ORDINE DEI CARMELITANI, Lectio "Tre parabole del Regno di Dio"
Lectio: Domenica, 30 Luglio, 2017
Tre parabole del Regno di Dio
Scoprire i segni di Dio nella vita di ogni giorno
Matteo 13,44-52
1. Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il
quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Matteo 13,44: Parabola del tesoro nascosto
Matteo 13,45-46: Parabola del negoziante che cerca perle preziose
Matteo 13,47-50: Parabola della rete gettata nel mare
Matteo 13,51-52: Una parabola per concludere il discorso delle parabole
b) Chiave di lettura:
In questa 17ª domenica comune meditiamo le tre parabole che compongono la parte finale del Discorso delle Parabole: il tesoro nascosto, il negoziante di perle preziose e la rete gettata nel mare. Le parabole di Gesù ci aiutano a sintonizzare il nostro sguardo per percepire meglio la presenza del Regno di Dio nelle cose più comuni della vita. Nel corso della lettura è bene fare attenzione a quanto segue: “Cosa è per me un tesoro nascosto, un negoziante di perle preziose o una rete gettata nel mare? Come la mia esperienza mi aiuta a capire le parabole del tesoro, della perla e della rete?”
c) Il testo:
44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Matteo 13,44-5247Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
3. Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Quale parte del testo mi ha colpito maggiormente? Perché?
b) Secondo la mia esperienza di vita, cosa intendo io per tesoro nascosto, per negoziante di perle preziose, o per rete gettata nel mare?
c) Questa esperienza mia, come mi aiuta a capire le parabole del tesoro, della perla e della rete?
d) Quale è la differenza esistente tra le parabole del tesoro e della perla?
e) Cosa ci dice il testo sulla missione da svolgere in qualità di discepoli e discepole di Cristo?
5. Per coloro che volessero approfondire il tema
a) Contesto delle parabole pronunciate da Gesù:
I vangeli contengono molte parabole di Gesù. Matteo arriva perfino a dire: “Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole” (Mt 13,34). Era il metodo usato comunemente in quella epoca per insegnare. Era così che Gesù si faceva capire alla gente. Nelle parabole, Gesù parte da cose assai comuni della vita e le usa come termine di paragone per aiutare le persone a capire meglio le cose meno conosciute del Regno di Dio. Nel vangelo di questa domenica, Gesù parte da tre cose ben conosciute della vita della gente: il tesoro nascosto nel campo, il negoziante che cerca perle e la rete che i pescatori gettano nel mare.
b) Commento del testo:
Matteo 13,44: La parabola del tesoro nascosto
Qui, il termine di paragone per chiarire le cose del Regno di Dio è il tesoro nascosto nel campo. Nessuno sa che in quel campo c’è un tesoro. Un uomo lo trova per caso. Non sapeva che l’avrebbe incontrato. Lo incontra e si allegra ed accoglie con gratitudine l’imprevisto. Il tesoro scoperto non gli appartiene ancora, sarà suo solo se riuscirà a compare il campo. Erano così le leggi dell’epoca. Per questo va, vende tutto ciò che possiede e compra quel campo. Comprando il campo, acquisisce il tesoro.
Gesù non spiega la parabola. Vale qui quanto detto in precedenza: “Chi ha orecchi intenda” (Mt 13,9.43). Ossia: “Il Regno di Dio è questo. Avete ascoltato. Ora cercate di capire!” Se Gesù non spiega la parabola, non la spiego nemmeno io. E’ compito di ciascuno, di ciascuna di noi. Ma vorrei dare un suggerimento partendo da ciò che io stesso ho capito. Il campo è la nostra vita. Nella vita di tutti noi c’è un tesoro nascosto, tesoro prezioso, più prezioso che tutti i valori. Chi lo incontra dà tutto ciò che possiede per comprare quel tesoro? Tu lo hai trovato?
Matteo 13,45-46: La parabola del mercante di perle preziose
Nella prima parabola, il termine di paragone era il “tesoro nascosto nel campo”. In questa parabola, l’accento è diverso. Il termine di paragone, non è la perla preziosa, ma l’attività, lo sforzo del mercante che cerca perle preziose. Tutti sanno che tali perle ci sono. Ciò che importa non è sapere che ci sono, ma cercarle senza sosta, fino ad incontrarle.
