#PANEQUOTIDIANO, «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome»
La Liturgia di Venerdi 14 Luglio 2017 VANGELO (Mt 10,16-23) Commento:P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat (Montserrat, Barcelona, Spagna)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici
come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
«Sarete odiati da tutti a causa del mio nome»
P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat
(Montserrat, Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo rileva le difficoltà e le contraddizioni che il cristiano dovrà soffrire per causa di Cristo e del suo Vangelo, e come dovrà resistere e perseverare fino alla fine. Gesù ci promise: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); però non ha promesso ai suoi un cammino facile, al contrario, disse loro: «Sarete odiati da tutti per causa del mio nome» (Mt 10,22).
La Chiesa e il mondo sono due realtà di “difficile” convivenza. Il mondo, che la Chiesa deve convertire a Gesù Cristo, non è una realtà neutra, come se fosse cera vergine che solo aspetta il timbro che le dia forma. Questo sarebbe stato così solamente se non avessimo avuto una storia di peccato fra la creazione dell’uomo e la sua redenzione. Il mondo, come struttura allontanata da Dio, obbedisce ad un altro signore, che il Vangelo di San Giovanni nomina come “il signore di questo mondo”, il nemico dell’anima, al quale il cristiano ha fatto giuramento —nel giorno del suo battesimo— di disobbedienza, di confronto, per appartenere solo al Signore e alla Madre Chiesa che lo ha generato in Gesù Cristo.
Però il battezzato continua vivendo in questo mondo e non in altri, non rinuncia alla cittadinanza di questo mondo, nemmeno gli nega il suo onesto apporto per sostenerlo e migliorarlo; i doveri di cittadinanza civica sono anche doveri cristiani; pagare le tasse è un dovere di giustizia per il cristiano. Gesù disse che i suoi seguaci siamo nel mondo, però non siamo del mondo (cf Gv 17,14-15). Non apparteniamo al mondo incondizionalmente, solo apparteniamo del tutto a Gesù Cristo e alla Chiesa, vera patria spirituale che è qui nella terra e che attraversa la barriera dello spazio e del tempo per sbarcarci nella patria definitiva del cielo.
Questa doppia cittadinanza si scontra immancabilmente con le forze del peccato e del dominio che muovono i meccanismi mondani. Ripassando la storia della chiesa, Newman diceva che «La persecuzione è la marca della Chiesa e chissà la più durevole di tutte».
.Paolo Curtaz
La fede cristiana è e resta disarmata. O è disarmata o non è fede cristiana. I dati Ocse ci ricordano che è proprio la fede cristiana, nel mondo, ad essere la più perseguitata in questo inizio di millennio: ogni cinque minuti un cristiano subisce maltrattamenti e vessazioni a causa della sua fede. Un crescente clima di ostilità al cristianesimo e agli uomini della Chiesa si percepisce anche nelle nostre città europee. Disposti ad essere tolleranti con le altri fedi religiose, quando si tratta di cristianesimo invece, in nome di una presunta libertà di opinione, tutto si può dire... Ma Gesù ci aveva avvertiti: restiamo colombe.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici
come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
«Sarete odiati da tutti a causa del mio nome»
P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat
(Montserrat, Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo rileva le difficoltà e le contraddizioni che il cristiano dovrà soffrire per causa di Cristo e del suo Vangelo, e come dovrà resistere e perseverare fino alla fine. Gesù ci promise: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); però non ha promesso ai suoi un cammino facile, al contrario, disse loro: «Sarete odiati da tutti per causa del mio nome» (Mt 10,22).
La Chiesa e il mondo sono due realtà di “difficile” convivenza. Il mondo, che la Chiesa deve convertire a Gesù Cristo, non è una realtà neutra, come se fosse cera vergine che solo aspetta il timbro che le dia forma. Questo sarebbe stato così solamente se non avessimo avuto una storia di peccato fra la creazione dell’uomo e la sua redenzione. Il mondo, come struttura allontanata da Dio, obbedisce ad un altro signore, che il Vangelo di San Giovanni nomina come “il signore di questo mondo”, il nemico dell’anima, al quale il cristiano ha fatto giuramento —nel giorno del suo battesimo— di disobbedienza, di confronto, per appartenere solo al Signore e alla Madre Chiesa che lo ha generato in Gesù Cristo.
Però il battezzato continua vivendo in questo mondo e non in altri, non rinuncia alla cittadinanza di questo mondo, nemmeno gli nega il suo onesto apporto per sostenerlo e migliorarlo; i doveri di cittadinanza civica sono anche doveri cristiani; pagare le tasse è un dovere di giustizia per il cristiano. Gesù disse che i suoi seguaci siamo nel mondo, però non siamo del mondo (cf Gv 17,14-15). Non apparteniamo al mondo incondizionalmente, solo apparteniamo del tutto a Gesù Cristo e alla Chiesa, vera patria spirituale che è qui nella terra e che attraversa la barriera dello spazio e del tempo per sbarcarci nella patria definitiva del cielo.
Questa doppia cittadinanza si scontra immancabilmente con le forze del peccato e del dominio che muovono i meccanismi mondani. Ripassando la storia della chiesa, Newman diceva che «La persecuzione è la marca della Chiesa e chissà la più durevole di tutte».
.Paolo Curtaz
La fede cristiana è e resta disarmata. O è disarmata o non è fede cristiana. I dati Ocse ci ricordano che è proprio la fede cristiana, nel mondo, ad essere la più perseguitata in questo inizio di millennio: ogni cinque minuti un cristiano subisce maltrattamenti e vessazioni a causa della sua fede. Un crescente clima di ostilità al cristianesimo e agli uomini della Chiesa si percepisce anche nelle nostre città europee. Disposti ad essere tolleranti con le altri fedi religiose, quando si tratta di cristianesimo invece, in nome di una presunta libertà di opinione, tutto si può dire... Ma Gesù ci aveva avvertiti: restiamo colombe.
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