#PANEQUOTIDIANO«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno»
La Liturgia di Sabato 8 Luglio 2017 VANGELO (Mt 9,14-17) Commento:Rev. D. Joaquim FORTUNY i Vizcarro (Cunit, Tarragona, Spagna)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei
digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore
«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno»
Rev. D. Joaquim FORTUNY i Vizcarro
(Cunit, Tarragona, Spagna)
Oggi, vediamo come con Gesù he iniziata una nuova era, una nuova dottrina, insegnata con autorità, e come tutte le cose nuove contrastavano con le pratiche e l’ambiente prevalente. Così, nelle pagine che precedono il Vangelo che stiamo considerando, vediamo Gesù che perdona i peccati del paralitico e guarisce la sua malattia, mentre gli scribi sono scioccati; Gesù che chiama Matteo, l’esattore delle tasse, e mangia con lui e altri pubblicani e peccatori, e i farisei “scandalizzati”; nel Vangelo di oggi sono i discepoli di Giovanni che vengono a Gesù perché non capiscono come mai Lui e i suoi discepoli non digiunano.
Gesù, che non lascia nessuno senza risposta, dice: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9,15). Il digiuno era, ed è, una pratica penitenziale che contribuisce a “farci acquistare il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2043) e a implorare la misericordia divina. Ma in quei momenti, la misericordia e l’amore infinito di Dio era in mezzo a loro con la presenza di Gesù, il Verbo Incarnato. Come potevano digiunare? C’era solo un’atteggiamento possibile: la gioia, godere della presenza di Dio fatto uomo. Come avrebbero fatto a digiunare se Gesù aveva scoperto per loro un nuovo modo di relazionarsi con Dio, un nuovo spirito che ha rotto con tutti quei vecchi modi di fare?
Oggi Gesù c’è: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), e non c’è perché è tornato al Padre, e così esclamiamo: “Vieni, Signore Gesù!”
Siamo in tempi di attesa. Pertanto, dovremmo rinnovarci ogni giorno con il nuovo spirito di Gesù, lasciar andare le rutine, il digiuno di tutto ciò che ci impedisce di muoversi verso una piena identificazione con Cristo, verso la santità. “Giusto è il nostro pianto -il nostro digiuno- se ci brucia il desiderio di vederlo” (Sant’Agostino).
Supplichiamo Santa Maria di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno per sperimentare la gioia di sapere che siamo figli prediletti.
Paolo Curtaz
Il digiuno lo facciamo per solidarietà con i fratelli che soffrono la fame, nonostante un terzo del mondo, quello ricco, si dichiari cristiano. Il digiuno lo facciamo per risvegliare le nostre coscienze, non certo per farci vedere pii o devoti. Il digiuno lo facciamo come lo chiede il Signore, nel silenzio e nel nascondimento. Il digiuno, per manifestare la gioia dello sposo, facciamolo oggi, astenendoci dai pensieri scuri e inopportuni...
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei
digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore
«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno»
Rev. D. Joaquim FORTUNY i Vizcarro
(Cunit, Tarragona, Spagna)
Oggi, vediamo come con Gesù he iniziata una nuova era, una nuova dottrina, insegnata con autorità, e come tutte le cose nuove contrastavano con le pratiche e l’ambiente prevalente. Così, nelle pagine che precedono il Vangelo che stiamo considerando, vediamo Gesù che perdona i peccati del paralitico e guarisce la sua malattia, mentre gli scribi sono scioccati; Gesù che chiama Matteo, l’esattore delle tasse, e mangia con lui e altri pubblicani e peccatori, e i farisei “scandalizzati”; nel Vangelo di oggi sono i discepoli di Giovanni che vengono a Gesù perché non capiscono come mai Lui e i suoi discepoli non digiunano.
Gesù, che non lascia nessuno senza risposta, dice: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9,15). Il digiuno era, ed è, una pratica penitenziale che contribuisce a “farci acquistare il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2043) e a implorare la misericordia divina. Ma in quei momenti, la misericordia e l’amore infinito di Dio era in mezzo a loro con la presenza di Gesù, il Verbo Incarnato. Come potevano digiunare? C’era solo un’atteggiamento possibile: la gioia, godere della presenza di Dio fatto uomo. Come avrebbero fatto a digiunare se Gesù aveva scoperto per loro un nuovo modo di relazionarsi con Dio, un nuovo spirito che ha rotto con tutti quei vecchi modi di fare?
Oggi Gesù c’è: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), e non c’è perché è tornato al Padre, e così esclamiamo: “Vieni, Signore Gesù!”
Siamo in tempi di attesa. Pertanto, dovremmo rinnovarci ogni giorno con il nuovo spirito di Gesù, lasciar andare le rutine, il digiuno di tutto ciò che ci impedisce di muoversi verso una piena identificazione con Cristo, verso la santità. “Giusto è il nostro pianto -il nostro digiuno- se ci brucia il desiderio di vederlo” (Sant’Agostino).
Supplichiamo Santa Maria di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno per sperimentare la gioia di sapere che siamo figli prediletti.
Paolo Curtaz
Il digiuno lo facciamo per solidarietà con i fratelli che soffrono la fame, nonostante un terzo del mondo, quello ricco, si dichiari cristiano. Il digiuno lo facciamo per risvegliare le nostre coscienze, non certo per farci vedere pii o devoti. Il digiuno lo facciamo come lo chiede il Signore, nel silenzio e nel nascondimento. Il digiuno, per manifestare la gioia dello sposo, facciamolo oggi, astenendoci dai pensieri scuri e inopportuni...
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