Le due parabole hanno elementi comuni ed elementi diversi. In tutti e due i casi, si tratta di una cosa preziosa: tesoro e perla. Nei due casi c’è un incontro, e nei due casi la persona va e vende tutto ciò che ha per poter comprare il valore che ha trovato. Nella prima parabola, l’incontro avviene per caso. Nella seconda, l’incontro è frutto dello sforzo e della ricerca. Abbiamo qui due aspetti fondamentali del Regno di Dio. Il Regno c’è, è nascosto nella vita, in attesa di chi lo incontra. Il Regno è il frutto di una ricerca e di un incontro (procura). Sono le due dimensioni fondamentali della vita umana: la gratitudine di amore che ci accoglie e ci incontra, e l’osservanza fedele che ci porta all’incontro dell’Altro.
Matteo 13,47-50: La parabola della rete gettata nel mare
Qui il Regno è simile ad una rete, non qualsiasi rete, bensì una rete gettata nel mare e che pesca di tutto. Si tratta di qualcosa di tipico nella vita di coloro che ascoltavano che nella stragrande maggioranza erano pescatori, che vivevano della pesca. Un’esperienza che anche loro hanno della rete gettata nel mare e che prende di tutto, cose buone e cose meno buone. Il pescatore non può evitare che entrino cose non buone nella sua rete. Perché lui non riesce a controllare ciò che avviene nel basso, in fondo all’acqua del mare, dove trascina la sua rete. Lo saprà solo quando tirerà la rete verso l’alto e si siederà con i suoi compagni per fare la cernita. Allora separeranno ciò che vale da ciò che non vale. Di nuovo, Gesù non spiega la parabola, ma dà un’indicazione: “Così sarà alla fine del mondo”. Avverrà una separazione tra i buoni ed i cattivi.
Matteo 13,51-52: Conclusione del discorso parabolico
Nel vangelo di Matteo, il discorso parabolico termina con un breve dialogo tra Gesù e coloro che lo ascoltano che serve da chiave di lettura per tutte le parabole. Gesù chiede: “Avete capito queste cose?” Risposta della gente: “Sì!” E Gesù conclude con una frase molto bella: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Questa frase finale è un’altra piccola parabola.“Le cose nuove e le cose vecchie che il padrone di casa tira dal suo deposito” sono le cose della vita che Gesù ha appena proposto nelle parabole: semi gettati nel campo (Mt 13,4-8), il grano di senapa (Mt 13,31-32), il lievito (Mt 13,33), il tesoro nascosto nel campo (Mt 13,44), il negoziante di perle preziose (Mt 13, 45-46), la rete gettata nel mare (Mt 13,47-48). L’esperienza che ognuno ha di queste cose è il suo tesoro. E’ in questa esperienza dove ognuno trova il termine di paragone per poter capire meglio le cose del Regno di Dio! A volte, quando le parabole non ci dicono nulla e non liberano il loro messaggio, la causa non è la mancanza di studi. Bensì la mancanza di esperienza nella vita o la mancanza di approfondimento della propria vita. Le persone che vivono in superficie senza approfondire le esperienze della propria vita, non hanno un deposito da dove estrarre cose nuove e cose vecchie.
c) Approfondimento: L’insegnamento delle parabole
Le parabole di Gesù sono uno strumento pedagogico che si serve della vita quotidiana per indicare come questa ci parla di Dio. Le parabole rendono trasparente la realtà, rivelatrice della presenza e dell’azione di Dio. Rendono contemplativo lo sguardo della persona. Una parabola riguarda cose della vita e per questo è un insegnamento aperto, che ci rende partecipi, che ci coinvolge, tutti abbiamo qualche esperienza delle cose della vita. L’insegnamento in parabole fa partire alla persona dalla sua esperienza delle cose comuni della vita per poter capire il Regno: seme, sale, luce, pecora, fiore, donna, bambini, padre, rete, pesce, tesoro, perla, rete, etc.
Gesù non era solito spiegare le parabole. Generalmente, terminava con questa frase: “Chi ha udito, intenda!" (Mt 11,15; 13,9.43) Ossia: "E’ questo. Avete udito! Ora cercate di capire!" Gesù lasciava aperto il senso della parabola, non lo determinava. Segno che credeva nella capacità che la gente aveva di scoprire il senso della parabola partendo dalla sua esperienza di vita. Ogni tanto, a richiesta dei discepoli,spiegava il significato. (Mt 13,10.36). Per esempio, i versi 36-43 spiegano la parabola del grano e della zizzania. E’ anche possibile che queste spiegazioni siano la riflessione della catechesi che si faceva nelle comunità dei primi cristiani. Le comunità si riunivano e discutevano le parabole di Gesù, cercando di capire ciò che Gesù voleva dire. Così, poco a poco, l’insegnamento di Gesù cominciava ad essere assimilato alla catechesi della comunità che fornisce poi una spiegazione della parabola.
6. Salmo 19,8-15
La legge del Signore è perfetta
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.
timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.
inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.
dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.
Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.
7. Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Fonte:http://ocarm.org/it
Tre parabole del Regno di Dio
Scoprire i segni di Dio nella vita di ogni giorno
Matteo 13,44-52
1. Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il
quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Matteo 13,44: Parabola del tesoro nascosto
Matteo 13,45-46: Parabola del negoziante che cerca perle preziose
Matteo 13,47-50: Parabola della rete gettata nel mare
Matteo 13,51-52: Una parabola per concludere il discorso delle parabole
b) Chiave di lettura:
In questa 17ª domenica comune meditiamo le tre parabole che compongono la parte finale del Discorso delle Parabole: il tesoro nascosto, il negoziante di perle preziose e la rete gettata nel mare. Le parabole di Gesù ci aiutano a sintonizzare il nostro sguardo per percepire meglio la presenza del Regno di Dio nelle cose più comuni della vita. Nel corso della lettura è bene fare attenzione a quanto segue: “Cosa è per me un tesoro nascosto, un negoziante di perle preziose o una rete gettata nel mare? Come la mia esperienza mi aiuta a capire le parabole del tesoro, della perla e della rete?”
c) Il testo:
44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Matteo 13,44-5247Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
3. Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Quale parte del testo mi ha colpito maggiormente? Perché?
b) Secondo la mia esperienza di vita, cosa intendo io per tesoro nascosto, per negoziante di perle preziose, o per rete gettata nel mare?
c) Questa esperienza mia, come mi aiuta a capire le parabole del tesoro, della perla e della rete?
d) Quale è la differenza esistente tra le parabole del tesoro e della perla?
e) Cosa ci dice il testo sulla missione da svolgere in qualità di discepoli e discepole di Cristo?
5. Per coloro che volessero approfondire il tema
a) Contesto delle parabole pronunciate da Gesù:
I vangeli contengono molte parabole di Gesù. Matteo arriva perfino a dire: “Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole” (Mt 13,34). Era il metodo usato comunemente in quella epoca per insegnare. Era così che Gesù si faceva capire alla gente. Nelle parabole, Gesù parte da cose assai comuni della vita e le usa come termine di paragone per aiutare le persone a capire meglio le cose meno conosciute del Regno di Dio. Nel vangelo di questa domenica, Gesù parte da tre cose ben conosciute della vita della gente: il tesoro nascosto nel campo, il negoziante che cerca perle e la rete che i pescatori gettano nel mare.
b) Commento del testo:
Matteo 13,44: La parabola del tesoro nascosto
Qui, il termine di paragone per chiarire le cose del Regno di Dio è il tesoro nascosto nel campo. Nessuno sa che in quel campo c’è un tesoro. Un uomo lo trova per caso. Non sapeva che l’avrebbe incontrato. Lo incontra e si allegra ed accoglie con gratitudine l’imprevisto. Il tesoro scoperto non gli appartiene ancora, sarà suo solo se riuscirà a compare il campo. Erano così le leggi dell’epoca. Per questo va, vende tutto ciò che possiede e compra quel campo. Comprando il campo, acquisisce il tesoro.
Gesù non spiega la parabola. Vale qui quanto detto in precedenza: “Chi ha orecchi intenda” (Mt 13,9.43). Ossia: “Il Regno di Dio è questo. Avete ascoltato. Ora cercate di capire!” Se Gesù non spiega la parabola, non la spiego nemmeno io. E’ compito di ciascuno, di ciascuna di noi. Ma vorrei dare un suggerimento partendo da ciò che io stesso ho capito. Il campo è la nostra vita. Nella vita di tutti noi c’è un tesoro nascosto, tesoro prezioso, più prezioso che tutti i valori. Chi lo incontra dà tutto ciò che possiede per comprare quel tesoro? Tu lo hai trovato?
Matteo 13,45-46: La parabola del mercante di perle preziose
Nella prima parabola, il termine di paragone era il “tesoro nascosto nel campo”. In questa parabola, l’accento è diverso. Il termine di paragone, non è la perla preziosa, ma l’attività, lo sforzo del mercante che cerca perle preziose. Tutti sanno che tali perle ci sono. Ciò che importa non è sapere che ci sono, ma cercarle senza sosta, fino ad incontrarle.
Le due parabole hanno elementi comuni ed elementi diversi. In tutti e due i casi, si tratta di una cosa preziosa: tesoro e perla. Nei due casi c’è un incontro, e nei due casi la persona va e vende tutto ciò che ha per poter comprare il valore che ha trovato. Nella prima parabola, l’incontro avviene per caso. Nella seconda, l’incontro è frutto dello sforzo e della ricerca. Abbiamo qui due aspetti fondamentali del Regno di Dio. Il Regno c’è, è nascosto nella vita, in attesa di chi lo incontra. Il Regno è il frutto di una ricerca e di un incontro (procura). Sono le due dimensioni fondamentali della vita umana: la gratitudine di amore che ci accoglie e ci incontra, e l’osservanza fedele che ci porta all’incontro dell’Altro.
