p. José María CASTILLO, "VEGLIATE: NON SAPETE QUANDO IL PADRONE DI CASA RITORNERA’"
I DOMENICA AVVENTO – 3 dicembre 2017 - Commento al Vangelo
VEGLIATE: NON SAPETE QUANDO IL PADRONE DI CASA RITORNERA’
di p. José María CASTILLO
Mc 13,33-37
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:]
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito
dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Il libro dei vangeli, prima di essere un libro di religione, è un PROGETTO DI VITA. Questa è la prima considerazione che si deve fare nel meditare ognuno di questi racconti che ci vengono ricordati in questo libro. Non pensiamo – in questi racconti – ad essere più religiosi, ma ad essere più onesti, migliori cittadini, migliori professionisti e, prima di tutto, persone più oneste in tutto e con tutti. Per questo la prima cosa che ci viene qui ricordata è la necessità di “stare sempre svegli”. Proprio questo significa l’imperativo che il vangelo di Marco in questo passo mette sulla bocca di Gesù. Chi non sta sveglio, si mette a dormire. E chi dorme, si disinteressa di tutto. E si dedica solo a prendersi cura di se stesso, del proprio benessere, del proprio riposo. Questo vuole tutto il mondo. Ma, se ci dedichiamo al nostro interesse, cosa sarà di coloro che sono privi di quasi tutto? Questo non è umano. In fondo, è in-umano.
Gli specialisti del vangelo di Marco mettono in dubbio il fatto che Gesù abbia pronunciato la frase sulla vigilanza pensando alla fine del mondo, alla morte inattesa e ad altre minacce simili. Tutto questo è stato tema della predicazione di molti chierici in sermoni ed omelie. Così si faceva paura alla gente. E si sa che l’argomento della paura della morte è stato molto utilizzato dal clero. Questo si deve evitare ad ogni costo. Perché in questo modo quello che si fa non è parlare di Dio, ma della paura. Ma il Dio che ci ha spiegato Gesù non è un Dio della paura, ma è il Padre della Bontà e della Misericordia.
In fondo, quando parlano tanto della paura, molti uomini di Chiesa vogliono “sottomettere la gente”. Una persona spaventata è una persona sottomessa. E sappiamo che la sottomissione della gente è quello che cercano, di cui hanno bisogno e che vogliono i potenti, civili o chierici che siano. Il Dio della paura vuole persone sottomesse, non persone rette. Ma nella vita quello di cui abbiamo più bisogno è rettitudine, onestà, bontà, giustizia. Non tanto parlare di sottomissione.
VEGLIATE: NON SAPETE QUANDO IL PADRONE DI CASA RITORNERA’
di p. José María CASTILLO
Mc 13,33-37
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:]
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito
dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Il libro dei vangeli, prima di essere un libro di religione, è un PROGETTO DI VITA. Questa è la prima considerazione che si deve fare nel meditare ognuno di questi racconti che ci vengono ricordati in questo libro. Non pensiamo – in questi racconti – ad essere più religiosi, ma ad essere più onesti, migliori cittadini, migliori professionisti e, prima di tutto, persone più oneste in tutto e con tutti. Per questo la prima cosa che ci viene qui ricordata è la necessità di “stare sempre svegli”. Proprio questo significa l’imperativo che il vangelo di Marco in questo passo mette sulla bocca di Gesù. Chi non sta sveglio, si mette a dormire. E chi dorme, si disinteressa di tutto. E si dedica solo a prendersi cura di se stesso, del proprio benessere, del proprio riposo. Questo vuole tutto il mondo. Ma, se ci dedichiamo al nostro interesse, cosa sarà di coloro che sono privi di quasi tutto? Questo non è umano. In fondo, è in-umano.
Gli specialisti del vangelo di Marco mettono in dubbio il fatto che Gesù abbia pronunciato la frase sulla vigilanza pensando alla fine del mondo, alla morte inattesa e ad altre minacce simili. Tutto questo è stato tema della predicazione di molti chierici in sermoni ed omelie. Così si faceva paura alla gente. E si sa che l’argomento della paura della morte è stato molto utilizzato dal clero. Questo si deve evitare ad ogni costo. Perché in questo modo quello che si fa non è parlare di Dio, ma della paura. Ma il Dio che ci ha spiegato Gesù non è un Dio della paura, ma è il Padre della Bontà e della Misericordia.
In fondo, quando parlano tanto della paura, molti uomini di Chiesa vogliono “sottomettere la gente”. Una persona spaventata è una persona sottomessa. E sappiamo che la sottomissione della gente è quello che cercano, di cui hanno bisogno e che vogliono i potenti, civili o chierici che siano. Il Dio della paura vuole persone sottomesse, non persone rette. Ma nella vita quello di cui abbiamo più bisogno è rettitudine, onestà, bontà, giustizia. Non tanto parlare di sottomissione.
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