#PANEQUOTIDIANO, «Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il tuo prossimo»
La Liturgia di Venerdi 25 Agosto 2017 VANGELO (Mt 22,34-40) Commento:Rev. D. Pere CALMELL i Turet (Barcelona, Spagna)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono
insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore
«Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il tuo prossimo»
Rev. D. Pere CALMELL i Turet
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il dottore della legge chiede a Gesù: «qual è il più grande comandamento della legge?» (Mt 22,36), il più importante, il primo. La risposta, invece, parla di un primo comandamento e di un secondo, che «è simile al primo» (Mt 22,39). Due anelli inseparabili che sono una stessa cosa. Inseparabili, ma uno prima e uno secondo, uno d’oro e l’altro d’argento. Il signore ci porta alla profondità della catechesi cristiana, perché «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40).
Ecco qui la ragione del classico commento dei due legni della Croce del Signore: quello scavato nella terra è la verticalità, che guarda verso il cielo a Dio. L’altro rappresenta l’orizzontalità, il modo di fare con i nostri simili. Anche in quest’immagine c’è un primo e un secondo. L’orizzontalità sarebbe a livello del suolo se prima non possedessimo un legno diritto verso l’alto, e quanto più vogliamo alzare il livello del nostro servizio agli altri —l’orizzontalità— più elevato dovrà essere il nostro amore a Dio. Altrimenti, è facile che sopravvenga lo scoraggiamento, l’incostanza, l’esigenza delle compensazioni in qualsiasi ordine. Dice San Giovanni della Croce: «Quanto più ama un anima, tanto più perfetta è in quello che ama; così quest’anima, che è già perfetta, tutta lei è amore e tutte le sue azioni sono amore».
Infatti, nei santi già conosciuti possiamo vedere come l’amore a Dio, che loro sanno manifestare in diversi modi, concede loro una grande iniziativa al momento di aiutare il prossimo. Chiediamo oggi alla Madonna che ci colmi col desiderio di sorprendere Nostro Signore con opere e parole di affetto. Così, il nostro cuore sarà capace di scoprire come sorprendere con qualche simpatico dettaglio quelli che vivono e lavorano accanto a noi, e non soltanto nei giorni speciali, che quello lo sa fare chiunque. Sorprendere!: forma pratica di pensare meno in noi stessi.
Paolo Curtaz
Se scopriamo di essere amati, benvoluti, accolti da Dio per ciò che siamo, allora, e solo allora, potremo amare Dio con tutto noi stessi. Allora, e solo allora potremo amare noi stessi, accoglierci nelle parti oscure senza mascherarle o negarle, senza esserne travolti. Allora, e solo allora, potremo amare il fratello al di là della simpatia e dello slancio, amarlo poiché egli è. Quanto mi piace una religione che punta tutta la sua credibilità sull'amore! Non è proprio ciò che desideriamo? Esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, l'essere amati, il sentirci nel cuore di un progetto amorevole?
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono
insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore
«Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il tuo prossimo»
Rev. D. Pere CALMELL i Turet
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il dottore della legge chiede a Gesù: «qual è il più grande comandamento della legge?» (Mt 22,36), il più importante, il primo. La risposta, invece, parla di un primo comandamento e di un secondo, che «è simile al primo» (Mt 22,39). Due anelli inseparabili che sono una stessa cosa. Inseparabili, ma uno prima e uno secondo, uno d’oro e l’altro d’argento. Il signore ci porta alla profondità della catechesi cristiana, perché «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40).
Ecco qui la ragione del classico commento dei due legni della Croce del Signore: quello scavato nella terra è la verticalità, che guarda verso il cielo a Dio. L’altro rappresenta l’orizzontalità, il modo di fare con i nostri simili. Anche in quest’immagine c’è un primo e un secondo. L’orizzontalità sarebbe a livello del suolo se prima non possedessimo un legno diritto verso l’alto, e quanto più vogliamo alzare il livello del nostro servizio agli altri —l’orizzontalità— più elevato dovrà essere il nostro amore a Dio. Altrimenti, è facile che sopravvenga lo scoraggiamento, l’incostanza, l’esigenza delle compensazioni in qualsiasi ordine. Dice San Giovanni della Croce: «Quanto più ama un anima, tanto più perfetta è in quello che ama; così quest’anima, che è già perfetta, tutta lei è amore e tutte le sue azioni sono amore».
Infatti, nei santi già conosciuti possiamo vedere come l’amore a Dio, che loro sanno manifestare in diversi modi, concede loro una grande iniziativa al momento di aiutare il prossimo. Chiediamo oggi alla Madonna che ci colmi col desiderio di sorprendere Nostro Signore con opere e parole di affetto. Così, il nostro cuore sarà capace di scoprire come sorprendere con qualche simpatico dettaglio quelli che vivono e lavorano accanto a noi, e non soltanto nei giorni speciali, che quello lo sa fare chiunque. Sorprendere!: forma pratica di pensare meno in noi stessi.
Paolo Curtaz
Se scopriamo di essere amati, benvoluti, accolti da Dio per ciò che siamo, allora, e solo allora, potremo amare Dio con tutto noi stessi. Allora, e solo allora potremo amare noi stessi, accoglierci nelle parti oscure senza mascherarle o negarle, senza esserne travolti. Allora, e solo allora, potremo amare il fratello al di là della simpatia e dello slancio, amarlo poiché egli è. Quanto mi piace una religione che punta tutta la sua credibilità sull'amore! Non è proprio ciò che desideriamo? Esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, l'essere amati, il sentirci nel cuore di un progetto amorevole?
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