Don Paolo Zamengo, SDB "Custodi e fratelli "


Custodi e fratelli      Mt 18, 15-20
XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/09/2017)
C’è un ritornello che risuona in ogni versetto di questo Vangelo: mai vivere senza l’altro. Tutto inizia
dall’incontro, dalla più piccola comunità: io e tu, due che si amano, la complicità festosa di due amici, una madre abbracciata al suo bimbo, due che pregano insieme e Dio è lì, come il terzo fra i due, come forza di unità. Il Vangelo ci chiama a pensare sempre in termini plurali.

La costruzione del mondo nuovo inizia da due mattoni elementari io e tu, dalle relazioni quotidiane fondamentali. Quando un io e un tu si accolgono e diventano un noi, il legame che si crea apre alla presenza di Dio, è via di Dio.

Il Vangelo pone una condizione: che il noi sia composto non per caso o per necessità, per violenza o per inganno, non nel nome di interessi o di paure, ma nel nome di Gesù. Il nome di Gesù è: passione d’amare, giustizia, pace, mitezza, limpido cuore. Il nome di Gesù è fratello.

Se tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo: Dio è un vento di comunione che ci sospinge gli uni verso gli altri. Se tuo fratello sbaglia, tu va’, tu per primo inizia il cammino.

Ma che cosa mi autorizza a intervenire nella vita dell’altro? La ragione è tutta in quella parola: fratello. Solo se porti la speranza e la gioia dell’altro, se condividi i suoi sogni, se hai assaporato le sue lacrime, se lo ami, allora sei autorizzato a intervenire.

Non è la verità che mi legittima o autorizza il mio intervento ma la fraternità. Non mi autorizza o spinge un codice ma la tenerezza, perché noi, io e te, siamo fratelli.

Tutto quello che legherete sulla terra... Il potere di sciogliere e legare non ha nulla di giuridico, di autoritario ma consiste nel mandato fondamentale di tessere nel mondo strutture, ponti e legami di riconciliazione: ciò che avrete riunito attorno a voi, le persone, gli affetti, le speranze, lo ritroverete unito nel cielo.

E ciò che avrete liberato attorno a voi, di energie, di vita, di audacia e sorrisi, non sarà mai più dimenticato, è storia santa. Ciò che scioglierete avrà libertà per sempre, ciò che legherete avrà comunione per sempre.

Ma a che cosa serve la presenza di Cristo in mezzo a noi? Che cosa porta, che cosa genera? Cristo è la sorgente di ogni rapporto buono con l’altro. Gesù è la roccia solida su cui poggia la casa del mondo, la misura alta del nostro vivere, orizzonte dell’io e del tu che diventano noi, la forza di amare e la bellezza dell’amore che ci incanala nel fiume di Dio.

Amami
ma non legare le mie ali
se vorrò volare
non chiudermi in una gabbia
se hai pura di perdermi.
Amami
con l’umile forza del tuo amore
e io non andrò via.
Se sarai con me
ti insegnerò a volare
e tu mi insegnerai
a restare.

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