fr. Massimo Rossi, I Domenica di Avvento (Anno B

 Commento su Marco 13,33-37
fr. Massimo Rossi  
I Domenica di Avvento (Anno B) (03/12/2017)
  Visualizza Mc 13,33-37
Comincio la prima riflessione di questo nuovo anno liturgico commentando la lettura dell'AT: si tratta
di una delle più struggenti invocazioni rivolte a Dio, che mai un profeta abbia pronunciato a nome del suo popolo. L'autore ispirato, convenzionalmente conosciuto come Isaia, esprime il pentimento degli Israeliti: un pentimento, dobbiamo riconoscere, non del tutto completo... nel senso che traspare una neanche poi tanto velata accusa a carico dell'Onnipotente, perché ha nascosto il suo volto e ha messo i suoi figli in balia delle loro iniquità...
È come se il ladro accusasse la vittima di non averlo disarmato in tempo, prima che dalla sua pistola fatalmente partisse un colpo; è come se il tossico accusasse il farmacista di avergli venduto un cocktail mortale di psicofarmaci; è come se se il rapinatore rinfacciasse al funzionario di banca di averlo irresistibilmente tentato, sventagliandogli davanti al naso le banconote che stava riponendo in cassaforte...
Ecco, noi siamo fatti così: la nostra fragilità è tale che non siamo in grado di assumerci tutta la responsabilità per il nostro comportamento oltraggioso nei confronti di Dio e del prossimo.
Ma perché Dio non interviene ad impedire le guerre?
Perché non ferma la mano dei terroristi?
Perché non tocca il cuore dei politici?
Quasi che il (presunto) nascondimento di Dio incoraggiasse gli uomini, fosse addirittura la causa delle loro, delle nostre deviazioni verso il peccato. “Quando non c'è il gatto, i topi ballano!”.
Il senso di questa profezia, più che una profezia, un grido di aiuto lanciato dall'uomo a Colui che lo ha creato - come al solito, ci ricordiamo di non essere noi gli autori della nostra vita e del mondo, quando la vita va rotoli e il mondo ci crolla addosso! -, il senso della preghiera firmata da Isaia è celebrare la paternità di Dio; al tempo stesso, la creatura riconosce la propria libertà da Colui che l'ha chiamata all'esistenza.
Ma la libertà è sinonimo di scelta, e non sempre la scelta è quella giusta...
Il peccato altro non è che una scelta sbagliata.
Ogni uomo anela alla libertà: il bambino vuole fare di testa sua; l'adolescente esulta quando riesce a strappare a papà e/o a mamma il permesso di rincasare il sabato sera dopo mezzanotte...
Ma quando questa benedetta libertà gli prende la mano, il giovane maledice il giorno che ha avuto per la prima volta quattro soldi in tasca, le chiavi della macchina, e una settimana di vacanza con gli amici...
Com'è, come non è, Dio ci ha dato fiducia; ma noi ce la siamo giocata.
E ora accusiamo Lui perché ha creduto in noi, perché ci ha affidato le immense energie del cosmo... La colpa non è mai del tutto nostra! un po' è anche colpa sua.
Se fossimo stati un po' meno liberi... Se Dio fosse stato un po' meno lontano...
“Ok, ok, - dice Dio - eccomi! sono qui! voglio restare per sempre accanto a voi, camminare al vostro fianco fino alla fine del mondo; suggerirvi le soluzioni migliori in ogni circostanza, nella buona e nella cattiva salute; vi insegnerò la via del bene, vi renderò capaci di spostare addirittura le montagne! basterà un po' di fede, tanta così, quanto un granello di senapa... e stenterete a credere alla vostra grandezza... vostra e Mia. Insieme faremo miracoli!”
Beh, addirittura i miracoli? troppa grazia, sant'Antonio! qui si va da un eccesso all'altro!
Ieri protestavamo l'abbandono da parte di Dio; e ora la sua vicinanza quasi ci soffoca!
Tutto questo amore!... troppo impegnativo!
Ci costringe a rispondere amando allo stesso modo Dio e il prossimo, fino a dare la vita.
E poi è tardi!
Troppo tempo da soli, abbandonati a noi stessi...
Abbiamo fatto di necessità virtù; abbiamo imparato a fare a meno di Dio...
Col tempo ci siamo convinti che il mondo fosse nostro, che i talenti ricevuti, non li avessimo ricevuti, ma fossero nostri fin da principio. Abbiamo creduto di poterne disporre a nostro piacere, di poterli trafficare... ma anche no.
Ed ora questo sedicente Dio arriva all'improvviso, senza essere atteso - da secoli ci siamo stancati di attendere! - e pretende da noi il rendiconto delle nostre azioni...
Tra l'altro, sto Dio fatto carne, ha così poco di divino!... sembra solo un uomo, brav'uomo, per carità! sant'uomo! ma niente più che un uomo...
In verità, un uomo super, o, come scrisse Nietzsche, alludendo appunto a Cristo, un superuomo, con un ‘ego' grande come una casa!...al punto da credersi il Figlio di Dio disceso dal Cielo.
Dio è un conto. Gesù è un'altra storia...
E la sua vicenda terrena è la prova che (Gesù) non era Dio!
La morte in croce confermò ai dottori della Legge, ai capi del popolo e al popolo stesso che era solo un uomo, il peggiore degli uomini. Anche oggi riesce difficile coniugare la morte di Cristo con la sua divinità, per definizione, immortale.
Che ne pensate? Compito a casa, prendete carta e penna, o aprite il pc, e cominciate a scrivere. TEMA: Gesù è Dio - svolgimento.
Bando alle farneticazioni! che poi, tanto farneticanti non sono: ho semplicemente espresso i pensieri, le parole e i fatti raccontati nella Bibbia: il desiderio di Dio, ma anche l'ingratitudine degli uomini, il risentimento, l'ostilità contro Dio, attraversano le SS.Scritture, pervadono tutti i 70 e più testi ispirati di quello che resta ancora il libro più venduto al mondo.
Certamente voi siete tra i maggiori consumatori di Bibbia...
Da oggi, poi, e per le prossime quattro settimane, ne sono certo, vi cimenterete nella lettura delle profezie sul Messia, dei Vangeli dell'infanzia raccontati da Luca e Matteo, per preparare come si deve il Natale del Signore. Parole d'ordine: vegliare, vigilare, fare attenzione e affini.
Nelle strade del centro hanno già allestito luminarie e riempito le vetrine di ogni ben di Dio.
Beato chi può contare sulla tredicesima...
Siamo già in pieno clima natalizio. Manca solo la fede... un bel paradosso, non trovate?
Ebbene, la fede che manca, mettiamocela noi!

Commenti

Post più popolari