettergli di darsi tutto a me.
Quando io ho dato tutto a lui, allora la mia vita si trasforma e si unifica. Gli altri amori, pur legittimi, si relativizzano e si gerarchizzano. Man mano che il mio amore per lui si potenzia, tutti gli altri affetti si purificano e si ordinano all'unico amore. Di più: è l'amore per lui che mi abilita ad amare gli altri; è stare in solitudine con lui che cambia il mio cuore e mi fa capace di amare tutti in lui e come lui.
E questo è precisamente il Regno! È là dove tutti si possono riconoscere come fratelli perché appartenenti allo stesso amoroso Padre; là dove tutti sono impegnati a far trionfare l'unico bene, è lì che c'è il paradiso. Condividere la gioia di sentirsi amati infinitamente e amare di un amore soprannaturale è più di una festa. È il senso della vita. È ciò per cui vale la spesa di gettare tutto. Proprio come diceva san Paolo:
*tutto ormai io considero una perdita di fronte alla sublimità dell'intimo amore di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutto... (Fil 38).
Lascio tutto perché ho trovato il tutto, e non lo lascio più.
Don Attilio GIOVANNINI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
Commenti
Posta un commento