fra Damiano Angelucci, "Riepilogo istruzioni missionari"
Commento al Vangelo di Domenica 2 luglio 2017, XIII Dom TO anno A
Riepilogo istruzioni missionari
TESTO (Mt 10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno
di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
COMMENTO
Alla fine di una serie di istruzioni rivolte ai suoi dodici più stretti collaboratori, Gesù tira le somme e le conclusioni degli atteggiamenti necessari per essere in grado di sopportare la missione del Regno, e allo stesso tempo gli atteggiamenti richiesti per accogliere la Grazia del Regno di Cristo.
Le esigenze del Regno di Dio sono in netta opposizione con l’ansia di possesso secondo lo spirito del mondo; Gesù arriva perfino a dire in un altro passo riportatoci da Luca: “Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso?” (Lc 9,25) Perfino se l’uomo arrivasse a possedere tutto il mondo nulla gli varrebbe, se non dovesse arrivare a trovare e possedere la propria vita.
Come può l’uomo possedere la propria vita, come può dirsi reale proprietario di se stesso? Esattamente se farà la stessa cosa che ha fatto Gesù; Lui che ha donato la sua vita per poi riprenderla. Solo il dono ci rende veramente possessori, perché potremo custodire in eterno solo quello che avremo saputo donare, nulla di più.
Donare la vita: uguale essere gratuiti, disinteressati, essere pazienti, benevoli, … insomma tutti quegli atteggiamenti che San Paolo elenca nel famoso inno alla Carità nel capitolo 13 della sua prima lettera ai Corinti.
Ma quanto è difficile essere gratuiti! Quanto è difficile vedere comportamenti umani liberi da qualsiasi ricerca di tornaconto o di vantaggio personale! Quanto spesso anche i rapporti educativi nascondono il desiderio segreto di possedere una persona!
Sembra impossibile ma nulla è impossibile a Dio, fonte eterna di amore. Se fossimo cristiani sufficientemente realisti dovremmo ogni giorno sperimentare il desiderio impellente di rivolgerci al Signore per chiedere il suo aiuto, il suo soccorso, la sua Grazia.
Dall’altra parte l’umiltà ci permetterà di saper accogliere coloro che sono portatori del Buon Annuncio della salvezza di Cristo. La comunione con i missionari ci permetterà addirittura di comunicare alla loro stessa ricompensa, perché la bontà del Regno è talmente diffusiva che basta uno spiraglio di apertura per farne entrare il profumo in tutta la nostra esistenza!
Riepilogo istruzioni missionari
TESTO (Mt 10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno
di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
COMMENTO
Alla fine di una serie di istruzioni rivolte ai suoi dodici più stretti collaboratori, Gesù tira le somme e le conclusioni degli atteggiamenti necessari per essere in grado di sopportare la missione del Regno, e allo stesso tempo gli atteggiamenti richiesti per accogliere la Grazia del Regno di Cristo.
Le esigenze del Regno di Dio sono in netta opposizione con l’ansia di possesso secondo lo spirito del mondo; Gesù arriva perfino a dire in un altro passo riportatoci da Luca: “Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso?” (Lc 9,25) Perfino se l’uomo arrivasse a possedere tutto il mondo nulla gli varrebbe, se non dovesse arrivare a trovare e possedere la propria vita.
Come può l’uomo possedere la propria vita, come può dirsi reale proprietario di se stesso? Esattamente se farà la stessa cosa che ha fatto Gesù; Lui che ha donato la sua vita per poi riprenderla. Solo il dono ci rende veramente possessori, perché potremo custodire in eterno solo quello che avremo saputo donare, nulla di più.
Donare la vita: uguale essere gratuiti, disinteressati, essere pazienti, benevoli, … insomma tutti quegli atteggiamenti che San Paolo elenca nel famoso inno alla Carità nel capitolo 13 della sua prima lettera ai Corinti.
Ma quanto è difficile essere gratuiti! Quanto è difficile vedere comportamenti umani liberi da qualsiasi ricerca di tornaconto o di vantaggio personale! Quanto spesso anche i rapporti educativi nascondono il desiderio segreto di possedere una persona!
Sembra impossibile ma nulla è impossibile a Dio, fonte eterna di amore. Se fossimo cristiani sufficientemente realisti dovremmo ogni giorno sperimentare il desiderio impellente di rivolgerci al Signore per chiedere il suo aiuto, il suo soccorso, la sua Grazia.
Dall’altra parte l’umiltà ci permetterà di saper accogliere coloro che sono portatori del Buon Annuncio della salvezza di Cristo. La comunione con i missionari ci permetterà addirittura di comunicare alla loro stessa ricompensa, perché la bontà del Regno è talmente diffusiva che basta uno spiraglio di apertura per farne entrare il profumo in tutta la nostra esistenza!
Fonte:http://fradamiano.blogspot.it/
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