don Luciano Cantini, " Il Figlio del Dio vivente"

 Il Figlio del Dio vivente
don Luciano Cantini  
XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/08/2017)
  Visualizza Mt 16,13-20
Domandò ai suoi discepoli
Gesù si è interrogato su se stesso, si è messo totalmente nelle mani del Padre e percepisce che la sua
vita sta avendo una svolta sostanziale. Purtroppo il testo della liturgia si ferma prima dell'annuncio della sua passione, dell'intervento a gamba tesa di Pietro, e il rimprovero del Signore, che è molto più di un rimprovero: Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». (Mt 16, 21-23)
Privati di questi versetti non si percepisce che proprio quando tutto sembra diventato “certo”, è invece vero l'opposto e si coglie il senso profondo della fragilità e della incertezza. Nella totalità del racconto è la dinamica del passaggio dalle certezze della religione, che l'idea della roccia e della pietra richiamano, alla debolezza dell'uomo e del cammino, ancora lungo, da compiersi dietro al Signore! Simone è prima chiamato beato e poco dopo identificato con Satana, prima sembra cogliere il pensiero del Padre, poi si lascia dominare dal pensiero umano, prima è chiamato Pietro, solidamente posto sul Fondamento, poi è scandalo, capace cioè di ostacolare il cammino verso il Regno.
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»
Gesù non aveva bisogno di conoscere l'opinione che la gente si era fatta su di lui quanto capire cosa i suoi discepoli avevano avvertito, quale fosse la loro percezione dell'evento che stavano vivendo con lui e con le folle che avevano incontrato.
Le risposte sono tutte di tipo religioso, da catechismo codificato, si va a pescare nel passato, nella propria esperienza, nella consuetudine di ciò che è conosciuto e consolidato, non emerge una opinione personale, la forza di un convincimento, il frutto di una frequentazione, neppure una prospettiva che sappia guardare oltre.
Interpellati personalmente, il racconto sembra nascondere un certo imbarazzo tra i discepoli, rotto dall'intervento di Simone. Anche lui pesca nella religione, tutto Israele era in attesa del Messia e inserisce Gesù in quella ottica che di fatto era già strettamente codificata negli insegnamenti religiosi. C'è però una nota che fa dire a Gesù che non è frutto della sua crescita umana ma segno della rivelazione del Padre, quando dice: il Figlio del Dio vivente. Tutti siamo figli di Dio ma solo in Gesù si incarna la vita del Padre.
E su questa pietra
per capire bene il senso della frase di Gesù, gli studiosi dei testi biblici hanno sottolineato le differenze dei termini usati «Pètros» e «pètra», il primo indica la pietra come materiale da costruzione, il secondo la pietra come roccia e fondamento. Che la persona di Simone sia stato indicato come fondamento della chiesa è abbastanza improbabile ed è ben difficile che Gesù abbia usato in quella occasione la parola Chiesa, termine che prende forma successivamente nell'indicare la comunità cristiana.
Il commento che ci lascia S. Agostino è abbastanza esplicito: «Il salvatore dice: tu sei Pietro e su questa pietra che tu hai confessata, su questa Pietra che tu hai riconosciuta esclamando tu sei il Cristo, il figlio dell'Iddio vivente, io edificherò la mia chiesa, vale a dire su me stesso, che sono il figlio dell'Iddio vivente» (Serm. 76)
Quando il vangelo è stato scritto le comunità cristiane erano appena in formazione ed è impensabile qualsiasi idea di struttura organizzativa, dunque occorre entrare più profondamente nel senso delle parole che il vangelo fa giungere a noi: «Pietro... ottenne un primato, ma un primato di confessione e non d'onore, un primato di fede e non di ordine» (S. Ambrogio De incarnationis dominicae sacramento, IV, 32)
Il popolo d'Israele era troppo incentrato su Gerusalemme, il tempio, i poteri della casta sacerdotale da aver perso il senso della fede, la relazione personale con Dio era diventata una relazione funzionale e rituale. C'è un altro tempio da costruire che abbia come fondamento la persona di Gesù: «il Figlio del Dio vivente». Simone aveva intuito qualcosa, docile in quel momento all'azione di Dio, quella fede è pietra con cui si costruisce la chiesa.
«Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo» (1Cor 3,11).

Fonte:http://www.qumran2.net

Commenti

Post più popolari