Don Paolo Zamengo, SDB"La strada "
XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/09/2017)
La strada Mt 16, 21-27
La croce di Gesù arriva sempre di sorpresa, all’improvviso, quasi come un ladro nella notte.
Pietro aveva appena proclamato che Gesù è Dio e Gesù si era felicitato con lui, ma ecco che Gesù preannuncia la propria morte. Pietro si trova completamente impreparato, non capisce e protesta. Pensa anche di dover aiutare Gesù e fa di tutto e tenta di dissuaderlo, di allontanarlo dalla croce.
Così Pietro è tornato ad essere quello di sempre, sangue e carne umana, solo terra. I suoi pensieri non sono altro che pensieri umani. Così non serve a Gesù, anzi è diventato un ostacolo perciò, un inciampo sulla strada di Gesù. E Gesù non ha paura di chiamare Pietro “Satana”, come colui che fa deviare, che disorienta, che separa, che inganna.
Al seguito di Gesù dobbiamo aspettarci la croce. “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 8,34). La croce arriva sempre all’improvviso, e quando arriva apre le ferite dove eravamo meno protetti e più vulnerabili. Diversamente non sarebbe più la croce di Gesù. Non sarebbe più lo strumento della vittoria di Dio.
Se non fosse così la vita non sarebbe che carne e sangue umano, una piccola suggestione umana dalla riuscita facile per impressionare gli altri e Dio stesso. La croce di Gesù invece disorienta e getta a terra. Mette nudo la nostra debolezza e smaschera la nostra fragilità. Ecco perché è assolutamente impossibile scegliere la propria croce. O anche solo prevederla.
Se dipendesse da noi sceglieremo una croce in base alla nostra generosità, la sceglieremo ben visibile e coperta di gloria sul campo. Invece non può essere così.
L’effetto sorpresa proprio della croce che si presenta a noi a volte inaspettata e per niente desiderata, è descritto bene nella lettura che abbiamo fatto del profeta Geremia. “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso” (Ger 20, 7-9). Il profeta si rivolge al Signore così. Dio ci seduce e ci conduce dove non verremo andare.
Questo è il solo modo di lasciarci sconvolgere dal Signore, questo è “camminare dietro a lui”, “e seguirlo ovunque egli va”, “essere là dove egli è”. Sappiamo infatti in chi abbiamo creduto, a chi ci siamo affidati. Sappiamo per chi siamo pronti a perdere la nostra vita.
Ogni eucarestia rinnova il mistero della croce di Gesù. L’eucarestia ci renda sempre più disponibili alla sorpresa. Che essa rinnovi la gioia di lasciarci sedurre. E ci dia la forza di accettarla serenamente.
Rinnovaci, o Padre, con il tuo Spirito di verità perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo nostra speranza.
La strada Mt 16, 21-27
La croce di Gesù arriva sempre di sorpresa, all’improvviso, quasi come un ladro nella notte.
Pietro aveva appena proclamato che Gesù è Dio e Gesù si era felicitato con lui, ma ecco che Gesù preannuncia la propria morte. Pietro si trova completamente impreparato, non capisce e protesta. Pensa anche di dover aiutare Gesù e fa di tutto e tenta di dissuaderlo, di allontanarlo dalla croce.
Così Pietro è tornato ad essere quello di sempre, sangue e carne umana, solo terra. I suoi pensieri non sono altro che pensieri umani. Così non serve a Gesù, anzi è diventato un ostacolo perciò, un inciampo sulla strada di Gesù. E Gesù non ha paura di chiamare Pietro “Satana”, come colui che fa deviare, che disorienta, che separa, che inganna.
Al seguito di Gesù dobbiamo aspettarci la croce. “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 8,34). La croce arriva sempre all’improvviso, e quando arriva apre le ferite dove eravamo meno protetti e più vulnerabili. Diversamente non sarebbe più la croce di Gesù. Non sarebbe più lo strumento della vittoria di Dio.
Se non fosse così la vita non sarebbe che carne e sangue umano, una piccola suggestione umana dalla riuscita facile per impressionare gli altri e Dio stesso. La croce di Gesù invece disorienta e getta a terra. Mette nudo la nostra debolezza e smaschera la nostra fragilità. Ecco perché è assolutamente impossibile scegliere la propria croce. O anche solo prevederla.
Se dipendesse da noi sceglieremo una croce in base alla nostra generosità, la sceglieremo ben visibile e coperta di gloria sul campo. Invece non può essere così.
L’effetto sorpresa proprio della croce che si presenta a noi a volte inaspettata e per niente desiderata, è descritto bene nella lettura che abbiamo fatto del profeta Geremia. “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso” (Ger 20, 7-9). Il profeta si rivolge al Signore così. Dio ci seduce e ci conduce dove non verremo andare.
Questo è il solo modo di lasciarci sconvolgere dal Signore, questo è “camminare dietro a lui”, “e seguirlo ovunque egli va”, “essere là dove egli è”. Sappiamo infatti in chi abbiamo creduto, a chi ci siamo affidati. Sappiamo per chi siamo pronti a perdere la nostra vita.
Ogni eucarestia rinnova il mistero della croce di Gesù. L’eucarestia ci renda sempre più disponibili alla sorpresa. Che essa rinnovi la gioia di lasciarci sedurre. E ci dia la forza di accettarla serenamente.
Rinnovaci, o Padre, con il tuo Spirito di verità perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo nostra speranza.
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