don Roberto Seregni, " Lasciatela!"
Lasciatela!
don Roberto Seregni
XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Visualizza Mt 13,24-43
Eccoci con una nuova parabola di Gesù. Dopo quella del seme gettato con abbondanza, oggi la
liturgia ci propone quella del grano e della zizzania.
Ovviamente Gesù non vuole dare consigli di agronomia, ma sfrutta delle tematiche vicine all'esperienza concreta della gente per poter far arrivare il suo messaggio a tutti. E come nella parabola di domenica scorsa, anche oggi c'è una affermazione di Gesù che probabilmente ha lasciato tutti a bocca aperta: "Lasciatela!".
Ma come "lasciatela"?
Il male va tolto, estirpato, cancellato, annullato! Cos'è questa storia di lasciar crescere il grano con la gramigna? Bisogna purificare, togliere la gramigna di torno, così finalmente potremo star tranquilli e beati!
Gesù non vuole una comunità ristretta di "puri e duri" che si presentano come mietitori pronti a eliminare le zavorre. Gesù non nega la necessità della separazione, la sua non è indifferenza al bene o al male, ci mancherebbe! Il Rabbì di Nazareth annuncia che il tempo della separazione non è ancora arrivato e comunque non spetta agli uomini! (Per fortuna...)
Povero Giovanni Battista, pure lui - forse - si aspettava una bella pulizia generale, infatti parlando del messia disse: "Nella sua mano tiene il ventilabro e pulirà la sua aia, raccogliendo il grano nel granaio e gettando la paglia nel fuoco" (Matteo 3,12).
Gesù, invece, fa tutto il contrario!
Non allontana i peccatori, anzi gli avvicina e per loro ha una attenzione tutta speciale.
Non punta il dito, ma allunga la mano verso chi si sente giudicato dai ben pensanti del tempo.
Non si circonda di perfettini o di primi della classe, tra i dodici - lo sappiamo - c'è gente con un passato discutibile e tra di loro c'è il traditore.
Allora coraggio, cari amici! Superiamo la tentazione del giudizio, smettiamo di comportarci come i mietitori della parabola.
Dobbiamo amare questa Chiesa, non quella dei nostri sogni o dei nostri idealismi sfrenati.
Dobbiamo amare questa Chiesa, quella in cui viviamo, quella con cui ogni domenica spezziamo il pane e ascoltiamo la sua Parola.
Fonte:http://www.qumran2.net/
don Roberto Seregni
XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Visualizza Mt 13,24-43
Eccoci con una nuova parabola di Gesù. Dopo quella del seme gettato con abbondanza, oggi la
liturgia ci propone quella del grano e della zizzania.
Ovviamente Gesù non vuole dare consigli di agronomia, ma sfrutta delle tematiche vicine all'esperienza concreta della gente per poter far arrivare il suo messaggio a tutti. E come nella parabola di domenica scorsa, anche oggi c'è una affermazione di Gesù che probabilmente ha lasciato tutti a bocca aperta: "Lasciatela!".
Ma come "lasciatela"?
Il male va tolto, estirpato, cancellato, annullato! Cos'è questa storia di lasciar crescere il grano con la gramigna? Bisogna purificare, togliere la gramigna di torno, così finalmente potremo star tranquilli e beati!
Gesù non vuole una comunità ristretta di "puri e duri" che si presentano come mietitori pronti a eliminare le zavorre. Gesù non nega la necessità della separazione, la sua non è indifferenza al bene o al male, ci mancherebbe! Il Rabbì di Nazareth annuncia che il tempo della separazione non è ancora arrivato e comunque non spetta agli uomini! (Per fortuna...)
Povero Giovanni Battista, pure lui - forse - si aspettava una bella pulizia generale, infatti parlando del messia disse: "Nella sua mano tiene il ventilabro e pulirà la sua aia, raccogliendo il grano nel granaio e gettando la paglia nel fuoco" (Matteo 3,12).
Gesù, invece, fa tutto il contrario!
Non allontana i peccatori, anzi gli avvicina e per loro ha una attenzione tutta speciale.
Non punta il dito, ma allunga la mano verso chi si sente giudicato dai ben pensanti del tempo.
Non si circonda di perfettini o di primi della classe, tra i dodici - lo sappiamo - c'è gente con un passato discutibile e tra di loro c'è il traditore.
Allora coraggio, cari amici! Superiamo la tentazione del giudizio, smettiamo di comportarci come i mietitori della parabola.
Dobbiamo amare questa Chiesa, non quella dei nostri sogni o dei nostri idealismi sfrenati.
Dobbiamo amare questa Chiesa, quella in cui viviamo, quella con cui ogni domenica spezziamo il pane e ascoltiamo la sua Parola.
Fonte:http://www.qumran2.net/
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