p. José María CASTILLO,"SE TI ASCOLTERA’ AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO"

XXIII TEMPO ORDINARIO – 10 settembre 2017 - Commento al Vangelo
SE TI ASCOLTERA’ AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO
di p. José María CASTILLO
Mt 18,15-20
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te,
va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Il problema posto in questo vangelo è quello del perdono dei peccati. Il testo inizia presentando la situazione di chi pecca (“Se tuo fratello pecca…Eàn dè hamartésê eis se ho adelphós sou ). Se capita che un altro ti offende, quale soluzione è possibile? Gesù non menziona nessun rituale o il ricorrere ad un personaggio sacro con poteri per perdonare in nome di Dio. Gesù è molto chiaro: se uno offende o danneggia un altro, c’è una sola soluzione: che si riconcilino tra di loro, cioè che si perdonino reciprocamente.
Il dato fondamentale è che il perdono reciproco tra gli uomini è anche perdono di Dio. Per questo il testo dice: “quello che legate sulla terra, resterà legato in cielo”. Anzi, Gesù aggiunge che “se due di voi si mettono d’accordo….Perché dove due o tre sono riuniti…lì sono io, in mezzo a loro”. Quello che unisce le persone, unisce con Dio. O in altre parole “dove due persone si uniscono, Dio si unisce con loro”.
L’intervento dell’autorità ecclesiastica (prima il vescovo e, a partire dal secolo VIII, i presbiteri) si verificò relativamente presto, già nel secolo III. Ma storicamente si sa che sempre si è ammesso il perdono concesso tramite la benedizione di un laico, un’abitudine che sopravvisse con sicurezza fino al secolo XVI. Ignazio di Loyola nella sua Autobiografia racconta che in una situazione di difficoltà si confessò con un soldato. In ogni caso la confessione auricolare dettagliata dei peccati ad un prete non è documentata dogmaticamente. È stata una decisione disciplinare del concilio di Trento, basata su un fatto storicamente falso (che è esistito sempre questo tipo di confessione) e su un argomento anch’esso falso (che il prete agisce come un giudice, un incarico che mai Gesù ha concesso ai suoi apostoli).
Fonte:http://www.ildialogo.org

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