Don Paolo Zamengo, "Il paradiso last minute "

XXV Dom. Tempo Ordinario A
Il paradiso last minute    Mt 20, 1-16
I braccianti agricoli dell’ultima ora hanno trascorso l’intera giornata a vuoto, solo con la segreta
speranza di un impiego e tanti pensieri tristi sempre più pesanti da sopportare. Falliti e frustrati già pensano alle scuse da presentare quando faranno ritorno a casa.

Ma alle cinque della sera, quando il sole inizia il suo tramonto, arriva, inaspettata, l’occasione. Quel padrone è davvero un gran signore. Ha parole persuasive e convince questi uomini ad andare a lavorare. Anche per un’ora soltanto c’è da fare e per loro, reclutati all’ultima ora, promette una giusta ricompensa.

Sanno per certo che la giornata è quasi finita e che ben poco potranno aspettarsi ma sarebbe pura follia rifiutare l’offerta. Il cuore si rianima e sono pronti a scendere in campo a giocare gli ultimi minuti della partita.

Nella parabola si parla di lavoro ma a cosa voleva alludere Gesù con questo racconto? Solo al lavoro? O alla maturità della fede raggiunta pur nella fase conclusiva della vita? Voleva preparare il terreno al buon ladrone che ruba il paradiso last minute? Non saprei ma certo questa parabola mi dà la ferma convinzione che non è mai troppo tardi per credere e per sperare.

Dio ha una fantasia fuori misura e ci sorprende sempre. Guai pretendere di omologare i suoi pensieri e guai voler ingabbiare i suoi gesti e impedire le sue invenzioni. Lo Spirito di Dio opera in tutte le ore del giorno e attraversa l’esistenza dell’uomo in tempi diversi e a noi sconosciuti.

Dio attende pazientemente il compiersi delle travagliate stagioni. La semina autunnale, la fioritura in primavera e il raccolto nel caldo dell’estate, ma Dio rispetta anche le stagioni del silenzio e dell’inverno dell’uomo. Dio passa più volte lungo la vita dell’uomo e sa indovinare l’ora più opportuna per bussare al nostro cuore.

Dobbiamo imparare a rimanere in attesa, come gli operai senza lavoro nella piazza della parabola, perché Dio passa e chiama ad ogni ora del giorno. Dio è un esperto allenatore che sceglie i suoi giocatori nel momento più opportuno perché, se sono pronti a scendere in campo, possono risolvere l’esito della partita della loro vita.

Talvolta c’è chi risponde alla prima ora ma poi non è fedele e gioioso come colui che arriva ad incontrare Dio quasi fuori tempo massimo. E qualcuno si sente impoverito se altri ricevono quanto lui e non è capace di gioire della fortuna toccata ad altri che finalmente dicono di sì a Dio.

Chi credeva d’essere migliore, solo perché aveva faticato fin dal mattino, si accorge che nel suo cuore sono cresciuti sentimenti che poco hanno a che fare con il vangelo. L’invidia e la gelosia non sono beatitudini proclamate da Gesù ma sono il tarlo di un cuore incapace di amare e di gioire perché il regno di Dio accolto si diffonde, cresce e cambia la qualità della vita. Che il Signore della storia iberi la chiesa e i cristiani dall’asfissia del cuore.

Dio premia tutti ma un merito va riconosciuto agli operai della ultima ora, a coloro che solo alla fine della giornata hanno lavorato nel campo di Dio. I primi hanno pattuito un denaro al giorno, gli ultimi si sono fidati della generosità del padrone. Per questo sono beati.

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