Dal libro della «Imitazione di Cristo»"Dio parlò ai profeti e parla a tutti"
Dal libro della «Imitazione di Cristo»
(Lib. 3, 3)
Dio parlò ai profeti e parla a tutti
Il Signore dice: Ascolta, figlio, le mie parole, parole soavissime che oltrepassano ogni scienza di
filosofi e di sapienti del mondo. Le mie parole sono spirito e vita (cfr. Gv 6, 63), né sono da pesare con la bilancia del senso umano, né da giudicare in base al gradimento degli uomini, ma da ascoltare piuttosto in silenzio, e da accogliere con tutta umiltà e affetto grande.
Rispondo: «Beato l'uomo che tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge, per dargli riposo nei giorni di sventura e non lasciarlo nella desolazione sulla terra» (Sal 93, 12-13).
Io, dice il Signore, ho illuminato i profeti sin dall'inizio, e anche ora non cesso di parlare a tutti. Molti però alla mia voce stan duri e sordi. Ascoltano più volentieri il mondo che non Dio. Seguono più facilmente il desiderio della carne che non il piacere di Dio. Il mondo promette cose temporali, meschine e lo si serve con grande fervore. Io prometto le cose più alte, le cose eterne e i cuori degli uomini stan lì intorpiditi. Chi serve me con tanta cura, chi obbedisce a me in tutto, come si serve al mondo e ai suoi padroni?
Arrossisci dunque, servo pigro e querulo, al vedere che si trovano più pronti loro alla perdizione che non tu alla vita.
Godono più loro della vanità, che non tu della verità. Di fatto, spesso la loro speranza li inganna; ma la promessa mia non inganna nessuno, né rimanda a mani vuote chi in me confida. Quel che ho promesso, manterrò; quel che ho detto, adempirò; purché si resti fermi e fedeli nel mio amore sino alla fine. Sono io che rimunero tutti i buoni e metto a forte prova tutti i devoti.
Scrivi le mie parole nel tuo cuore, e meditale con diligenza; nel tempo della tentazione ti saranno indispensabili. Quel che non capisci mentre leggi, lo capirai nel giorno della prova. Sono solito provare i miei in due maniere: con la tentazione, e con la consolazione. E impartisco loro ogni giorno due lezioni: una rimproverando i loro vizi, l'altra esortandoli a crescere nelle virtù.
Chi ha le mie parole e le disprezza, ha chi lo giudicherà nel giorno ultimo (cfr. Gv 12, 48).
(Lib. 3, 3)
Dio parlò ai profeti e parla a tutti
Il Signore dice: Ascolta, figlio, le mie parole, parole soavissime che oltrepassano ogni scienza di
filosofi e di sapienti del mondo. Le mie parole sono spirito e vita (cfr. Gv 6, 63), né sono da pesare con la bilancia del senso umano, né da giudicare in base al gradimento degli uomini, ma da ascoltare piuttosto in silenzio, e da accogliere con tutta umiltà e affetto grande.
Rispondo: «Beato l'uomo che tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge, per dargli riposo nei giorni di sventura e non lasciarlo nella desolazione sulla terra» (Sal 93, 12-13).
Io, dice il Signore, ho illuminato i profeti sin dall'inizio, e anche ora non cesso di parlare a tutti. Molti però alla mia voce stan duri e sordi. Ascoltano più volentieri il mondo che non Dio. Seguono più facilmente il desiderio della carne che non il piacere di Dio. Il mondo promette cose temporali, meschine e lo si serve con grande fervore. Io prometto le cose più alte, le cose eterne e i cuori degli uomini stan lì intorpiditi. Chi serve me con tanta cura, chi obbedisce a me in tutto, come si serve al mondo e ai suoi padroni?
Arrossisci dunque, servo pigro e querulo, al vedere che si trovano più pronti loro alla perdizione che non tu alla vita.
Godono più loro della vanità, che non tu della verità. Di fatto, spesso la loro speranza li inganna; ma la promessa mia non inganna nessuno, né rimanda a mani vuote chi in me confida. Quel che ho promesso, manterrò; quel che ho detto, adempirò; purché si resti fermi e fedeli nel mio amore sino alla fine. Sono io che rimunero tutti i buoni e metto a forte prova tutti i devoti.
Scrivi le mie parole nel tuo cuore, e meditale con diligenza; nel tempo della tentazione ti saranno indispensabili. Quel che non capisci mentre leggi, lo capirai nel giorno della prova. Sono solito provare i miei in due maniere: con la tentazione, e con la consolazione. E impartisco loro ogni giorno due lezioni: una rimproverando i loro vizi, l'altra esortandoli a crescere nelle virtù.
Chi ha le mie parole e le disprezza, ha chi lo giudicherà nel giorno ultimo (cfr. Gv 12, 48).
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