Matteo 13,47-50: La parabola della rete gettata nel mare
Qui il Regno è simile ad una rete, non qualsiasi rete, bensì una rete gettata nel mare e che pesca di tutto. Si tratta di qualcosa di tipico nella vita di coloro che ascoltavano che nella stragrande maggioranza erano pescatori, che vivevano della pesca. Un’esperienza che anche loro hanno della rete gettata nel mare e che prende di tutto, cose buone e cose meno buone. Il pescatore non può evitare che entrino cose non buone nella sua rete. Perché lui non riesce a controllare ciò che avviene nel basso, in fondo all’acqua del mare, dove trascina la sua rete. Lo saprà solo quando tirerà la rete verso l’alto e si siederà con i suoi compagni per fare la cernita. Allora separeranno ciò che vale da ciò che non vale. Di nuovo, Gesù non spiega la parabola, ma dà un’indicazione: “Così sarà alla fine del mondo”. Avverrà una separazione tra i buoni ed i cattivi.
Matteo 13,51-52: Conclusione del discorso parabolico
Nel vangelo di Matteo, il discorso parabolico termina con un breve dialogo tra Gesù e coloro che lo ascoltano che serve da chiave di lettura per tutte le parabole. Gesù chiede: “Avete capito queste cose?” Risposta della gente: “Sì!” E Gesù conclude con una frase molto bella: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Questa frase finale è un’altra piccola parabola.“Le cose nuove e le cose vecchie che il padrone di casa tira dal suo deposito” sono le cose della vita che Gesù ha appena proposto nelle parabole: semi gettati nel campo (Mt 13,4-8), il grano di senapa (Mt 13,31-32), il lievito (Mt 13,33), il tesoro nascosto nel campo (Mt 13,44), il negoziante di perle preziose (Mt 13, 45-46), la rete gettata nel mare (Mt 13,47-48). L’esperienza che ognuno ha di queste cose è il suo tesoro. E’ in questa esperienza dove ognuno trova il termine di paragone per poter capire meglio le cose del Regno di Dio! A volte, quando le parabole non ci dicono nulla e non liberano il loro messaggio, la causa non è la mancanza di studi. Bensì la mancanza di esperienza nella vita o la mancanza di approfondimento della propria vita. Le persone che vivono in superficie senza approfondire le esperienze della propria vita, non hanno un deposito da dove estrarre cose nuove e cose vecchie.
c) Approfondimento: L’insegnamento delle parabole
Le parabole di Gesù sono uno strumento pedagogico che si serve della vita quotidiana per indicare come questa ci parla di Dio. Le parabole rendono trasparente la realtà, rivelatrice della presenza e dell’azione di Dio. Rendono contemplativo lo sguardo della persona. Una parabola riguarda cose della vita e per questo è un insegnamento aperto, che ci rende partecipi, che ci coinvolge, tutti abbiamo qualche esperienza delle cose della vita. L’insegnamento in parabole fa partire alla persona dalla sua esperienza delle cose comuni della vita per poter capire il Regno: seme, sale, luce, pecora, fiore, donna, bambini, padre, rete, pesce, tesoro, perla, rete, etc.
Gesù non era solito spiegare le parabole. Generalmente, terminava con questa frase: “Chi ha udito, intenda!" (Mt 11,15; 13,9.43) Ossia: "E’ questo. Avete udito! Ora cercate di capire!" Gesù lasciava aperto il senso della parabola, non lo determinava. Segno che credeva nella capacità che la gente aveva di scoprire il senso della parabola partendo dalla sua esperienza di vita. Ogni tanto, a richiesta dei discepoli,spiegava il significato. (Mt 13,10.36). Per esempio, i versi 36-43 spiegano la parabola del grano e della zizzania. E’ anche possibile che queste spiegazioni siano la riflessione della catechesi che si faceva nelle comunità dei primi cristiani. Le comunità si riunivano e discutevano le parabole di Gesù, cercando di capire ciò che Gesù voleva dire. Così, poco a poco, l’insegnamento di Gesù cominciava ad essere assimilato alla catechesi della comunità che fornisce poi una spiegazione della parabola.
6. Salmo 19,8-15
La legge del Signore è perfetta
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.
timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.
inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.
dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.
Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.
7. Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Fonte:http://ocarm.org/it
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