Don Paolo Zamengo, "Respirare Dio"
OMELIA XVIII DOMENICA T. ORD. - ANNO A
Respirare Dio Mt 17, 1-9
L’avvenimento fu una grande sorpresa. Il volto di Gesù come il sole, le sue vesti piene di luce. E due
apparizioni, alcuni frammenti di conversazioni e una voce che proviene dal cielo. A questa visione gli apostoli si impauriscono e cadono con la faccia a terra.
Sul Tabor, lo spazio e il tempo si sono dilatati. Mosè ed Elia, personaggi gloriosi del passato, sono presenti e conversano con Gesù in tono familiare, come se lo incontrassero ogni giorno, come vicini e contemporanei. Il cielo si spalanca come se mai si fosse chiuso e tocca nuovamente la terra. E il Padre? Il Padre parla come in principio quando era sua delizia stare con l’uomo.
Gesù è l’unico a non essere sorpreso. Ai suoi occhi e al suo cuore tutto è assolutamente normale. Gesù respira Dio.
Quando l’avvenimento sarà concluso, quando la luce e i profeti saranno scomparsi e la voce del Padre non risuonerà più, allora Gesù toccherà i discepoli per ridestarli dalla meraviglia e dalla paura. “Alzatevi e non temete”.
Gesù è tornato ad essere quello di tutti i giorni, quello a loro familiare, che ispira fiducia e amore. Sono rassicurati.
Ma che cosa hanno capito? E noi cosa capiamo? Essi conoscevano Gesù come lo vedevano tutti i giorni, come uno di loro, sempre lo stesso Gesù. Ma, ora, dopo questa visione, chi è davvero Gesù?
Gesù affida ai discepoli un segreto pesante. Chi non ha visto non può capire. Parlare non serve. Perciò ordinò di non dire a nessuno di questa visione. Perché questa esperienza di totale comunione con il Padre potrà essere compresa solo alla luce della sua Pasqua di morte e di risurrezione.
Anch’essi, pur non dimenticando mai più quello che avevano visto, comprenderanno solo più tardi il senso di questa visione. Il vero volto di gloria e di luce per essere visto e compreso avrà bisogno che i discepoli stessi attraversino la loro pasqua. Dovranno anch’essi morire e risorgere con Gesù, prima di conoscerlo in tutta la sua gloria. Solo allora potranno piantare le tende e vivere con lui, nella gloria e per sempre.
E noi? Anche noi siamo in cammino ma la gloria del volto di Gesù rimane nascosta. Siamo fissati nel presente, dimentichiamo il passato e temiamo il futuro. Siamo sordi alla voce del Padre che tuttavia risuona per noi.
Fortunatamente nella nostra vita ci sono alcune luminose mattine, momenti di grazia, spesso fugaci, di cui però s’imprime indelebile il ricordo segnandoci per sempre, anche se, il più delle volte, non troviamo le parole per esprimere l’intima gioia del cuore.
Ognuno custodisca il proprio segreto di luce e di gioia infinita. Un dolce mistero che ogni giorno ci dona la forza di riprendere il nostro cammino.
Respirare Dio Mt 17, 1-9
L’avvenimento fu una grande sorpresa. Il volto di Gesù come il sole, le sue vesti piene di luce. E due
apparizioni, alcuni frammenti di conversazioni e una voce che proviene dal cielo. A questa visione gli apostoli si impauriscono e cadono con la faccia a terra.
Sul Tabor, lo spazio e il tempo si sono dilatati. Mosè ed Elia, personaggi gloriosi del passato, sono presenti e conversano con Gesù in tono familiare, come se lo incontrassero ogni giorno, come vicini e contemporanei. Il cielo si spalanca come se mai si fosse chiuso e tocca nuovamente la terra. E il Padre? Il Padre parla come in principio quando era sua delizia stare con l’uomo.
Gesù è l’unico a non essere sorpreso. Ai suoi occhi e al suo cuore tutto è assolutamente normale. Gesù respira Dio.
Quando l’avvenimento sarà concluso, quando la luce e i profeti saranno scomparsi e la voce del Padre non risuonerà più, allora Gesù toccherà i discepoli per ridestarli dalla meraviglia e dalla paura. “Alzatevi e non temete”.
Gesù è tornato ad essere quello di tutti i giorni, quello a loro familiare, che ispira fiducia e amore. Sono rassicurati.
Ma che cosa hanno capito? E noi cosa capiamo? Essi conoscevano Gesù come lo vedevano tutti i giorni, come uno di loro, sempre lo stesso Gesù. Ma, ora, dopo questa visione, chi è davvero Gesù?
Gesù affida ai discepoli un segreto pesante. Chi non ha visto non può capire. Parlare non serve. Perciò ordinò di non dire a nessuno di questa visione. Perché questa esperienza di totale comunione con il Padre potrà essere compresa solo alla luce della sua Pasqua di morte e di risurrezione.
Anch’essi, pur non dimenticando mai più quello che avevano visto, comprenderanno solo più tardi il senso di questa visione. Il vero volto di gloria e di luce per essere visto e compreso avrà bisogno che i discepoli stessi attraversino la loro pasqua. Dovranno anch’essi morire e risorgere con Gesù, prima di conoscerlo in tutta la sua gloria. Solo allora potranno piantare le tende e vivere con lui, nella gloria e per sempre.
E noi? Anche noi siamo in cammino ma la gloria del volto di Gesù rimane nascosta. Siamo fissati nel presente, dimentichiamo il passato e temiamo il futuro. Siamo sordi alla voce del Padre che tuttavia risuona per noi.
Fortunatamente nella nostra vita ci sono alcune luminose mattine, momenti di grazia, spesso fugaci, di cui però s’imprime indelebile il ricordo segnandoci per sempre, anche se, il più delle volte, non troviamo le parole per esprimere l’intima gioia del cuore.
Ognuno custodisca il proprio segreto di luce e di gioia infinita. Un dolce mistero che ogni giorno ci dona la forza di riprendere il nostro cammino.
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